DailyBasket prosegue, con la seconda parte, la pubblicazione del testo del clinic tenuto in Colombia dal Prof. Maurizio Mondoni dal tema: “La ricerca e l’individuazione del talento nella pallacanestro”.

 

ISTRUTTORI ED ALLENATORI DI TALENTO PER ATLETI DI TALENTO

 

Le Federazioni Sportive devono organizzare corsi di formazione per creare Istruttori e Allenatori competenti, non solo basati sulla tecnica, ma anche e soprattutto sulla metodologia dell’insegnamento e dell’allenamento, sulla biologia, sulla biomeccanica, sulla comunicazione e gestione del gruppo. Sono noti i casi di giovani atleti pervenuti all’élite agonistica grazie all’appassionata azione di un Istruttore o di un Allenatore, dedicato totalmente a promuovere la carriera del giovane.

Un’azione di carattere strategico, però non si può affidare esclusivamente a una o più iniziative individuali, ma deve basarsi, per essere efficace, su di un Sistema. L’opera dell’Istruttore e dell’Allenatore preparato psicologicamente, tecnicamente e metodologicamente, è sicuramente un elemento determinante nel processo di individuazione e di ricerca del talento.

Purtroppo molti Istruttori e Allenatori non ricevono un costante flusso di informazioni, né dalla ricerca scientifica, né dalle Federazioni Sportive, attraverso un procedimento di valutazione costante dell’efficacia delle modalità impiegate attualmente nel far emergere il talento.

La creazione di “poli locali” di sviluppo di sport specifici e di “centri provinciali, regionali e nazionali” di monitoraggio del talento, adeguatamente sostenuti, può costituire un tentativo importante di risposta a questo problema.

Spesso gli Istruttori e gli Allenatori che dovrebbero occuparsi di queste problematiche, non si dedicano esclusivamente a questo, ma sono coinvolti in incarichi eccessivamente dispersivi che non permettono loro di essere concentrati sul percorso ottimale di ricerca e sostegno del talento.

Generalmente chi lavora con i giovanissimi non è preparato a questo tipo di attività, non conosce metodologie di insegnamento e di allenamento adeguate, è sottopagato e l’unico obiettivo è quello di vincere subito e “scovare” atleti da inserire o in prima squadra.

E’ necessario puntare soprattutto all’allestimento di un Sistema di “incubazione” del talento, che sia capace di utilizzare e incrementare i risultati della ricerca scientifica, ma allo stesso tempo si renda conto del ruolo decisivo svolto dagli Istruttori ed Allenatori e di tutta una serie di strutture e di supporto all’interno di una vera e propria strategia “mirata” di promozione e di sostegno.

E’ importante aspettare il talento tardivo e non selezionare precocemente gli atleti: molto spesso si fanno calcoli probabilistici errati.

 

Le Società Sportive devono investire su Istruttori e Allenatori competenti!

 

Il concetto di “incubazione del talento” esprime il riconoscimento dell’importanza degli aspetti di sostegno organizzativo, logistico e di servizio, la necessità di un coinvolgimento di soggetti e risorse diverse, della predisposizione di un ambiente ottimale.

E’ importante creare un Osservatorio delle capacità motorie dei singoli atleti a livello provinciale, regionale e nazionale e creare Istruttori e Allenatori competenti. I casi di abbandono dell’attività sportiva, anche per i soggetti ai quali era stata pronosticata una luminosa carriera, sono piuttosto comuni ed evidenziano la necessità di un sistema di sostegno che non può limitarsi solo ai raduni, alla somministrazione di test motori, a trasferte-premio, a corsi di formazione e di aggiornamento per i tecnici, a borse di studio o a sponsorizzazioni ai “candidati campioni”.

PREDIRE E CONTROLLARE IL TALENTO: questioni preliminari e di metodo

 

L’identificazione di strategie di individuazione ed incubazione del talento implica naturalmente la necessità di chiarire alcuni problemi preliminari:

 

–         esiste il problema talento?

–         quali strumenti e modelli di riferimento possono essere utilizzati per identificarlo e prevederne lo sviluppo?

–         quali sono le modalità ottimali per la realizzazione di efficaci azioni organizzate di selezione e di sostegno del talento che non siano fantascientifiche o inapplicabili?

–         esiste il problema del talento tardivo?

 

ESISTE IL TALENTO SPORTIVO?

 

E’ importante pronosticare che un soggetto sia o meno un talento?

In genere gli addetti ai lavori rispondono di sì.

E’ un fatto che ognuno di noi ha avuto esperienze di atleti che apprendono più velocemente di altri o che forniscono prestazioni elevate subito e quindi di grandi possibilità di progresso.

Il fatto, poi, che la maggior parte di atleti di livello provenga da un percorso di questo tipo, rinforza ulteriormente queste considerazioni.

E’ meno facile definire i criteri con cui stabiliamo che un soggetto sia un talento e quali siano i confini di applicazione di tale concetto. Ogni qualvolta ci si pone di fronte al compito di effettuare una previsione su di un talento, dobbiamo chiederci che “cosa vogliamo prevedere e a che cosa deve servire un metodo di previsione corretto di un talento sportivo?”

La risposta al secondo quesito è probabilmente più facile. Un metodo adeguato di previsione del talento serve soprattutto a evitare la dispersione delle risorse umane e non, a non investire tempo e denaro in un giovane atleta che potrebbe non rivelarsi poi ciò che ci aspettiamo.

Un planning strategico e predizione sono strettamente collegati tra loro; difficile è trovare ragioni forti a sostegno di una metodologia scientifica di identificazione e di ricerca del talento.

Per svolgere questo compito, una corretta metodologia di previsione e di controllo del talento dovrebbe essere in grado di discriminare gli atleti che avranno successo da quelli che non l’avranno.

A questo punto diventa importante definire cosa significa “avere successo nel trovare un talento” e quale è il rischio di errore che intendiamo correre, dato che ogni errore implica un costo.

La natura dell’errore dipende essenzialmente dal tipo di previsione che vogliamo fare e della tolleranza dell’errore che vogliamo accettare.

La determinazione del livello di accuratezza della predizione del talento è molto importante.

Se l’errore di previsione implica un costo, anche l’aumento della precisione implica costi in termini di tempo, denaro e risorse organizzative, che non sempre possono essere sostenuti per minimizzare in modo decisivo l’errore.

D’altra parte risparmiare risorse e avere un Sistema con notevoli probabilità di errore è un non senso, perciò l’investimento ridotto non produrrà gli effetti desiderati.

Fare previsioni significa verificare in seguito se le stesse hanno avuto un esito positivo.

Per mettere in piedi un Sistema efficace di previsione, dovremmo identificare come talento solo colui che poi consegue effettivamente risultati elevati e non chi, inizialmente sembra dotato e poi per una varietà di ragioni, non arriva ad esprimere pienamente le proprie potenzialità.

Molte volte gli Allenatori parlano di talenti bruciati, di talenti inespressi, di talenti incompresi, di atleti di successo che però non erano veri talenti: la risposta spesso è che in fondo non si trattava di un vero e proprio talento.

Questo modo di ragionare sfugge ai problemi e non ci permette di comprendere né come mai ci sia stata una valutazione errata all’inizio, né eventualmente, quali siano state le cause dell’interruzione della carriera di un atleta promettente.

La principale difficoltà di identificare il talento nasce soprattutto dal fatto che la prestazione sportiva è influenzata da molti fattori (genetici, potenziali, pratica motoria e sportiva negli anni sensibili, tipo di allenamenti).

Qualunque sia lo sport praticato, non è possibile limitare il talento al semplice possesso di caratteristiche biologiche vantaggiose.

La trasformazione del talento potenziale in talento attuale, implica certamente altri requisiti:

 

–         fattori psicologici e caratteriali (personalità, controllo emotivo, motivazioni intrinseche);

–         fattori di sostegno (servizi medici, ortopedici, tecnologie, staff).

 

Il talento sportivo è colui che è caratterizzato da presupposti di prestazioni adeguati, in rapporto al ventaglio di caratteristiche motorie e psicologiche che risultano significative per la pratica efficace di una determinata prestazione sportiva.

Definire “talento” un giovane promettente, significa creare una serie di aspettative nel soggetto e in tutte le persone che gli stanno attorno. Certamente queste aspettative possono avere conseguenze vantaggiose  in quanto sostengono pienamente le motivazioni e l’impegno del giovane atleta che si allena e gareggia, ma possono anche creare un corto circuito nel Sistema, nel caso in cui, per qualche ragione alle elevate aspettative non arrivino i successi attesi.