La freccia con cui Raul Lopez ha trafitto la Montepaschi allo scadere (foto euroleague.net)

UPS

RAUL LOPEZ – Come ha giustamente scritto giovedì mattina Massimo Oriani, collega della Gazzetta, se non fosse stato per le sue ginocchia fragili Raul Lopez non sarebbe stato qua. E senza la sua magia sulla sirena, magari, Siena sarebbe uscita indenne dalla bolgia della meravigliosa Bilbao Arena. Tanti, troppi gli infortuni che hanno rallentato la carriera del catalano che, nonostante un crociato già saltato nel 2002 con la maglia del Real Madrid, riuscì comunque a portare a compimento il proprio sogno di giocare in Nba. Dopo un ottima stagione da rookie a Utah (7 pts e 3.5 ast di media) le ginocchia di Lopez tornarono a fare crack sancendo anche la fine della sua avventura negli States, con nessuna franchigia disposta ad investire su un giocatore di 25 anni reduce da due gravi infortuni articolari. Da li il ritorno in Spagna, prima a Girona e poi due anni al Real a cercare di dribblare gli infortuni. Una nuova avventura all’estero al Khimki, dove per sei mesi è stato allenato da Scariolo, senza convincere ed il nuovo ritorno a casa dove Bilbao ha cercato la sua esperienza in ottica Eurolega. Contro Siena ha mandato in scena la sua miglior gara della stagione, 15 punti contro i 51 delle prime 13 gare, chiusa con il jump dalla media alla media, in faccia a Stonerook, che ha di fatto messo su un piatto d’argento la qualificazione alla formazione basca.

DASHAUN WOOD – Il playmaker dell’Alba Berlino, con i suoi già eliminati dalla corsa ai quarti di finale di EuroCup, ha mandato in scena la più classica delle vendette degli ex contro quella Benetton che, nell’estate del 2008, pensava di aver risolto tutti i suoi problemi in regia soffiando il nativo di Detroid a Cantù. L’avventura in terra veneta però non mantenne però le promesse (Wood veniva dai 16.9 punti e 3.3 assist del suo anno da rookie con Cantù) e si chiuse con 20 gare giocate, di cui appena 7 in quintetto, ad una media di 6.9 punti e tutte le cifre in netto calo. Pareva che la carriera di Wood, pur appena iniziata, fosse destinata ad un repentino ridimensionamento. Per ripartire l’ex Wright State ha scelto la Germania e, dopo un anno da Mvp della Bundesliga con Francoforte, ha seguito coach Herbert all’Alba Berlino. Contro Treviso, già impallinata all’andata con 18 punti, Wood ha giocato la sua miglior gara in EuroCup mettendo a segno 15 dei 20 finali dei teutonici, guidando la rimonta dei padroni di casa e costringendo così la Benetton a giocarsi la qualificazione all’ultima gara contro il Lietuvos Rytas.

Nicolò Melli, il migliore dell’EA7 Milano nell’ultimo mese (foto datasport.it/Andrea Ninni)

EA7 MILANO – L’impresa di Atene non è bastata a rimediare ad una situazione irrimediabilmente compromessa nelle prime tre gare di queste Top16. Ma la formazione di Scariolo, ancora in piena crisi ormonale tra arrivi e partenze, sta iniziando a mettere su piccoli mattoni su cui costruire le basi per un finale di campionato che in Piazzale Lotto si augurano sia in crescendo. Se analizziamo soltanto le ultime due gare disputate dall’Olimpia, la semifinale di Coppa Italia contro Siena con Facchini che di fatto ha impedito ai meneghini di giocarsi il finale e la trasferta ad OAKA, ci troviamo di fronte una formazione capace di impegnare allo stremo il meglio che hanno da offrire i campionati di Italia e Grecia, niente a che vedere dunque con la sorellastra messa sotto senza mezze misure da Sassari dieci giorni fa. Con Omar Cook, 12 assist e titolo di Mvp di giornata conquistato, ed un fantastico Nicolò Melli, top scorer con 13 punti e la perfezione del suo 3/3 dall’arco, a tirare il gruppo anche il Panathinaikos ha dovuto alzare bandiera bianca. Ora tocca a Rocca e compagni dimostrare se due rondini possono far primavera, o se l’inverno milanese è tutt’altro che finito.

DEVIN SMITH – Continuiamo a difendere il pensiero espresso quest’estate in fase di mercato, e cioè che Devin Smith è fuori contesto al Maccabi. I suoi 6.8 punti di media accompagnato da un misero 27% nel tiro da tre punti non fa che avvalorare la nostra tesi. Nella sofferta vittoria degli israeliani sullo Zalgiris però l’ex ala di Avellino è risultata decisiva con due stoppate negli ultimi tre minuti. La prima sul tentativo di schiacciata di Javtokas sul 63-62, e la seconda a 20″ dalla fine, sul 69-66, sulla tripla del possibile pareggio di Sonny Weems. In entrambe le occasioni Smith ha anche aggiunto al pregevole gesto atletico il recupero della palla.

LYNN GREER – Poco importa ai fini della straordinaria prestazione offerta da Lynn Greer sul campo del Fenerbahce, formazione che lo scorso anno lo scaricò additandolo quale causa di tutti i mali, il risultato finale del match. Per quello troverete infatti poco più in basso un analisi più dettagliata. Con 15 punti nel primo tempo, ed altrettanti nel secondo, Greer aveva infatti servito su un piatto d’argento la vittoria all’Unics. 4/8 da tre punti, 4/5 da tre punti, 13/14 ai liberi frutto degli 11 falli subiti, 6 rimbalzi e 6 assist. Il tutto per un roboante 43 di valutazione. Non è bastato, ma fare di meglio pare impossibile.

DOWNS

UNICS KAZAN – Dopo aver a lungo tessuto le lodi delle imprese messe a segno dalla compagine tartara, partita 3-0 con il sacco di Atene prima di inciampare ad Assago, oggi ci troviamo di fronte ad una squadra che, da sola, si è scavata una fossa da cui non sarà semplice riuscire a riemergere. Dopo aver dominato il match fino ad otto minuti dalla fine, 57-70 con Lynn Greer a farla da mattatore, ed essere ancora in controllo sul 73-79 ad 1’23” dalla sirena finale, i tartari hanno visto bene di farsi portare al supplementare e poi gettare al vento il +5 dell’andata e complicare così un passaggio del turno che, solo due turni pareva essere più sicuro dei Bund tedeschi!

Lynn Greer, 33 punti e 6 assist non sono bastati per domare il Fenerbahce (foto euroleague.net)

OLYMPIACOS PIREO – Brutta maniera di regalare al Cska la qualificazione ai quarti per i greci che ora dovranno assimilare il -32 subito nella capitale russa e preparare una grande partita contro il Galatasaray. Va da se che i moscoviti, reduci dalla prima sconfitta europea della stagione, sono entrati in campo determinati a mandare un messaggio di terrore alle altre contender, ma nel primo tempo si è vista una sola formazione in campo. 30-16 al decimo, 54-26 all’intervallo e secondo tempo di pura accademia con entrambe le panchine svuotate e molto spazio per le seconde linee.

ANADOLU EFES – Mancava solo la conferma del campo per sancire l’eliminazione dell’Efes da questa Eurolega. Non che si sperasse in quale miracolo da parte degli uomini di coach Sarica, ma quello che ci è piaciuto meno è stato l’atteggiamento dei birrai. Sempre sotto nel punteggio, con soltanto Barac (16) e Vujacic (15) capaci di andare in doppia cifra, Tunceri e compagni hanno chiuso con un pessimo 13/21 ai liberi. Neppure il ritorno tra i dodici di Kerem Gonlum, out da Agosto per la ricostruzione del crociato, ha funzionato da amuleto. Il suo rientro quantomeno sarà fondamentale in campionato per concedere un minimo di riposo a Dusko Savanovic, apparso veramente stremato (4 punti, 1/7 dal campo) ma nonostante ciò tenuto sul parquet per 37 minuti dalla misteriosa gestione di Sarica.