1992unforgettables_lane1Se vi ricordate di Richie Farmer, Deron Feldhaus, John Pelphrey e Sean Woods o siete dei veri appassionati di college basketball oppure siete dei tifosi dei Kentucky Wildcats perché questi quattro ragazzi semisconosciuti saranno per sempre ricordati nel Blue Grass State come “The Unforgettables”.

Tutto nasce nel 1989 quando il programma di basket dei Wildcats è in ginocchio: sotto la guida di Eddie Sutton vengono alla luce varie irregolarità quali imbrogli  con i voti di entrata al college di Eric Manuel e del denaro cash consegnato alla stellina Chris Mills che portano a due anni di probation per i Wildcats.

Con l’athletic director Cliff Hagan e lo stesso Sutton dimissionari e tutti i migliori giocatori in fuga i vertici di UK decidono di affidare ad un ex alunno di Kentucky ovvero CM Netwon, coach della serissima ed accademicamente ineccepibile Vanderbilt, il posto di nuovo AD. Newton inizialmente tentenna ma non può voltare le spalle alla sua Alma Mater ed accetta. La prima sfida è quella di trovare un coach giovane e di grido disposto a ricostruire un programma tanto prestigioso quanto devastato dagli scandali. Newton si reca a New York per parlare con il suo vecchio amico Rick Pitino, coach dei Knicks, con lo spirito di fare almeno un tentativo, ma Joanne la moglie di Pitino non ha nessuna intenzione di lasciare NYC e Newton è diretto ed onesto “Rick, sarò franco. Abbiamo molti problemi con la NCAA e la probation, non abbiamo giocatori validi e quelli nel roster saranno solo di livello marginale ma le aspettative dei fans saranno comunque elevate, tu alleni i Knicks cosicché non è una situazione molto attraente per te…ed ho pure bisogno di una risposta in fretta…” Pitino però è convinto di avere una chance di vincere il titolo NBA e non ha intenzione di tornare nella NCAA, senza contare Joanne… “Mi spiace CM…” è la sua risposta “Ma cosa ne pesi di Carlesimo? Sarebbe perfetto per voi…”

Pitino con Mashburn

Pitino con Mashburn

Così la prima scelta diventa PJ Carlesimo, all’epoca coach emergente di Seton Hall con i cui Pirates era appena stato in grado di arrivare alla finale NCAA persa ai supplementari contro Michigan. PJ non vuole abbandonare il più urbano New Jersey per il rurale Kentucky ma però è onorato dall’idea di passare ad un programma così prestigioso ed accetta di andare a Lexington per visitare l’università. La voce a Lexington si sparge in fretta e sui tremendi media locali la scelta del nuovo coach viene data per fatta: i fans, sudisti puri, non sono contenti infatti Carlesimo è di New York ed ha la barba… non è infatti il caso di avere un coach ben rasato?

Carlesimo spaventato dalla reazione di fans e comunque non troppo convinto si tira perciò indietro e torna a casa decidendo di restare a Seton Hall.

Dopo aver preso il considerazione l’ex star locale Kyle Macy e l’allenatore di Virginia Terry Holland, Newton decide in un primo momento di prendere lui stesso in mano la squadra. In fondo si sente ancora un allenatore, non un athletic director. Ma poi decide di prendere tempo, Pitino aveva detto di voler vincere il titolo NBA e se non lo vince? Lo richiama “Rick, ti do tutto il tempo che vuoi, aspetto che vinci il titolo NBA e poi vieni giù in Kentucky” . In effetti le cose per Pitino a New York non vanno benissimo, fuori dal campo. Il suo rapporto col GM Al Bianchi è a dir poco difficile, da separati in casa, e lo stesso Bianchi dice a Pitino di tener in considerazione l’offerta di UK. Proprio il giorno in cui i Knicks vengono eliminati dai Bulls di Jordan la NCAA colpisce duramente Kentucky: due stagioni senza tornei post stagionali, un anno senza passaggi televisivi, riduzione delle borse di studio per due anni oltre ad una multa in denaro e la cancellazione delle vittorie del 1988.

Feldhaus

Feldhaus

Le cose però si sbloccano poiché poco dopo Pitino accetta di andare a visitare Kentucky, superando le resistenze della moglie. Stavolta viene tutto tenuto segreto. Dopo aver parlato con Roselle, presidente dell’università, Pitino torna a New York ed informa la dirigenza di aver accettato la sfida di ricostruire la Big Blue Nation. Perché nel Kentucky il basket è una religione, non uno sport, e tutto lo stato vibra di blue a parte qualche sacca di tifo urbano per i rossi di Louisville.

Pitino come vice vuole con sé i fidati Herb Sendek e Billy Donovan mentre Tubby Smith gli viene imposto da Newton ma l’ex coach dei Knicks vuole fortemente come trainer un ex giocatore di football Ray “Rock” Oliver, in un primo momento Oliver non vuole lasciare la NFL  ma un suo amico lo convince a prendere il lavoro. Il suo nome? John Calipari.

Gli Orfani che trova come giocatori sono pochi oltre a numerosi e volenterosi walk on con due soli senior ovvero la guardia Derrick Miller e l’ala centro Reggie Hanson. Poi loro quattro: un play dall’Indiana di buon valore come Sean Woods, reduce da un anno di stop per motivi accademici, due ali locali dallo scarso talento ma dal gran cuore Deron Feldhaus e John Pelphrey e la stellina dell’east Kentucky Richie Farmer, che ha dei buffi baffi alla Freddy Mercury ma è un tiratore micidiale che aveva bucato retine nelle high school delle colline degli Appalachi nel Clay County ma è anche alto solo 1.83. Richie è nato e cresciuto per essere un Wildcat ed è un local hero. Farmer viene però ignorato da Eddie Sutton durante la fase di recruiting, ritenendolo un pessimo difensore, ma piace a Dale Brown di LSU che cerca di strapparlo al suo sogno di giocare per UK. Ma quando proprio Newton cerca di portarlo a Vanderbilt Sutton si decide di offrire a Richie l’agognata borsa di studio per Kentucky. Accettata all’istante.

Anche Pelphrey è cresciuto come un fan di UK e di Kyle Macy, ed è stato chiamato John dai suoi genitori super appassionati in onore di John Havlicek: il suo sogno è giocare per Kentucky e fare le Olimpiadi, e per riuscirci ogni mattina si alza alle 6.30 per andare a correre ed allenarsi sui fondamentali. Soprannominato “Dirt” alla High School diventa Mr.Basketball del Kentucky ma UK ignora pure lui. Pelphrey però non ha un piano B, parla con Danny Crum di Louisville ed ancora Vanderbilt ma lui tentenna aspettando la Chiamata. Che arriva all’ultimo momento. Sutton lo chiama e lo convoca, John vola per le 100 miglia che lo separano da Lexington e nonostante i suoi genitori siano offesi per una chiamata così tardiva alla fine firma per UK.

Meno agognato è infine il recruiting di Doron Feldhaus, suo papà Allen aveva giocato per Rupp negli anni ’60 e finisce senza grossi problemi a Kentucky. Ma nella stagione di Sutton nel 1988, da 27 vittorie, la vittoria al torneo della SEC e le Sweet Sixteen al Torneo NCAA Feldhaus e Pelphrey sono in red-shirt.

Seduti a guardare.

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Farmer

Pitino arriva così a Kentucky e si trova questi reietti su cui impostare la squadra. E decide che se non avrà la squadra più forte avrà però quella nella condizione fisica migliore. Gli allenamenti al campo di atletica con Rock Oliver sono tremendi: il 26enne ex defensive back di Cincinnati crede, in questo preciso ordine: nel dolore, nel sudore, nei cestini della spazzatura posizionati nei punti cruciali per vomitare e nel correre sino a quando crolli a terra “Ero l’anticristo per quei ragazzi” ricorda “tutto quello che avevano era essere presenti l’uno con l’altro per aiutarsi”.

I risultati di tanto dolore sono clamorosi, quando gli avversari calano i Wildcats di Pitino invece accelerano e tatticamente il coach crea un sistema di gioco basato su press e raddoppi a tutto campo e sull’uso massiccio del tiro da tre, territorio non del tutto esplorato a fine anni ‘80. Nessuno ad inizio stagione crede in loro ma in campo non mollano un centimetro e cominciano a vincere, finiscono la stagione con un ottimo 14-14 e vengono soprannominati i Bombinos da critica e tifosi.

Manca però qualcosa. Del sano talento. Ed il numero di borse di studio è contingentato. Ma nel 1990 Sendek recluta un clamoroso high schooler da Harlem: Jamal Mashburn, un’ala di 2.03 nata per giocare a basket ma pure uno considerato terribilmente pigro e sovrappeso. Era indirizzato verso Syracuse ma per lui giocare per Pitino, sopravvivere a Rock ed essere la stella dei Wildcats diventa una sfida da vincere. Con lui da Miami arriva un latino di nome Gimel Martinez, alto 2.03, magro come un chiodo e con degli orridi baffetti. Ha una caratteristica: tira da tre come un esterno.

Al primo allenamento della stagione 1990-91 con Rock  i nostri Jamal e Gimel si presentano alla Rupp Arena ma non trovano nessuno. “Dovete andare al campo di atletica” si sentono dire dal custode.

Correre? Holy Shit… non dovrebbe essere un allenamento di basket?!” pensa Mashburn.

kentucky 1991-92

kentucky 1991-92

Alla fine allenamento i due hanno la nausea “Per la prima volta avevo un hangover senza alcool” e le gambe di legno, come automi si portano al dormitorio. Poche ore dopo Jamal dice a Gimel di aver intenzione di mollare ed andare a St.John’s.

Ma dopo aver parlato con Farmer, la vittima prediletta di Rock nella stagione precedente, non molla e Mashburn, che non aveva mai fatto del conditioning in vita sua, diventa in quelle settimane un atleta clamoroso. I Wildcats vincono 22 partite e ne perdono 6 nella SEC vincendo la regular season, anche se per la probation non ottengono nessun banner o titolo ufficiale.

Esaurite le punizioni nel 1991-92 i Wildcats sono di nuovo liberi e la Big Blue Nation è innamorata di Masburn e soci. I Cats vincono il Torneo della SEC con una media di 17 punti inflitti agli avversari battendo Alabama 80-54 in finale con Mashburn MVP.

Al Torneo NCAA UK arriva sino alla finale del regional dove il 28 marzo 1992 affronta la #1 del seed Duke in quella che sarà ricordata come la più bella partita della storia della pallacanestro. Krzyzewski, coi suoi Blue Devils in missione per ripetere il titolo del 1991, teme tremendamente i Wildcats, sulla carta meno talentuosi dei suoi ragazzi che annoverano gente come Christian Laettner, Bobby Hurley e Grant Hill, ma i Catz sono difficili da affrontare con il loro pressing. La gara è bellissima, Duke tira col 65% da due ed il 53% da tre, Kentucky con il 56% da due ed 57% da tre, UK ha un piccolo vantaggio nel primo tempo ma Duke trascinata da Laettner va negli spogliatoi sul 50-45. Il secondo tempo è pure meglio ed il Philadelphia Spectrum è stregato dalle vicende in campo, una tripla di Hurley porta Duke sul +12 ma i Cats rientrano sul 83 pari a cinque minuti dal termine. Nell’ultimo minuto Duke è sopra di due ma Feldhaus segna il pareggio a 33” dal termine.

the Shot

the Shot

La battaglia continua nel supplementare ed a 14” dal termine UK è sotto di uno, palla a Sean Woods, Mashburn è fuori con cinque falli, si lancia a centro area e fa partire un floater dai quattro metri appena sopra alla mano protesa di Laettner. La palla picchia sul tabellone ed entra.

Mancano 2.1 secondi.

I 2.1 secondi più famosi del basket.

Time out per Duke.

Coach K disegna una rimessa dal fondo per cercare Laettner in lunetta, Pitino immagina la sua mossa e decide di rinunciare a pressare il passatore per deviare un uomo a raddoppiare Laettner e spiega chiaramente ai suoi di non fare fallo su di lui.

Grant Hill che deve fare la rimessa lunga a tutto campo resta sorpreso di non ritrovarsi pressato, lui figlio di un giocatore di football sa lanciare la palla per una quindicina di metri. Feldhaus e Pelphrey sono su Laettner ma hanno paura di far fallo sulla stella di Duke, micidiale dalla lunetta, e gli restano dietro. Laettner ne approfitta a si lancia sul passaggio perfetto di Hill, Feldhaus resa impietrito mentre Pelphrey si lancia stranamente sulla sinistra. A 1.2 secondi dalla sirena Laettner schiena a canestro fa un palleggio verso destra e poi usa il piede perno verso sinistra dove sta Pelphrey. A 0.3 secondi la palla esce perfetta dalle sue mani. Feldhaus prova tardivamente ad ostacolarlo, Pelphrey può solo osservarlo.

“THE SHOT” sarà ricordato per sempre negli annuali del basket.

Duke vince e va per il Back to Back alle Final Four.

Gli eroi di Kentucky escono distrutti in lacrime.

Non potete giudicare la vostra incredibile carriera universitaria per 2.1 secondi” dice Pitino ai suoi negli spogliatoi “Quando uscite dalla doccia non voglio più lacrime”.

E tornano a casa da veri eroi. Dopo due sole settimane i quattro seniors vengono onorati col ritiro della maglia da parte di Kentucky. Oggi John Pelphrey è il coach di Arkansas, Doron Feldhaus dirige un campo da golf a Maysville, Sean Woods è vice allenatore di TCU e Richie Farmer, il più amato, ha provato la carriera politica arrivando ad essere il commissario per l’Agricoltura dello stato del Kentucky ma ora è nei guai per una brutta faccenda di corruzione e rischia due anni di prigione. Ma anche se con Coach Cal i Wildcats sono pieni di future stelle della NBA e corrono ogni anno per vincere il titolo NCAA per la Big Blue Nation loro sono “The Unforgettables- gli Indimenticabili”, coloro che avevano il vero sangue blue nelle vene.

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Potete ascoltare l’incipit dell’articolo, letto dall’autore, su Tripla Doppia in onda il martedi sera su BM Radio dalle 21.30