Il Prof. Maurizio Mondoni

DailyBasket pubblica oggi la terza parte del Clinic tenuto in Colombia dal Prof. Maurizio Mondoni, dal tema:

 “L’individuazione e la ricerca del talento nella pallacanestro”.

Il transfert

 Nella produzione di una determinata attività motoria e sportiva quanto più ampia è la “banca dati”, tanto meno il S.N.C. deve creare una progressione cinetica, che indurrebbe ad un rallentamento dell’attività, compromettendo il raggiungimento dello scopo.

Praticamente se un Istruttore ha educato e sviluppato bene le capacità motorie ad esempio nel calcio, queste possono essere trasferite nel basket e viceversa.

 

Mancanza di comunicazione e gestione del gruppo, poche conoscenze di fisiologia, di teoria dell’allenamento e di effetti del movimento

 

Molti Allenatori non sanno comunicare con i loro atleti e non sono in grado di “gestire” il gruppo, non sanno distinguere l’età cronologica da quella biologica, non conoscono le “fasi sensibili” delle capacità motorie, pensano solo a fornire un modello ideale di prestazione adatto alle diverse età.

Conoscono solo la tecnica esasperata, gli schemi di gioco, non sanno utilizzare bene i feedback e non sono sempre in grado di “leggere” accuratamente le trasformazioni sociali per allestire strategie vincenti di ricerca e valorizzazione del talento sportivo.

E’ indispensabile una valutazione di tipo longitudinale che, sostanzialmente, può essere considerata come un calcolo del ritmo individuale di sviluppo motorio e come una possibile valutazione anticipatoria della presenza di condizioni positive di rapido sviluppo.

Oggi possiamo affermare che i modelli previsionali per la selezione del talento non sono ancora del tutto convincenti e pienamente utilizzabili per un sistema efficace di selezione.

La prestazione sportiva, infatti, è un fenomeno estremamente complesso con interazioni difficili da districare.

Certamente la raccolta a tappeto dei dati consentirà di chiarire maggiormente alcuni aspetti, ma al momento possiamo dire che non disponiamo per niente di un sistema sicuro di identificazione del talento.

Chi non è considerato “talento” si allena spesso in condizioni non idonee e con Allenatori non sempre all’altezza della situazione.

Chi non è ammesso ai raduni o nelle diverse squadre regionali o nazionali, non ha la possibilità di allenarsi in modo specifico e razionale e così le sue possibilità si riducono fortemente e ciò compromette certamente le successive possibilità di carriera.

Se vogliamo sviluppare Sistemi di controllo del talento di maggiore efficacia, essi si devono basare su sistemi dinamici di soglie o norme di riferimento individuali.

 

I criteri per una corretta selezione del talento

Sono:

1) altezza;

2) rapporto tra l’età biologica e quella cronologica;

3) misurazioni antropometriche;

4) test capacità motorie (generali e specifici)

 

Altezza

Nella pallacanestro la statura è certamente una soglia significativa e quindi ha un valore predittivo notevole per discriminare i giocatori che entreranno nelle squadre di un certo livello, rispetto a quelli che non entreranno mai. Si basa sull’altezza dei genitori ed eventualmente dei parenti, sul peso corporeo alla nascita, sull’accelerazione della crescita dai 4 ai 6 anni, sull’altezza attuale, sulla crescita nella pubertà, sul grado di maturazione dello scheletro (qualità dell’ossificazione) e sull’appartenenza ad un determinato gruppo etnico.

Esistono tre sistemi per calcolare l’altezza futura dei giovani:

 

1) Bersaglio genetico:

 

– maschi: statura del padre + statura della madre + 13 (numero fisso) diviso 2;

– femmine: statura della madre + statura del padre – 13 (numero fisso) diviso 2.

 

N.B. La variabilità è di 8 cm. in più o in meno.

 

2) Sistema:

 

  • per i maschi: altezza del padre + altezza della madre x 1,08 (numero fisso) diviso 2;
  • per le femmine: altezza del padre x 0,923 (numero fisso) +   altezza    della madre diviso 2.

 

3) “Metodo TW2” (R.H. Tanner, adattato da Nicoletti: statura bersaglio)

 

  • effettuare una radiografia della mano non dominante a 12 anni e meno soggetta a stimoli ambientali (numero di nuclei di ossificazione funzionanti) e confrontarla a 14-16 anni per le femmine e a 16-18 per i maschi.

 

Rapporto tra l’età biologica e quella cronologica

 L’Istruttore deve predisporre una griglia di osservazione individuale per ogni giocatore che tenga conto:

 

–         del peso;

–         dell’altezza;

–         dell’apertura delle braccia;

–         della maturazione del sistema scheletrico;

–         della maturità sessuale.

 

E’ importante conoscere bene l’età biologica dei giovani, perché si rischia di proporre allenamenti non corretti (pesi, pliometria, balzi), provocando in questo modo un rallentamento o la fine della crescita.

 

Misurazioni antropometriche

 E’ importante misurare in modo corretto e preciso l’altezza (altimetro), il peso (bilancia), il diametro della mano (per la presa), l’apertura delle braccia.

 

Le capacità motorie

Non è solo la statura che entra in gioco, ma anche le capacità motorie individuali (condizionali, di mobilità articolare, coordinative) recitano una parte molto importante, i risultati dei test somministrati, la volontà, la disponibilità alla prestazione (allenamenti), la capacità di gioco, la personalità, il carattere, la voglia di sacrificarsi.

E’ importante sottolineare che le componenti soglia della prestazione possono essere diverse nell’età giovanile rispetto a quelle di atleti di alto livello, anche se certamente alcuni predittori rimangono importanti per tutta la carriera di un atleta (capacità decisionale).

Le capacità di prestazione dei diversi atleti sono evidenti già in età pre-scolare e diventano maggiori con l’età, quindi è necessario mettere in atto, non tanto un sistema di predizione infallibile, ma un Sistema di controllo continuo “on line”.

 

Prof. Maurizio Mondoni