Vigilia playoff, Cantù padrona del proprio destino. Con occhi e orecchi a Trento e al Forum. Dove uno come Alessandro Gentile, però,non giocherà mai per perdere. E dove la società…

 

CANTU’ (Como) – Cielo plumbeo e nubi grigie a Cantucky, sopra il Pianella. Pino Sacripanti e l’Acqua Vitasnella sono alla vigilia di un match da ‘to win or to die’: vincere a Roma domenica, contro un’Acea che pare in smobilitazione, con Nicola Alberani concupito al Nord, Luca Dalmonte che alla Provincia di Como esprime più d’una riserva, De Zeuuw e Curry infortunati e/o acciaccati, sembrerebbe una formalità o quasi, considerando che la Virtus non ha più nulla da chiedere.

Sembrerebbe, considerando che in 14 gare esterne Cantucky ha un bilancio di 3 vinte e 11 perse. E considerando che nessuno, Sacripanti compreso, sa bene che formazione scenderà in campo in termini di voglia, desiderio, continuità. Troppe delusioni, troppe sofferenze patite dai tifosi nei mesi passati bruciano ancora. E la qualificazione ai playoff, che per la società di Anna Cremascoli è determinante, ora appare a un passo.

Con un solo ‘ma’.. Vincendo al Palatiziano, non ci sarebbero dubbi: settimo posto e tanti saluti, primo turno contro Venezia o Reggio. Perdendo a Roma, e ipotizzando che a Trento la Virtus Bologna vinca o perda, l’unica possibilità sarebbe che Pistoia vincesse a Milano (su un campo inviolato dalle Calende Greche), allora in caso di sconfitta di Bologna- o anche di vittoria- per la classifica avulsa Cantù sarebbe fuori. Se invece Cantù perdesse e Bologna vincesse, l’Acqua Vitasnella terminerebbe ottava e incrocerebbe ai quarti proprio l’EA7. Qualche voce tra i tifosi canturini si è però sparsa, forse per paure ataviche, e sicuramente senza essere fondata su una reale conoscenza dei fatti: e se Milano volesse fare biscotto, perdendo contro Pistoia e cercando di propiziare una clamorosa estromissione di Cantù dalla post season?

Chi ipotizza queste cose, forse, non conosce lo spirito guerriero di un Alessandro Gentile, e parallelamente la serietà di un brand la cui autorevolezza è di caratura mondiale (il gruppo Armani).

Quindi, se queste malelingue vorranno sentire una penna facinorosa e di parte come quella scrivente, non ci sarà nessun biscotto. Cantù andrà a Roma per vincere, il resto conterà poco o nulla. Padroni del proprio destino. Che altro chiedere? Niente. Del resto chi ha paura dei fantasmi di fantasiose combine lungo l’asse tosco-milanese? Nessuno. Tutti in campo. Per vincere. E alla fine, vinca il migliore.

biscotto