Il primo libro che svela (in parte…) la genesi del campione dell’EA7. Pronto allo sbarco in Nba. Ma soprattutto a riscrivere nuove pagine di leggenda. Dopo quella paterna. Da guerriero (spesso) incompreso. Ma era tutto scritto, se tuo padre è Nando e il tuo mentore si chiama Boscia Tanjevic..

“Gentile secondo Ale”, di Vincenzo Di Schiavi

Basketcoach.Net, 9 euro e 99 centesimi, dicembre 2014

librogentile

Tutto comincia l’1 gennaio 1967, a Caserta. Dove, e quando, ha inizio l’epopea di Nandokan Gentile. Tutto prosegue una sera di ottobre del 1983, quando in diretta Rai uno scugnizzo 16enne semina il panico al Pianella di Cantù, sotto gli occhi della Rai e di Aldo Giordani, che chiama ‘La Gioia’ uno sconociuto ragazzino lanciato sul campo dallo zingaro triste e romanzesco Boscia Tanjevic, che dopo Delibasic e tanti altri aveva trovato negli occhi di Nando Gentile le stigmate umane del Guerriero. Nel 1991 lo scugnizzo di allora zittisce i 12mila del Forum, lancia Caserta nell’Olimpo del basket e porta il primo scudetto al Sud. Giorni dopo, deposita una corona di fiori sulla tomba di Giovanni Maggiò,  che quel miracolo lo inventò ma non potè vederne il compimento.

Nel 1992, il 12 novembre, 3 anni dopo il primogenito Stefano, a Maddaloni nasce Alessandro Gentile, secondo figlio di Nando e Maria Vittoria. Il destino del guerriero si compie, ancora una volta. Gli Dei del Basket, raccontano, quel giorno si riunirono e presero la decisione. Non c’era modo di arginare l’espansione della leggenda: dopo Nando, la più feroce arma letale e vincente mai vista su un parquet in Italia (e non solo), sarebbe toccato a un bambino spesso irriso per il peso (eccessivo). Per realizzare il piano, serviva uno strumento potente, un richiamo ancestrale alla lotta sportiva nella sua più intima e fulgida essenza. Ci voleva Boscia Tanjevic. Finissimo lettore, Boscia del resto sapeva- per mezzo di Alexandre Dumas- che «davvero, gli uomini non sono tutti eguali.» 

Negli occhi di quel bimbo, che affettuosamente (ci ricorda Vincenzo Di Schiavi, penna emergente della Rosea, in ‘Gentile secondo Ale’, il libro sul capitano dell’Olimpia EA7 uscito appena prima di Natale, quindi poche settimane fa) Boscia chiama ‘Picio’, l’ex allenatore del leggendario  Bosna Sarajevo, e della Caserta di Gentile sr., Esposito, Oscar e Dell’Agnello, intravede qualcosa. Una luce, non ancora un abbaglio. E saranno bastate poche occhiate tra lui e Nando, che nel libro non ci sono ma è come se ci fossero, per intendersi sul da fare. La Leggenda si sarebbe perpetuata, ma non sarebbe stato facile. Guerriero il padre, guerriero il figlio. “Nando e Alessandro sono del tutto simili, a volte identitici. Solo che Nando è un vulcano che si cheta, Alessandro un vulcano incapace di chetarsi“. Ce li descrisse così Riccardo Sbezzi, non solo agente di entrambi, ma per Ale qualcosa di più. Un familiare, che molti ormai conoscono per le sfuriate in difesa del suo pupillo, un istinto di protezione ancestrale, che ha poco a che vedere coi contratti, e molto di più col sangue. Con la preoccupazione, l’urgenza, di allevare la Leggenda preparandola al contatto con l’arena, dove si sarebbe assunto la condizione di bersaglio preferito delle tifoserie avverse. Perché il Guerriero è quello che, dopo la sconfitta contro Siena in gara 7, 23 maggio 2013, 90-80 per la Mens Sana e 25 punti di un superbo Hackett, se ne sta per giorni a soffrire ‘dentro’. Quello che, di lì a poco, vede approdare in casacca biancorossa il blocco vincente di quella stessa formazione: Banchi, Moss, Hackett, Danesi.. E allora, se il professionista è tenuto a onorare i contratti e agire per il bene della squadra, il Guerriero esula da tutto e da tutti. E nel libro di Di Schiavi questi aspetti s’intersecano, si sovrappongono, si completano..

L’INFANZIA E L’ESTRANEITA’ DEL PARQUET. IL SECONDO PILOTA DEL ‘DIABLO’

Milano, Atene, Udine. Il secondo Gentile jr passa da una città all’altra, ma la pallacanestro sembra lontana, remota. Il giorno del  battesimo, da vera saga sudista, l’officiante del sacramento- don Mario- pontifica ai giornali locali: ‘Sarà più forte del padre’. Il Predestinato, Alessandro, incontra sulla sua strada il fratello minore di Nando: si chiama Vincenzo Esposito..

“Il dolore è fortissimo, il ginocchio ha fatto crack, ma non ne ne frega un cazzo di niente . Voglio vedere la partita. Vogliamo vincere”. E’ un Franco Lauro basito quello che intervista Enzino Esposito nel 1991, il pomeriggio di gara 7, quando il futuro giocatore dei Raptors in Nba si frantuma l’arto, ma anziché andarsene negli spogliatoi rimane a bordo campo, mentre Nandokan orchestra i ritmi che porteranno gli scugnizzi di Marcelletti a entrare nel ‘mood’ della leggenda. Ed è sempre Enzino a intravedere, negli occhi di quel bambino di 10 anni, è il 2002, qualcosa di speciale. E allora ne fa il compagno di zingarate: sulla Mercedes di Enzino, il Diablo e Alessandro si divertono a lanciare razzi e petardi ai malcapitati benzinai di Udine. Una sera Enzino si incazza (succede spesso), prende tutto e sale sulla Mercedes. Gira per mezz’ora attorno a una rotonda, per capire come uscire dalla città. La Mercedes è sbrindellata dal rottweiler di Enzo, e Gentile jr ci sguazza come un pesce.. Provate a toccarlo nell’orgoglio, adesso..

LE SOFFERENZA DELLA DOTTA, IL PASSAGGIO A TREVISO

In principio fu Nandokan (Savino Paolella)

In principio fu Nandokan (Savino Paolella)

Giordano Consolini è uno dei più importanti allenatori giovanili italiani, in forza alla Virtus Bologna da lunga pezza; un coach dal capitale d’esperienza smisurato. Ma con Alessandro, recita semplicemente il libro, prende un abbaglio. “Non è adatto”, sentenzia. Capita, di sbagliare. Gentile jr se la segna, l’infausta preview, e negli incontri successivi contro Bologna- con indosso la nuova canotta di  Treviso (dove nel frattempo è sbarcato, auspice Fabio Corbani) – Gentile prima dice 37, poi affonda la Virtus sotto 50 punti (anni dopo, i tifosi di Pistoia esporranno uno striscione poco elegante nei confronti della signora Gentile: andate a chieder loro com’è finita, e come ha giocato Alessandro..). Dal 2007 al 2009 la crescita fisica di Alessandro è portentosa, unitamente a quella tecnica. Diventa una guardia di 2 metri da 100 (e vai) chili. Adesso, sotto gli occhi e le mani di Danesi, è arrivato a 100 con l’11% di grasso. Perdendo ulteriormente massa grassa, acquisirà velocità. Che, combinata alla potenza, costituiranno l’asset su cui l’Nba- Houston, o chissà chi altri- potrebbe investire dollari sonanti, in un futuro prossimo. Il 12 ottobre 2009 l’esordio in serie A, contro Cantù. Non ha ancora 17 anni. Nel frattempo, i raduni con la Nazionale diventano la consuetudine dei mesi estivi. Giovanile, senior, gli Europei.. Gentile e la Nazionale, un richiamo ancestrale. Fa pure rima..

LA SCELTA DI ARMANI. E SCARIOLO. E QUEL PREMIO PARTITA..

Il 17 dicembre 2011, ricorderanno i tifosi milanesi, è una data che fa parte della lunga striscia di sofferenze sportive patite dall’Armani di Sergio Scariolo. Niente scudetto,  brutte figure casalinghe in Eurolega, i pesanti rimbrotti del Forum, dov’era diventato difficile, molto difficile, giocare senza venire contestati. E’ però il giorno in cui l’Armani, Livio Proli e Sergio Scariolo firmano Gentile. Che, rivela Di Schavi, si deve sobbarcare (a 19 anni…) anche il pagamento del contratto di Jeff Viggiano, per le consuete alchimie di mercato. E’ con Proli, che ha lasciato la presidenza dopo lo scudetto 2014 e le tante polemiche seguite ai copiosi investimenti sempre disgiunti dal successo sportivo, che Alessandro costruisce un rapporto particolare. Differente, nel libro lo si coglie chiaramente, da quello intessuto con Luca Banchi (che ovviamente si rifà a quanto detto poc’anzi..). Un rapporto cementato grazie al potente alone di carisma e di leadership che Giorgio Armani, ovviamente, emana. L’incontro tra la cazzimma del giovane campione e i giocatori di un club che si era disabituato a vincere non è sempre facile. Nel 2012 Milano arriva in finale contro Siena, ma per evitare l’onta del cappotto la società promette ai giocatori di girar loro l’intero incasso di gara 4, per evitare l’umiliante 4 a 0.. Milano vincerà quel match, ma Siena vincerà 4 a 1. Il premio sarà dato, qualcuno chiederà persino se la cifra fosse lorda o netta (….), ma Gentile jr non ci sta. E’ in quel momento uno dei meno pagati della rosa, però devolve la sua parte tra gli addetti della squadra rimasti esclusi. E forse, quel giorno, comincia a costruire la vittoria del 2014.. Quando, battuta Siena nella drammatica gara 7, Alessandro supera le persone come fossero ostacoli per abbracciare mamma, fratello, fidanzata, Sbezzi, la zia. E naturalmente Nandokan. E’ il compimento del disegno, consolidatosi però nelle notti in cui Milano demolisce Olympiakos e Barcellona, prima di cadere rovinosamente contro il Maccabi.

TRA MILANO E L’NBA, TRA I NAVIGLI E IL WEST

Boscia  e il Destino guerriero (foto A.Bignami)

Boscia e il Destino guerriero (foto A.Bignami)

Dopo lo scudetto 2014, la firma dell’adeguamento contrattuale con l’EA7. Le sirene di Barcellona e del Cska non scalfiscono la convinzione del figlio di Nandokan: resta a Milano, seppur a cifre inferiori di quelle che guadagnerebbe all’estero. E a Houston, dove la scelta numero 53 del draft 2014 potrebbe finire con un contratto con tanti zeri (dopo aver ingolosito, a quanto pare, formazioni del calibro di Cska e Barcellona). Cifre da stella, considerando che ha appena 22 anni e non ha fatto un giorno al college. Ma se non l’avete capito, Ale Gentile è così. E’ figlio di un Destino. Di una Storia. Poi, certo, la condizione attuale in cui si trova nel club di Armani e Flavio Portaluppi è tale da conferirgli l’allure di stella. Ma domani, che sarà domani? Si compirà quel Destino, com’è naturale che sia. Ma prima Alessandro vuole chetare, se non il vulcano, la sete di vittoria. E cacciare per sempre gli incubi dei playoff 2012 e 2013

‘PERDIAMO SOLO SE MI RUBANO L’ANIMA’. IL FURIBONO SERNA, E QUEL PREQUEL..

Il Furibondo Serna

Il Furibondo Serna

Se fosse una tragedia greca, la carriera di Alessandro Gentile vivrebbe il suo climax nella sesta gara della serie 2014, quando Siena può vincere lo scudetto in casa-prima di scomparire dal basket che conta- e invece viene riportata al Forum da una sensazionale prova di Ale e dal canestro di Jerrels. Che sarebbe finita così, tra urla e insulti che non fanno altro che esaltare il suo animus pugnandi,il clan Gentile e Livio Proli lo sapevano dalla notte precedente la partita. Quando il non ancora 22enne giovane asso manda questo sms: ‘A Siena vinciamo. Perdiamo solo se mi rubano l’anima”. Rimangono tutti basiti. Non è il linguaggio abituale di un giocatore di basket. Quella sera, Alessandro impone al suo clan di presenziare al PalaEstra. In campo sente l’odore del sangue. Come Danilovic, come  Bodiroga, come Nando.. Come Boscia: “L’unica mia forma di egoismo, adesso, è il desiderio di sentirmi amato”. Tutti sappiamo, come finirà.

Questa recensione, invece, finisce con un invito. Nessuno ve l’ha detto, ma ‘Gentile secondo Ale’ ha un prequel: L’uomo dell’ultimo tiro, la biografia di Nandokan scritta da Sante Roperto nel 2012. Non puoi leggere quindi capire Alessandro se prima  non leggi, e capisci, quello che è stato scritto su Nando. Soprattutto, quello che scrisse Oscar Eleni:

“Il Furibono Serna, il nostro Fuser (Ernesto Che Guevara, ndr), che non abbandonava mai il campo, anche alla fine dell’allenamento, un po’ come il fratellastro Vincenzino Esposito, ci  è rimasto nella mente anche quando non era più un giovane principe, ma stava diventando una persona diversa, perché anche i rivoluzionari, se non cadono prima, finiscono per alzare le braccia davanti a chi sostituisce il fucile con il cannone, mentre loro continuano a girare fidandosi soltanto della pistola”

Amen.