xmanCi sono giocatori che sono entrati nella storia per il loro immenso talento ed altri che invece sono entrati nel cuore dei tifosi per la loro passione ed abnegazione, per il sudore che elargivano copioso nella maglietta che indossavano, per il coraggio nei contatti, per la grinta buttata in campo e Xavier McDaniel è indubbiamente uno dei Top di questa seconda categoria.

Nasce nel 1963 nella dolce Columbia, la capitale del South Carolina, e cresce sereno in una città tranquilla e dal clima mite, il ragazzino cresce anche in altezza e mostra del talento per la pallacanestro ma invece di scegliere i locali, ed amatissimi, Gamecocks dell’università di South Carolina opta per andare nel Midwest in Kansas ma non nei Jayhawks bensì a Whicita State, college piuttosto oscuro a quei tempi e pure in probation per delle irregolarità, nel suo anno da freshman gioca con Antoine Carr e Cliff Levingston poi quando quest’ultimo passa nel 1982 nella NBA McDaniel diventa titolare e viaggia a 18.8 punti e 14.4 rimbalzi a partita salendo ad oltre 20 punti quando pure Carr nel ’83 passa pro andando all’Olimpia Milano. Ma nel suo anno da senior Xavier McDaniel entra nella leggenda diventando il primo giocatore della storia a vincere sia la classifica dei cannonieri che quella dei rimbalzisti della NCAA con 27.4 punti e 15 rimbalzi.

contro Worthy nella finali di conference

contro Worthy nella finali di conference

In quella stagione è inarrestabile, Dick Versace coach di Bradley osa pure affermare che le statistiche a rimbalzo di X venivano alterate ad arte dai rilevatori statistici di WSU, ebbene nello scontro diretto McDaniel gli segna 31 punti arpionando 17 rimbalzi ed a fine gara X-Man va dal coach chiedendogli di segnarsi questi numeri, nei due scontri successivi durante la stagione segnerà 43 e 33 punti pigliando 20 e 22 rimbalzi. Inutile dire che Versace diventa un suo fan. McDaniel trascina poi gli Shockers al Torneo NCAA dopo aver battuto nella finale della MVC Tulsa 84-82 grazie ai suoi 34 punti. In campo gli avversari ne sono terrorizzati, in un suo esperimento dinanzi allo specchio il senior di WSU si era rasato completamente testa e sopracciglia per aumentare il suo dominio psicologico sugli avversari, un vezzo che manterrà per tutta la carriera, anche la sua routine pre-gara era leggendaria: un pisolino dopo lo shootaround pomeridiano, doccia di mezz’ora sino a quando l’acqua diventava fredda. Poi una nuova doccia giunto all’Arena durante la quale rileggeva mentalmente lo scouting report  e musica a manetta ascoltando Run-D.M.C., Hall e Oates, Whodini e The Human League… “Visto che funzionava non l’ho mai cambiata

mentre cerca di strozzare Wes Matthews

mentre cerca di strozzare Wes Matthews

Nel draft del 1985 i Seattle Supersonics sono tremendamente indecisi fra scegliere lui o la leggenda locale Detlef Schrempf con la chiamata numero 4 ed alla fine chiamano McDaniel che candidamente è convinto che lo stato di Washington si trovi a Washington DC ma nonostante le sue deficienze geografiche diventa subito l’idolo della Emerald City, non è una gran squadra quella che trova: la stella è il bianco volante Tom Chambers col quale però X-Man forma una coppia di ali versatile ed interscambiabile ed un Jack Sikma in rotta con lo spogliatoio ma l’anno dopo arriva da Dallas un tiratore clamoroso, ma sin lì deludente, come Dale Ellis in cambio di Al Wood. Con l’arrivo di Ellis la squadra svolta, McDaniel è presto dominante viaggiando a 23 punti ed oltre 8 rebs. Nella stagione 86-87, dopo una stagione sotto il 50% di vittorie, i Sonics arrivano pure alle Finals della Western perdendo, nonostante quattro gare combattute, 4-0 coi Lakers. Ma nonostante i risultati siano buoni ma non eccellenti i tifosi sono letteralmente innamorati dei loro Sonics, il film “Singles-l’amore è un gioco” di Cameron Crowe fotografa bene la Seattle nell’epoca del grunge ed X-man, idolo del protagonista Campbell Scott, fa un cameo: durante l’amplesso del protagonista con Kyra Sedgwick per distrarsi e rimandare il coito Scott si immagina una conferenza stampa di McDaniel che girandosi verso la camera dichiara “e… Steve, aspetta ancora prima di venire…”

XMan a NY

XMan a NY

Il management invece è meno innamorato dei suoi tifosi. C’è Shawn Kemp da lanciare definitivamente e decidono di cambiare McDaniel nel 1991 con Phoenix in cambio di Eddie Johnson, fresco sesto uomo dell’anno, i tifosi non sono felici ma Johnson apre gli spazi in area col suo tiro letale dagli angoli e Kemp ormai è pronto per diventare una superstella della NBA… i Sonics mettono così le basi alla squadra che arriverà alle Finals NBA dove verrà fermata da Michael Jordan mentre McDaniel ritrova ai Suns Tom Chambers ma viene presto spedito a New York dove avverrà la seconda svolta della carriera ai Knicks di Pat Riley infatti va infatti a formare un muro di giocatori duri e scafati che fanno impazzire i tifosi della Big Apple.  L’apoteosi di questo gruppi di duri che annovera Anthony Mason, Charles Oakley, Greg Anthony, Gerald Wilkins e John Starks, oltre alla stella Pat Ewing, arriva nelle finali di conference del ‘92 all’ultimo sangue contro i Chicago Bulls. I Knicks tenendo il ritmo basso nelle prime sei gare portano Chicago a gara 7, la tensione è tremenda ed in campo volano colpi proibiti. Dopo l’ennesimo colpo intimidatorio di McDaniel contro Scottie Pippen si accende una rissa con Jordan che urla verso il nero 32 di NY “Fuck you X, Fuck you!” pigliandosi un tecnico a vicenda. Vincono però i Bulls 110-81 con 42 punti di MJ che vola poi a vincere il suo secondo titolo NBA.

L’estate successiva però X-Man viene scambiato ai Boston Celtics e poi ai New Jersey Nets con statistiche che progressivamente si esauriscono come la sua energia in campo che McDaniel tenta di compensare con giocate di esperienza. Oramai alla fine prova a rilanciarsi in Europa ed accetta un contratto da un milione di dollari con l’Iraklis che per la prima volta nella sua storia affronta l’Eurolega, la stagione è un disastro con la squadra che si scioglie in tensioni interne ma X-Man comunque chiude la carriera viaggiando a 18.5 punti, 9.1 rimbalzi e 2 assist. Il suo canto del cigno nell’Ellade.

McDaniel oggi

McDaniel oggi

Ritiratosi torna nel suo South Carolina a Blythewood, si diverte pure ad allenare lo SlamBall ed apre una ditta di costruzioni ed impresa di pulizie chiamata 34 X Man LLC oltre a seguire la carriera della figlia Xylina, nome meraviglioso, un’ala di 1.86 che gioca titolare nelle Tar Heels di North Carolina indossando il numero di maglia di daddy a Seattle ovvero il 34 ma che, grazie a Dio, non si rasa capelli e sopracciglia per incutere timore nelle avversarie come faceva papà.
Rivediamo la famosa rissa con MJ e Pippen: