-IL BASKET SENZA VOCE E LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL. JORDAN, PENSACI TU…

Al peggio non c’è mai fine? L’abbiamo pensato lunedì sera, durante il caos del simulcast senza voce (su Sportitalia) descritto- molto meglio di quanto faremmo noi- da Stefano Valenti sul suo blog. Al basket martoriato, senza soldi e spesso senza idee, mancava soltanto questa. Una pessima diffusione della propria immagine. Ora, possiamo sperare che da questo momento in avanti s’intraveda la luce, anche fioca, in fondo al tunnel? I fatti ci dicono di noi. Noi siamo convinti di sì. Dopo il caos di ieri, tuttavia, ci rimettiamo alla prima e inimitabile voce del basket italiano in Tv: Aldo Giordani, caro Jordan, volgi lo sguardo dal Cielo ed aiutaci ad evitare figure così barbine, in futuro. Le tue telecronache non sono mai rimaste senza voce

Nando Gentile, che portò lo scudetto a Caserta

-CASERTA VINCE: NEL SEGNO DEI MAGGIO’

Giovanni Maggiò  moriva esattamente 25 anni fa. Trent’anni esatti fa, invece, costruiva- in soli 100 giorni- il Palamaggiò. La Caserta di oggi- ferita, con gli americani in fuga e le casse vuote- vince domenica contro Bologna, sovvertendo ogni pronostico. Sullo stesso parquet dove, la settimana prima, i giocatori cadevano rovinosamente a causa della condensa sul parquet. Ancora una volta urliamo a gran voce che abbiamo ragione: la pallacanestro è un misto di amore viscerale, passione, sofferenza, lacrime, cadute e risalite. Caserta vince, nel segno di Giovanni Maggiò. Caserta, quella Caserta che un ragazzino di 16 anni (allora) ricorda ancora oggi: Gentile, Dell’Agnello, Tellis Frank e Charles Shackleford, vittoria scudetto contro Milano al Forum. Enzo Esposito, infortunato e in barella, a tifare per i compagni ai margini del campo, perché non voleva tornare negli spogliatori.

-VARESE E LA DOPPIA TRIMURTI

Varese non si ferma, Varese non è un fuoco fatuo, tuona Cecco Vescovi. Non c’è dubbio. Varese sta costruendo i suoi successi grazie alla doppia trimurti: quella americana (Banks, Green e il pirotecnico Dunston) e quella della green line italiana (De Nicolao, Polonara e Cerella, che presto ritornerà). L’ossatura del Vitucci team è forte e solida. E adesso attende al varco la brigata sassarese di Meo Sacchetti, cuore varesino. Partita da cardiopalmo, da fazzoletto nel taschino e da razione doppia di asciugamani, per tergere il sudore del Meo di Masnago.

-MILANO E L’INDIVIDUALISMO, CHE INIBISCE LO SPIRITO DI SQUADRA

La fashion Milano, la Milano di un patrimonio d’inestimabile valore come Giorgio Armani, soffre palesemente di individualismo. Un sentimento comune (per ironia della sorte), che in quanti lavorano per la diffusione del bello è accettato come connaturato al proprio ruolo. Un sentimento che però frena l’acquisizione di una coscienze collettiva, di una coscienza di squadra. Più difficile da ottenere, in certe situazioni. Quelle che stanno esattamente mancando, in casa Olimpia. Ma che non mancavano affatto, ai tempi di Peterson e Casalini. Basterebbe un cambio in panchina, per sovvertire il pericoloso trend? Non lo sappiamo. Ma non ci scommetteremmo neanche  molto.

-MA CHI LO IRRIDEVA, GREG BRUNNER?

Non ricordiamo esattamente chi fosse, ma sappiamo che c’era. Greg Brunner, il Taglialegna Passaportato, conduce la neo promossa Reggio Emilia alla quarta vittoria, ben spalleggiato dall’ex compagno canturino Andrea Cinciarini. Noi lo sapevamo già. A quelli che la considerano una novità, e non c’avrebbero mai puntato un ghello, diciamo ‘benvenuti tra noi’.

-ROMA, DATOME, BIANCHINI E LARRY WRIGHT

Al netto dei problemi audio, Roma-Siena ha infiammato i presenti al pala Tiziano e non poco, generando la speranza di una rimonta impossibile. Per un attimo ci è parso di rivedere Valerio Bianchini in panchina e Larry Wright in campo, non ce ne vogliano Calvani e Bandiera Datome. Poi abbiamo visto Veltroni e D’Antoni seduti nel parterre, e abbiamo capito che era solo un’illusione… Altri tempi, altri uomini. Come sempre

IL PAGELLONE DI COSA SUCCEDE A BASKET CITY

 

David Moss e la leadership ritrovata

10 all’orgoglio ferito della Juve Caserta e dei Sacripanti boys. Abbiamo già perso Treviso, non possiamo permetterci di smarrire anche la società di Giovanni Maggiò. Forza, ragazzi

9 a David Moss, per tanto tempo comprimario di lusso, e che al di là del tabellino (che pure è molto buono) ha dimostrato contro Roma di saper vestire i panni di leader

8 a Jeff Brooks, uno dei migliori interpreti odierni del basket totale. Starebbe bene negli Heat ‘No rules’ che ci ha descritto Massimo Oriani. Speriamo rimanga a Cantù almeno altri 2 o 3 anni…

 7 alla Reyer di Clark, Diawara e Young, che pur bucherellando una difesa colabrodo riporta Venezia al rango che le spettava alla vigilia

5 al collettivo pesarese, che non fa tutto quanto dovrebbe e potrebbe per ripagare gli sforzi di Valter Scavolini e Franco Del Moro, due persone che amano il basket in maniera viscerale

 

Il grande Maestro Aldo Giordani, durante una delle sue telecronache

5 al collettivo biellese, per gli stessi motivi di cui sopra: sostituite Scavolini con Angelico

Arrivederci alla prossima, tanti saluti da Basket City!

Fabrizio Provera