Il Prof. Maurizio Mondoni

Il Prof. Maurizio Mondoni, al ritorno dal clinic sull’individuazione del talento nel minibasket tenuto in Colombia, ha sottoposto a DailyBasket il testo del suo trattato. Ne riportiamo di seguito la prima parte.

 

Introduzione

 

Per molti Istruttori di pallacanestro a livello giovanile è molto importante conoscere se sia possibile riconoscere subito in un giovanissimo atleta inclinazioni verso la pallacanestro e avviarlo precocemente ad essa.

Esiste a questo scopo, una naturale tendenza a riconoscere particolari doti solamente nei soggetti che ottengono subito risultati tecnici notevoli in età precoce.

C’è da chiedersi se sia giusto che ciò avvenga nelle prime fasce d’età, oppure se non sia pedagogicamente più corretto, porre una maggiore attenzione all’evolversi delle caratteristiche cognitive, psichiche, fisiche e motorie nel corso dei successivi anni e considerare solo dopo il grado di padronanza tecnica, come “ruolo prevalente” dell’individuazione del talento.

Esiste una grande differenza tra avviamento precoce all’attività motoria e sportiva e specializzazione precoce.

Sicuramente l’avviamento all’attività motoria deve essere precoce, ma la specializzazione tecnica e la definizione dei ruoli devono seguire delle tappe obbligate nel corso degli anni e terminare successivamente con il perfezionamento progressivo della tecnica esecutiva, rispettando le leggi dell’accrescimento e dell’apprendimento.

Da anni le problematiche relative all’individuazione e alla ricerca del talento sportivo sono al centro delle discussioni di Allenatori, Istruttori, Pediatri, Medici, Psicologi, Sociologi, Ricercatori e Federazioni Sportive Nazionali.

Su questo tipo di ricerca sono stati investiti tempo, risorse umane e finanziarie, per identificare ed assistere il talento e molte Federazioni Sportive stanno impostando piani relativi alle procedure e alle strategie di ricerca e sostegno del talento.

In questi piani di individuazione e di ricerca del talento si tiene conto sia della necessità di prevedere il talento a partire da dati e informazioni raccolte sul giovane atleta in tempi più o meno lunghi, ma ai presupposti e alle riserve di prestazione), sia di allestire un sistema di sostegno organizzativo e metodologico per il potenziale talento.

 

L’abbandono

 

I casi di abbandono dell’attività sportiva (drop out), anche da parte di giovani atleti ai quali era stata pronosticata una luminosa carriera, sono piuttosto comuni ed evidenziano in tutte le discipline sportive, la necessità di trovare un sistema di sostegno del talento, che non può limitarsi semplicemente a corsi di formazione da parte delle Federazioni Sportive per Istruttori e Allenatori con modalità tradizionali o alla semplice erogazione di borse di studio o di altri servizi finanziari ai “candidati” campioni.

L’identificazione di strategie di individuazione ed incubazione del talento, implica la necessità di chiarire problemi importanti, quali:

 

–         l’esistenza del talento sportivo e la sua identificazione;

–         la qualità e l’efficacia degli strumenti ed i modelli di riferimento utilizzati a tal fine;

–         le modalità ottimali per la realizzazione di azioni organizzate di selezione e sostegno del talento, che tengano conto del contesto sociale ed economico in cui esse si impiantano.

 

Il problema della “ricerca del talento” risiede nella possibilità di sviluppare previsioni del talento con ragionevoli probabilità di successo a partire da dati empirici sintetici, senza procedimenti di selezione spietata o basati su pochi criteri o indicatori inadeguati.

Il problema della previsione e del sostegno del talento cambia completamente volto se è applicato solo a quelli che già praticano un determinato tipo di sport (individuale o di squadra), oppure se è considerato come strategia per identificare il potenziale campione sull’intera popolazione di riferimento, anche non ancora praticante un determinato tipo di sport.

La crisi demografica, gli effetti dell’intensa commercializzazione dello sport, la concorrenza tra le diverse attività sportive, la ricerca anticipata del successo, l’abbandono in età giovanile, hanno conseguenze piuttosto evidenti su queste problematiche.

In termini puramente statistico-probabilistici, le possibilità di reperire un talento sportivo, dipendono fortemente dal numero e dalla qualità degli atleti esistenti nel circuito abituale di reclutamento e specifico di ogni singola Federazione Sportiva, oltre che dal numero e dalla qualità degli atleti.

Le azioni di ricerca del talento hanno assunto in alcune occasioni le caratteristiche di una vera e propria “caccia” al campione, indirizzata verso le fasce d’età sempre più precoci e condotta, a volte, da Istruttori e Allenatori incapaci e impreparati che utilizzano metodologie di insegnamento e di allenamento non particolarmente avanzate dal punto di vista scientifico.

 

ISTRUTTORI ED ALLENATORI DI TALENTO PER ATLETI DI TALENTO

 

Le Federazioni Sportive devono organizzare corsi di formazione per creare Istruttori e Allenatori competenti, non solo basati sulla tecnica, ma anche e soprattutto sulla metodologia dell’insegnamento e dell’allenamento, sulla biologia, sulla biomeccanica, sulla comunicazione e gestione del gruppo. Sono noti i casi di giovani atleti pervenuti all’élite agonistica grazie all’appassionata azione di un Istruttore o di un Allenatore, dedicato totalmente a promuovere la carriera del giovane.

Un’azione di carattere strategico, però non si può affidare esclusivamente a una o più iniziative individuali, ma deve basarsi, per essere efficace, su di un Sistema. L’opera dell’Istruttore e dell’Allenatore preparato psicologicamente, tecnicamente e metodologicamente, è sicuramente un elemento determinante nel processo di individuazione e di ricerca del talento.

Purtroppo molti Istruttori e Allenatori non ricevono un costante flusso di informazioni, né dalla ricerca scientifica, né dalle Federazioni Sportive, attraverso un procedimento di valutazione costante dell’efficacia delle modalità impiegate attualmente nel far emergere il talento.

La creazione di “poli locali” di sviluppo di sport specifici e di “centri provinciali, regionali e nazionali” di monitoraggio del talento, adeguatamente sostenuti, può costituire un tentativo importante di risposta a questo problema.

Spesso gli Istruttori e gli Allenatori che dovrebbero occuparsi di queste problematiche, non si dedicano esclusivamente a questo, ma sono coinvolti in incarichi eccessivamente dispersivi che non permettono loro di essere concentrati sul percorso ottimale di ricerca e sostegno del talento.

Generalmente chi lavora con i giovanissimi non è preparato a questo tipo di attività, non conosce metodologie di insegnamento e di allenamento adeguate, è sottopagato e l’unico obiettivo è quello di vincere subito e “scovare” atleti da inserire o in prima squadra.

E’ necessario puntare soprattutto all’allestimento di un Sistema di “incubazione” del talento, che sia capace di utilizzare e incrementare i risultati della ricerca scientifica, ma allo stesso tempo si renda conto del ruolo decisivo svolto dagli Istruttori ed Allenatori e di tutta una serie di strutture e di supporto all’interno di una vera e propria strategia “mirata” di promozione e di sostegno.

E’ importante aspettare il talento tardivo e non selezionare precocemente gli atleti: molto spesso si fanno calcoli probabilistici errati.

 

Le Società Sportive devono investire su Istruttori e Allenatori competenti!

 

Il concetto di “incubazione del talento” esprime il riconoscimento dell’importanza degli aspetti di sostegno organizzativo, logistico e di servizio, la necessità di un coinvolgimento di soggetti e risorse diverse, della predisposizione di un ambiente ottimale.

E’ importante creare un Osservatorio delle capacità motorie dei singoli atleti a livello provinciale, regionale e nazionale e creare Istruttori e Allenatori competenti. I casi di abbandono dell’attività sportiva, anche per i soggetti ai quali era stata pronosticata una luminosa carriera, sono piuttosto comuni ed evidenziano la necessità di un sistema di sostegno che non può limitarsi solo ai raduni, alla somministrazione di test motori, a trasferte-premio, a corsi di formazione e di aggiornamento per i tecnici, a borse di studio o a sponsorizzazioni ai “candidati campioni”.