INSOLITI NOTI 

Max Viggiani (fonte Paolo Santambrogio)

Per giorni ho pensato, senza grossi risultati, a un nome che rendesse   l’idea di quello che volevo fare con gli amici di Dailybasket. Poi una sera, guardando in televisione un vecchio film di Vittorio Gassman, I soliti ignoti, mi si è accesa la luce e mi sono detto : “La mia rubrica si chiamerà Insoliti Noti. Sì, è questo il nome che mi piace”. Riassume, infatti, l’intenzione di voler presentare giovani che normalmente non hanno visibilità e che però potrebbero rappresentare il futuro dello sport che tanto amiamo. Sui media giustamente non mancano interviste a Gallinari, Belinelli, Bargnani o a chi, come Polonara, si è già fatto conoscere e apprezzare in serie A. E dei ragazzi che nell’ombra, ogni giorno, sudano e si sacrificano in palestra, chi parlerà ? La risposta spero arrivi proprio da Insoliti Noti. Cercherò di raccontarvi la vita dei giovani very normal people che sognano di affermarsi nel basket. Anche quelli a cui sono stato vicino nelle mie 4 stagioni come dirigente accompagnatore del settore giovanile dell’Olimpia Milano, un’esperienza straordinaria e formativa. Se sono qui a scrivervi è anche merito dei dirigenti, degli allenatori, dei fisioterapisti, dei medici e soprattutto dei giocatori con cui ho collaborato e che mi hanno fatto innamorare letteralmente della pallacanestro. Poi le strade si sono divise. Credo che distaccarsi da una situazione della propria vita contribuisca ad apprezzarne a fondo il valore. E’ un pò la storia di vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto. Ora qui con voi inizio un’altra avventura che, mi auguro, mi regali grandi emozioni e soddisfazioni. Il tutto senza sottrarmi a eventuali critiche e valutando attentamente segnalazioni e pareri su [email protected] o sulla pagina Facebook di Insoliti noti che presto troverete sul web.

FRANCESCO CANDUSSI

Francesco Candussi (fonte Umana Reyer Venezia)

Francesco Candussi (fonte Umana Reyer Venezia)

Normalmente gli sportivi non amano molto parlare dopo una sconfitta, ma Francesco Candussi quando lo chiamo, poco dopo aver perso una partita con la sua Umana Reyer Venezia under 19, mi dice: “Dai, si facciamo 4 chiacchiere che mi rilasso un po’”. Al telefono ha la voce da ragazzo maturo, ben più maturo dei suoi 18 anni. Francesco è nato a Palmanova, in provincia di Udine, il 23 febbraio del 1994. Mamma e papà gli hanno dato due talenti in particolare e cioè l’altezza, 2 metri e 12 centimetri, e il sapere giocare a basket. “Ciccio”, come lo chiamano gli amici, su tutti Mirko Turel, ha le idee chiare: la pallacanestro è la sua vita ma senza dimenticare mai la scuola che, come mi precisa subito, forse ora è più importante del basket. Trascorre gran parte del proprio tempo tra le imprese di Andrea Bargnani e Tim Duncan, i giocatori a cui si ispira, lo studio e la lettura di quotidiani e libri. I romanzi storici, l’ultimo che ha letto è L’Impero dei draghi di Valerio Massimo Manfredi, non possono mancare nella borsa per le trasferte. Come tutti i giocatori ascolta tanta musica. Gli chiedo : “Francesco, se prendo adesso il tuo iPod che cosa ci trovo ?” Lui con estrema tranquillità mi risponde : “Pezzi hip hop, rap, jazz e Frank Sinatra”. “Frank Sinatra alla tua età ??” replico io. “Si, il nonno aveva sue cassette e suoi dischi e sono cresciuto ascoltandolo a manetta”. Continuiamo a parlare e scopro che Francesco è anche una buona forchetta a tavola e, come molti friulani, adora la pasta con la marcundela, piatto tipico a base di interiora di maiale. Tornando a parlare di basket mi dice che Matteo Boniciolli è l’allenatore con cui si è trovato meglio. Questione di intesa, spiega. Quando la nostra chiacchierata si sposta ancor più sul personale, Ciccio con decisione fa autocritica : “Ho un carattere non facile. Sono molto permaloso e pretendo tanto da me stesso e dagli altri. Mi piacerebbe essere perfetto e l’errore è la cosa che mi fa più incazzare, mi dà proprio fastidio !!” E a sentirlo gli danno molto fastidio anche i nostri politici : “Non ne stimo alcuno, a dire il vero. Apprezzo tanto, invece, l’ex presidente tedesco che per una storia di mazzette si è dimesso, cosa che da noi non succede quasi mai”.

Sento in sottofondo un gran casino, i compagni forse lo stanno chiamando e percepisco che Francesco inizia a essere inquieto. “Ciccio, stiamo parlando da una ventina di minuti. Ti sei rotto le scatole ?” “No no, mi risponde, è che non amo molto parlare al telefono. Non sono abituato. Uso il cellulare soprattutto per andare su internet, ma nemmeno più di tanto”. Capisco allora che è venuto il momento di salutarci. “Abbiamo finito. Dai un voto a questa intervista”. “Boh, non so. Va, ti dico 7. Potevamo fare di più”. “Ok Francesco, la prossima volta cercherò di fare meglio”. Lui sghignazza e mi saluta.

Le interviste di questa rubrica sono state realizzate con la gentile collaborazione delle società di appartenenza dei giovani giocatori e, per i minorenni, con il consenso scritto dei genitori degli atleti

MAX VIGGIANI