Succedono cose strane, sul pianeta di Basket City. E noi torniamo a raccontarvele. Anche se, in realtà, non abbiamo mai smesso. Tenetevi forte, perché i poteri ‘forti’ ci scrutano. Deve piacergli, nonostante tutto, la nostra vena anarcoide e guascona… Buona lettura!

IL CAPOLAVORO DEL POZ E GIOVANNI BORGHI

Il signore dai tratti somatici inconfondibili è Giovanni Borghi, il Cumenda, creatore del miracolo Ignis e grande sponsor di Varese nei 70′  di Bob Morse, Aza Nikolic e Dino Meneghin. Domenica, a Masnago, consapevolmente o meno Gianmarco Pozzecco ha ravvivato quella leggenda, rinverdito quello spirito. Perché  è tutta qui, la grandezza del Poz: una linea di congiunzione tra passato, presente e futuro. Una cura da cavallo per guarire un basket malato di apatia e afasia, quasi fossimo tutti scrutati dal Grande Fratello di orwelliana memoria. E invece il Poz è come l’atleta che Steve Jobs usò nell’epico spot di Apple: una frattura delle convenzioni, unica in grado di salvare un basket che a forza di smorzare i toni e silenziare il dissenso rischia(va) di diventare come la Corea del Nord. E invece il Poz rompe gli schemi, tutti. Quindi viva il Poz, ora e sempre. Parola di canturino.

Giovanni Borghi, mister Ignis

Giovanni Borghi, mister Ignis

CARO PRESIDENTE MARINO…

C’è giunta voce che  Nando Marino, appassionato neo presidente di Lega, sia rimasto male per certe critiche rivolte da Oscar Eleni e dal nostro Grande Maestro, Werther Pedrazzi. Ci sta ogni cosa, nel basket. Ma forse, quando parlando autentici oracoli del cesto come Oscar e Werther, varrebbe la pena di soppesarle, quelle parole. Che non sono verità teologali, per carità, ma che certamente possono essere preziose, molto preziose, per dare un contributo alla rinascita del movimento cestistico. Quindi- caro presidente Marino- noi siamo senza se e senza ma dalla sua parte, quando ogni giorno cerca di lavorare per il nostro amato basket. Lo siamo un po’ meno, quando non si dà la dovuta attenzione alle colonne portanti della saggezza cestistica di questo (Bel)Paese. Senza rancore, e sempre con stima. Suoi, i discoli di DB.

CON AKELE PERDONO TUTTI, ANCHE IL BUON SENSO

Alzi la mano chi ha capito ESATTAMENTE  il caso Akele. La Lega sta con la Reyer, la Giba col giovane giocatore, Gigi Datome pure. Sbezzi dice la sua, e come sempre senza peli sulla lingua. Vacirca pure, at the same way. Noi, che partivamo un po’ prevenuti con Brugnaro, ci siamo fatti nel tempo un’idea diversa e meno critica nei confronti della società. Il caso, tuttavia, resta assai complesso. Ma l’impressione, spiacevole, è che ci perdono tutti.

GOLD E SILVER ALLA RAI. PERCHE’?

Sacrosanto concedere i diritti televisivi Gold alla Rai. Ci mancherebbe. Stefano Michelini lo adoriamo, è un discepolo del Vero Basket. Ma perché negare i diritti Silver a Sportitalia, che sta regalando al basket e ai suoi appassionati ore ed ore di visibilità del cesto, dai Mondiali coperti in modo esemplare sino al campionato e all’Eurocup? No, noi proprio non lo capiamo, il perché..

il presidente dell'Enel Basket Ferdinando Marino (foto di E.Zito 2013)

Caro presidente.. (foto di E.Zito 2013)

NETCASTING E VIDEO, LEGA PROMOSSA

Bello davvero, bello assai, il nuovo netcasting offerto da Legabasket durante le partite. Grafica e highlights video sono stati molto apprezzati: la voce, domenica, è corsa nello stesso modo in diverse tribune stampa dei palazzi italioti. Bene, bravi.

IL PAGELLONE DI COSA SUCCEDE A BASKET CITY

10 a Cecco Vescovi e pure a Toto Bulgheroni, che stanno dietro al miracolo Poz e ne hanno permesso la genesi, nonché sostenuto la follia senza limiti del neo coach di Varese. E’ la rivincita dei sentimenti, del vero basket. Bravi.

9,5 all’abbraccio del Poz ai genitori di Chicco Ravaglia, domenica a Masnago. Vero, autentico.Non serve aggiungere altro.

9 all’usato sicuro: Goss, Viggiano, Dyson, Anosike.. I giocatori con esperienza nel nostro campionato primeggiano in molte classifiche individuali dopo la prima giornata, oppure sono determinanti. Ci sarà un perché..

Non c'è più Siena, ma Viggiano è sempre una polizza (foto Alessia Bruchi 2014)

Non c’è più Siena, ma Viggiano è sempre una polizza (foto Alessia Bruchi 2014)

8.5 alla coppia Diawara-Kangur, che in molti (anche noi) davano avviati verso il Sunset Boulevard. E invece sono ancora tipi da spiaggia, gasati e tonici..

8 al Meo Sacchetti furioso, che vince ma s’incazza. Forse è questa, la via della nuova grandezza di Sassari.

7/8 a Rimas Kaukenas, che riparte con un altro ventello. Come un Amarone, che cogli anni si ammorbidisce, cambia, evolve.. E migliora.

7.5 ai giovani italiani Pascolo, Fontecchio e Balanzoni: tante chiacchiere sugli italiani in campo o in panca, loro sul parquet ci stanno e alla grande. Senza chiacchiere.

7.5 a Domenica Basket, il nuovo format domenicale di Sportitalia: mancava e lo abbiamo apprezzato, se poi ci sono l’intelligenza e l’ironia di Franco Casalini e Fabrizio Frates…

7 a Venezia e Brindisi: tra le potenziali outsider e inseguitrici di Milano, colgono due tra le vittorie più importanti

7 a Linton Johnson, altro veterano del nostro campionato, che parte con una doppia doppia e fa ripartire Paolino Moretti nel modo migliore

7- all’atletismo esplosivo di Dequan Jones: la Vitasnella perde, ma lui fa vedere un paio di numeri da visibilio autentico

7- all’entusiasmo e al pubblico delle neo promosse, Trento e Capo d’Orlando: perdono, ma accendono di passione il proprio pubblico. Avanti così

fonte Pallacanestro Cantu'

questo salta come un grillo…

5 all’atteggiamento mentale di Cantucky, che vanifica un ottimo pre campionato e  scende in campo senza il fuoco negli occhi, facendosi travolgere dall’entusiasmo di Varese

4 a chi vorrebbe monopolizzare e concentrare in una sola mano i diritti televisivi. Serve più apertura, più pluralismo. Servono più voci

3 al basket in streaming su Pc. Non ce ne voglia l’amata Rosea, ma non troviamo un solo appassionato realmente soddisfatto del servizio

2 alla mancata trasparenza dei bilanci societari: parte la serie A, ma per sapere qualcosa sulle cifre dobbiamo rivolgerci al mago di Arcella. O  a Maga Magò