PAGELLE BRINDISI

BANKS 8,5 (21 punti, 6 rimbalzi, 4 assist, 25 di valutazione): 34 anni da compiere a febbraio, due mocciosi a carico eppure gioca con la freschezza di un ragazzino e con in più il carisma che deve avere un capitano che si rispetti. Nelle prime azioni della prima frazione con due triple fa subito capire che nella portuale Brindisi soffia un brutto vento di tramontana per Venezia! Anche stavolta, poi, è nel terzo quarto come contro Pesaro ( un tempino che, ad esempio, era di grande sofferenza sovente durante le gestioni Sacchetti e dell’Agnello) che decide di picchiare duro e di ricacciare una Venezia che più di caparbietà che di vero piano di gioco stava cercando il sorpasso. Come se non bastasse, le quattro statistiche tutte sottolineate disegnano una prestazione davvero a tutto tondo. Il signore dei terzi quarti.

Adrian Banks, MVP del settimo turno di Lega A (foto di repertorio)

GASPARDO 7,5 (12 punti, 6 rimbalzi): Pare essere tornato il cestista che tanto era stato utile alle sorti di Pistoia due anni or sono e in parte a Reggio Emilia quello precedente. Più propensione al tiro e più coraggio negli uno vs uno. Strappa anche gli applausi del pubblico per un paio di rimbalzi catturati con pose plastiche. Franco trampoliere.

ZANELLI 7,5- (10 punti, 3 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata, 5 falli subiti): Ai nastri di partenza del campionato chi riteneva Brindisi priva di elementi di affidamento in panchina non aveva tenuto in considerazione la crescita di questo ragazzo della provincia di Treviso. Gioca 2 minuti e mezzo in più di Thompson che di norma dovrebbe essere il play americano titolare, senza che quest’ultimo fosse infortunato, chi l’avrebbe mai detto? Grande è la sua sfacciataggine nel tirare in faccia ai difensori veneziani da oltre l’arco, come la visione di gioco e il feeling crescente con i compagni di squadra, uno scricciolo che molte volte si può fermare solo in modo non regolamentare. Si prende pure la soddisfazione di stoppare l’eterno Filloy, e un giorno potrà raccontarlo davanti al caminetto ai propri nipotini, sempreché una scena così idilliaca sia possibile nel futuro distopico che pare prospettarsi per tutti…Io sono playmaker, e voi non siete un BIP!

THOMPSON 7 (7 punti, 3 rimbalzi): Prima di quell’azione rocambolesca sul 68-65 è da grave insufficienza perché mai è coinvolto in attacco e persino il linguaggio del corpo penzolante non induce i compagni a passargli la sfera, poi a quattro decimi di secondo dallo scadere dei 24 tira fuori dal cilindro una parabola che trova solo il fondo della retina per quel 71-65 a 150 secondi dallo scadere che fa capire a Venezia che forse la partita è scivolata via dalle dita. Gasatosi, importanti anche gli altri quattro punti in serie che fanno arrivare la Happy Casa a 75 prima del leggero patema finale. Occhio per a non giocare sempre così, o un Zanelli in tale forma potrebbe poco a poco levargli il posto dal quintetto iniziale. Eruttivo.

MARTIN 6,5 (8 punti, 5 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata, 2 schiacciate): Tanta voglia di spaccare partita e canestri unita però anche a mancanza di freddezza quando è il caso di fermarsi e si sta parlando della linea del tiro libero (0/4 specie il 0/2 nei concitati secondi finali). Tutto sommato è meglio avere giocatori come Martin che svogliati nelle fila della propria squadra ( qualsiasi riferimento a Kenneth Kadji e Đorđe Gagić non è puramente casuale). Black Bull.

STONE T. 5,5+ (5 punti, 3 rimbalzi, 3 assist, 1 schiacciata): Non una buona gara per il centro di Brindisi, impreciso a canestro e con la mancanza di lucidità tipica di chi non si sia nutrito bene in vista di questo strano orario prandiale (che, per inciso, spesso si tratta di pastasciutta e pane farcito per avere una rapida assimilazione di proteine). Frank, butta la pasta!

BROWN 5,5 (10 punti, 4 rimbalzi,1 assist, 3 palle recuperate): Sul lato di marcatura nulla da dire come al solito, meno scintillante in attacco giacché trova un pochino di requie soltanto quando non c’è nel pitturato un preponderante Watt. Non sono nemmeno da lui alcune disattenzioni sotto canestro, come ad esempio quando su una rimessa cade come un pivello a una trappolina di De Nicolao, non esattamente un gigantone, che gli dà quel tanto di fastidio per fargli perdere il controllo del pallone. In silenzio e in disparte.

IANNUZZI 4 (1 rimbalzo): Il suo minutaggio di 4 minuti scarsi potrebbe metterlo al riparo da sferzanti giudizi- basti pensare il s.v a Campogrande dopo questa pagella sebbene abbia giocato circa 6 minuti- se non che non azzecchi una scelta in attacco e difesa, fa 0/2 ai liberi e dà quel senso di frustrazione quando a Venezia esce un Vidmar ed entra un Daye mentre coach Vitucci per ragioni di turnaggio ad un certo punto deve farlo entrare, tanto è vero che con lui in campo Brindisi passa da un tranquillo +17 al +11 prima dell’intervallo lungo. 7, la disgrazia.

CAMPOGRANDE (2 punti) S.V.

COACH VITUCCI 7: Non si battono Milano e Venezia nelle prime giornate di campionato, e si sta parlando delle due compagini che dovrebbero giocarsi la finale scudetto limitatamente alla profondità e qualità di roster, se non si riesce a dare un gioco e una solidità mentale al proprio team. Registra nuovamente la difesa nel momento più importante ed è capace di scuotere sempre la squadra al momento in cui chiede time out. Giustissima poi in sala stampa l’invettiva “verso ignoti” su chi spettegola di cosa fanno i giocatori fuori dal campo, perché il tempo libero è sacro e anzi è quello il momento in cui qualcuno si costruisce una vita: non si può sempre studiare § lavorare. Reazionario.

 

PAGELLE VENEZIA

 

WATT 7,5- (13 punti, 9 rimbalzi, 1 assist, 2 schiacciate, 1 stoppata, 22 di valutazione): E’ curioso come coach De Raffaele gli abbia preferito in quintetto Vidmar, quando fino a pochi mesi fa nei playoff era perfino dietro nelle gerarchie a Paul Biligha. Pur entrando a freddo si dimostra il classico centro moderno, che sfrutta i centimetri per vincere i duelli quando è accoppiato a un piccolo avversario e l’atletismo per superare pivot più massicci. Lascia sul posto spesso Stone, e nel pitturato se ha il pallone sono quasi sempre due punti agevoli, e purtroppo per le sorti di Venezia pagano  le ben 7 palle perse e un brutto 3/8 ai liberi. Dolomitico.

DAYE 6,5 (12 punti, 6 rimbalzi): Per il salvatore della patria pesarese nel 2015/2016 e per il neutralizzatore di Thomas nella finale scudetto contro Sassari della scorsa tarda primavera una buona partita offensivamente prima di scivolare inesorabilmente nel nervosismo ed uscire nell’ultimo quarto per raggiunto limite di falli. Daye ahi ahi!

DE NICOLAO 6,5- (9 punti, 1 rimbalzo, 4 assist): Il coach capisce in corso d’opera che nel ruolo di 1 è molto meglio di Stone, essendo l’unico che riesce a trovare con facilità il compagno libero a tiro e senza neanche tirare indietro le mani quando si tratta di commettere furbi falli tattici. Volpe scaltra*.

CHAPPELL 6+ (12 punti, 5 rimbalzi, 1 assist): Una sapiente miscela di difesa forte ed efficacia di offendere cui il coach non rinuncia facilmente, tanto è vero che è il veneziano col maggiore minutaggio. Nell’interessante duello con Martin sotto canestro , lo spartiacque tra la Brindisi dello scorso anno più accorta del 2018/19 e questa attuale più “sbarazzina”, una volta lo supera anche perché Kelvin va a farfalline e nell’altra invece viene cancellato malamente. 1-1, palla al centro.

Chappell Jeremy foto R. Caruso 2018)

Il grande ex Chappell Jeremy, qui ancora in maglia canturina  (foto R. Caruso 2018)

STONE J. 5,5 (8 punti, 6 rimbalzi, 1 assist): La costanza di rendimento di certo non è il suo forte, e quest’anno non c’è più nemmeno Haynez che con sue capacità balistiche spesso e volentieri celava le sue prestazioni sottotono, e anche le voci recenti di un possibile ingaggio del forte ex-Armani Goudelock non lo hanno aiutato in questo processo di responsabilizzazione. Si nota soprattutto per un bello slalom in area brindisina nel primo quarto per una azione da 3 punti- più demerito della difesa che merito suo- ma sostanziando la sua gara presenta un parallelismo con quella del contraltare Thompson, con il suo sostituto italiano- nel suo caso De Nicolao- a giocare alquanto meglio. Il -18 di plus minus è ai limiti dell’ignominia, in una partita in cui Venezia ha tanto sofferto per tenere il passo di Brindisi. Oneri e soverchi.

TONUT 5,5 (4 punti,2 rimbalzi, 2 assist): Per il figlio d’arte di Alberto una partita che è la cartina al tornasole di un inizio boccheggiante, non confacente al suo indubbio talento. Si vuole pensare che il coach lo voglia preservare per l’Eurocup, ma piuttosto che guardare al grande e asettico giardino altrui (la massacrante coppa Europea) non sarebbe meglio preservare e difendere il proprio, più piccolo e confortevole (il campionato e una scudetto da difendere)? Ce lo dice l’Europa! (cit.)

VIDMAR 5,5- (5 punti, 1 assist): Il centro titolare di Venezia che non cattura nemmeno un rimbalzo, è lento e macchinoso. Non benissimo. GASPERopode.

BRAMOS 5+ (5 punti, 1 rimbalzo, 2 assist): Uno dei motivi intrinsechi alla vittoria della HappyCasa Brindisi è essere riuscita a non mettere mai in ritmo l’altrimenti preciso fromboliere ellenico  (1/6 dalla lunga distanza), come invece non era riuscito nella sconfitta di Varese ove gente come Peak e Mayo ha subito trovato confidenza col canestro. Spizzatu intra.**

CERELLA 5 (2 rimbalzi):  Consueta abnegazione nella metà campo difensiva, in attacco non si prende però neppure un tiro. Una partita, dunque, come la saliva. Non attacca.

FILLOY 5 (3 punti, 4 rimbalzi): Solo la tripla del 62-55 da segnalare, quando Venezia prova a ricuperare l’ennesima doppia cifra di svantaggio, senza dare mai quel quantitativo di “garra” sudamericana che sarebbe servito per completare la rimonta. Può però consolarsi con la capigliatura che rimane sempre bella folta, mentre al compagno Chappell la stempiatura apicale è sempre più marcata ed irreversibile. Belli capelli.

COACH DE RAFFAELE 5,5: Riesce a rimanere attaccato alla gara fino alla seconda frazione di gioco, quando la squadra comincia a mostrare problemi nel fraseggio e a costruire buone trame di gioco. Sempre costretto ad inseguire, non trova mai qualcuno a cui affidare completamente le sorti del match, incappando dunque nella quarta sconfitta su quattro in trasferta in questo inizio di campionato, piuttosto preoccupante per la squadra che, comunque sia, è campionessa d’Italia in carica. Nostalgia di casa.

* Carta dell’espansione Quidditch ® Cup  del gioco di carte collezionabili dedicato ad Harry Potter, rarità comune, 54/80.

 ** In vernacolo brindisino indica qualsiasi cosa che poteva essere meravigliosa ma che un contrattempo iniziale ha impedito di esserla, compromettendola.