Secondo appuntamento con Insoliti Noti, la rubrica diDailybasket sui nuovi giovani emergenti condotta da Max Viggiani. Il prossimo appuntamento è previsto per martedì 5 Giugno. Come sempre Max è disponibile per critiche, consigli e suggerimenti: [email protected] oppure sullapagina Facebook di Insoliti noti che presto troverete sul web.

MATTIA JAMES UDOM

 

Mattia Udom

Quando devo fare un’intervista mi lascio consigliare molto dall’istinto. Ho la sensazione che quella con Mattia James Udom, di mamma francese e papà nigeriano, non sarà una chiacchierata semplicissima. Lui è un ragazzo gentile ed educato, ma, per sua stessa ammissione, decisamente timido, almeno al primo impatto. Io non amo troppo le interviste istituzionali, mi annoiano e rischiano di inibirmi. L’inizio della nostra chiacchierata è esattamente questo. Mie domande politically correct e sue risposte ingessate e un po’ scontate. Così via l’elenco dei soliti dati : è nato a Bagno di Ripoli, in provincia di Firenze, il 17 novembre del 1993. Gioca nella Montepaschi Siena. Il suo ruolo è quello di ala grande. E’ alto 2 metri e un centimetro. Tutte informazioni che non è certo necessario che dia io, si possono trovare su internet tranquillamente. Allora, dopo una prima fase di studio, decido di attaccare e gli chiedo : “Mattia, hai mai avuto problemi per il colore della tua pelle ?” Lui mi risponde con una calma che sa di grande maturità : “Sai Max, una volta, durante una partita in serie C1, l’allenatore avversario, di cui non ricordo il nome e anche se lo ricordassi non lo direi, mi ha offeso perché sono nero. Io, al momento, in campo, non me ne sono nemmeno accorto, me lo hanno detto dopo i miei compagni. A me non interessa, problemi suoi, mi sorprende solo che nel 2012 ci siano ancora queste cose”. La famiglia di Mattia, come ammette con grande affetto lui stesso, è speciale. “Siamo in 5”, mi dice, “Tutti molto uniti. Qui a Siena mi trovo benissimo ma mi mancano mio fratello e mia sorella più piccoli. Rispetto i tanti sacrifici che hanno fatto e stanno facendo i miei genitori, motivo per cui cerco, non sempre riuscendoci, di mettere da parte i soldi che loro mi danno”. Il cambio di rotta fa sì che la nostra telefonata diventi come un gelato messo nel forno… si scioglie. Ora entrambi abbiamo più piacere di parlare e i toni sono più confidenziali seppur considerato il distacco che comunque c’è tra intervistatore e intervistato. “Nella mia scala dei valori metto prima l’amicizia rispetto all’amore”, esordisce Mattia “Forse anche perché non ho ancora incontrato il vero amore, la tipa che ti stende”. “Ogni ragazza mi colpisce in un modo diverso. Ci sono difetti che mi piacciono e che apprezzo”. Delusioni e gioie hanno fatto parte della sua giovane carriera agonistica nel basket. “Il primo anno con l’under 17 di Siena ho provato la sconfitta più amara e cioè la finale scudetto persa contro Pesaro. Mi sono rifatto, però, l’anno successivo vincendo il titolo sempre nella stessa categoria. E’ stato un anno fantastico con un gruppo fantastico”. Continuiamo a chiacchierare e il tempo passa. “Mattia, ti ho chiesto tante cose. Qual è la domanda che, però, non avresti voluto ti facessi ?” “Tutte e nessuna. Quando sai rispondere, ogni domanda è lecita e buona. Quando non hai cosa dire, ogni domanda rischia di essere sbagliata. Insomma, Max, non è colpa tua. Bravo, assolto”.

Le interviste di questa rubrica sono state realizzate con la gentile collaborazione delle società di appartenenza dei giovani giocatori e, per i minorenni, con il consenso scritto dei genitori degli atleti.

MAX VIGGIANI