Valerio Bianchini

Un successo che può valere tanto in termini di appeal per il campionato di basket italiano. Negli ultimi cinque anni l’epilogo è stato il solito, con Siena che dominava in lungo e in largo, due passi avanti a ogni avversaria. È per questo che la vittoria che Milano ha centrato dopo 21 tentativi può aprire scenari diversi e riaccendere l’interesse per un campionato che rischiava di avere un’unica padrona. Lo pensa anche il «Vate», Valerio Bianchini, una leggenda della nostra pallacanestro, ora voce tecnica del basket su La7, alle prese con una nuova esperienza che lo affascina. «Stiamo uscendo dal medioevo cestistico».
La vittoria di Milano su Siena indica che è possibile un altro epilogo?
«Sì, si è già visto dall’inizio».
Allora non è un successo episodico?
«Come diceva Kipling “imparerai a trattare vittoria e sconfitta come impostori”, ma prima devi arrivare ad un certo livello. Milano si gioca partite punto a punto, attestandosi sui valori di Siena. Prima non succedeva».
Cosa è cambiato rispetto al passato?
«Armani è uscito dall’equivoco. Era entrato nel basket con un profilo troppo minimalista. In questa stagione ha fatto le cose in grande con un allenatore come Scariolo che ha dato una svolta. Sergio ha avuto il coraggio di aggiungere uno come Gallinari che, per la sua importanza, poteva alterare gli equilibri. Invece la risposta è stata positiva: il palasport è pieno e c’è entusiasmo».
Quanto c’è di Danilo in questa Milano?
«È un valore aggiunto notevole, soprattutto per una squadra in fase di formazione. Il suo talento e la sua fisicità coprono tante magagne iniziali».
Ma quando Gallo tornerà a Denver, Milano subirà il contraccolpo?
«Il problema di Sergio sarà quello di trovare i punti che garantiva Gallo. Danilo ha una spontaneità nel potenziale unica, è una esplosione di ormoni cestistici fantastica. Ma credo che col passare del tempo e con la crescita della squadra Scariolo non pagherà in modo drammatico la sua partenza».
Dove deve crescere?
«In regia. Cook non è ancora il giocatore che ci si aspettava».
Scariolo era il suo assistente quando vinse lo scudetto a Pesaro. Come l’ha ritrovato?
«Sergio è una persona di grande preparazione culturale e ha ormai una esperienza straordinaria. Ha già dimostrato di avere sicurezza e metodo, in una piazza che non ha voglia di aspettare».
In soldoni: vincerà di nuovo Siena?
«Resta favorita perché ha un impianto di gioco straordinario. Può vincere, ma non è così certo. Anche perché credo che a questo punto della sua storia Siena debba dare tutto nell’Eurolega, è nel suo destino. E se dovesse avere un calo di energie, Milano deve farsi trovare pronta».


Fonte: La Stampa - Francesco Carotti