La risposta è arrivata nella notte. E a Pesaro è stata festa, per quello che a tutti gli effetti è un ritorno. Perchè a Pesaro Austin Daye ci ha vissuto, quando il padre Darren, icona della pallacanestro pesarese, spiegava in giro per l’Italia cosa fosse il basket d’oltreoceano. Un figlio d’arte quindi, con un cognome importante per tutto l’ambiente biancorosso.

Nato il 5 giugno del 1988, frequenta la Woodbridge High School, nella quale colleziona cifre da capogiro nel suo anno da senior: 30.9 punti, 12.4 rimbalzi e 5.4 stoppate a partite. Uscito poi dall’università di Gonzaga dopo due anni, si dichiara eleggibile al draft Nba del 2009, dove viene selezionato come 15esima scelta dai Detroit Pistons. Un primo anno per capire cosa voglia dire giocare il massimo campionato americano (chiuso con numeri rispettosi per un rookie: con 5.1 punti e 2.5 rimbalzi in 13,6 minuti di media a partita), poi un secondo in crescita per minutaggio e voci statistiche. Rimane a Detroit fino al 2013, con una parentesi in Russia al Khimki durante il lockout Nba, e segna contro i Miami Heat il suo massimo in carriera (28 punti). il 30 gennaio 2013 è coinvolto in una trade che lo porta a Memphis, poi Toronto e San Antonio. Alla corte di Popovich non trova molto spazio, ma si toglie lo sfizio di segnare 22 punti e 10 rimbalzi contro Minnesota e vincere l’anello Nba. Comincia qui il suo andirivieni dalla D-league alla Nba, dove trova sempre meno spazio. il 28 settembre 2015 firma per Cleveland, salvo venire tagliato al termine della preseason.

austin daye con la maglia di detroit

Austin Daye con la maglia di Detroit

Il giocatore sarà a disposizione della società appena sbrigate le pratiche burocratiche per il ritiro del visto.

Una ventata d’aria fresca per il deficitario reparto lunghi pesarese e per tutto l’ambiente. Austin, 2.11 per 100 chili, può diventare il classico 4 europeo in grado di farsi sentire a rimbalzo grazie al suo atletismo e alla lunghezza delle sue leve, di attaccare il canestro grazie al suo palleggio e di aprire il campo con il suo tiro dall’arco, che scocca con la meccanica e il rilascio di un esterno puro.