Di libri sul basket, negli anni, se ne sono visti. Di libri sulla musica, poi, non ne parliamo. Ma un’opera che metta insieme le due cose, indagandone le intersezioni e raccontandone le storie in modo competente e al contempo scanzonato, è una gradevolissima novità. E siamo orgogliosi di poter dire che sia stato il nostro Giuseppe Catani, cestofilo dall’orecchio fine, a cimentarsi in quest’impresa, partendo dall’apprezzatissima rubrica che da anni arricchisce le pagine di DailyBasket.

Un libro in cui “ci si infila di tutto, dal rock’n’roll alla trash music, dai cantautori alle band di fama planetaria, fino ai rapper e a chi, volente o nolente, pascola nel sottobosco dell’indie”, per dirla con le parole di Catani. Pagine che scorrono veloci come un taglio backdoor, tra le storie tutte a stelle e strisce di ghetto&Co. e quelle nostrane – per cultori – della Sensei Crew e dell'”ineffabile” Gigio Gresta, solo per citarne alcune. Non può mancare, ovviamente, l’epopea di “Odio il brodo” degli Skiantos, ma c’è anche spazio per un “tuffo” nei Balcani e uno – malinconico – nel breve capitolo rappettaro del compianto Kobe Bryant. Insomma, tutti i momenti, i contesti e i palcoscenici in cui palla a spicchi, chitarre, batterie e sintetizzatori hanno “palleggiato” all’unisono; un breve ma inedito compendio delle occasioni in cui la musica ha parlato di basket o il basket ha fatto musica.

Edito da Arcana, “Pick & rock” si può trovare nelle migliori librerie al prezzo di 14 euro. Un prezzo più che meritato per un’opera in cui a Catani riesce l’impresa non facile di raccontare il basket, nelle sue diverse epoche e realtà socio-geografiche, in una chiave nuova: quella di violino.