IL PERCHE’ DI UNA RUBRICA (FINTO) NOSTALGICA

Dan Peterson durante gli ’80

Premessa necessaria, speriamo non noiosa. Correvano gli anni Ottanta. Il basket italiano viveva in piena ‘golden age’. Nel 1983 la Nazionale di Sandro Gamba trionfa agli Europei di Francia. Nello stesso anno, Milano e Cantù si giocano la Coppa dei Campioni suggellando l’epopea trionfale di Cantucky, che diventa la più piccola città del Vecchio Continente a vincere il trofeo. Roma impazzisce per il folletto Larry Wright, che riempie il PalaEur e ottiene le dirette Rai in prima serata (altro che La7D, il sabato pomeriggio…). Nella seconda metà degli Ottanta, Milano rinverdisce i fasti delle Scarpette Rosse e con la guida di Dan Peterson e Franco Casalini vince tutto, in Italia e in Europa.Sui parquet italiani sfilano Joe Barry Carroll, Bob McAdoo, un certo Joe Bryant con al seguito un figlioccio di talento che muove i prima passi nei palazzetti di provincia, giocando negli intervalli. La leggenda del Black Mamba nasce tra Rieti, Pistoia e i palazzetti dell’Italia centrale.Cos’aveva di così tanto speciale, quella pallacanestro che ha fatto innamorare migliaia di ragazzi e ragazze nati tra gli anni Sessanta e Settanta?No, non solo i (tanti) soldi in più. C’era anche la capacità, oggi quasi per intero smarrita, di raccontare le vicende del basket con ironia, sagacia, intelligenza ma soprattutto classe e stile. C’era Superbasket, c’era il grande Aldo Giordani con la sua nidiata di giovani talenti. A farci innamorare del gioco più bello del mondo c’erano Aldo Oberto, Stefano Giubertoni, l’epico Sergio Tavcar, i giovani Claudio Limardi e Flavio Tranquillo. Ma soprattutto c’erano quelli che il sottoscritto, oggi, chiama I Senatori: Werther Pedrazzi, Oscar Eleni, Claudio Pea, Enrico Campana, Luca Chiabotti, e scusate per l’elenco sicuramente incompleto. Li si può ammirare spesso, tutti in fila, alla tribuna stampa del Forum in occasione dei match dell’Armani.Il lunedì sera, su Telelombardia (emittente milanese), andava in onda una trasmissione condotta dal bravo e compianto Tullio Lauro, dove venivano invitati i maggiorenti del basket di allora: Toni Cappellari, Toto Bulgheroni, Valerio Bianchini. Oscar Eleni conduceva una rubrica intitolata ‘Cosa succede in città’, con sottofondo dell’omonima canzone del Blasco di Zocca, in piena epoca Steve Rogers Band (Massimo Riva e Maurizio Solieri, Mimmo Camporeale, Claudio Golinelli, Alberto Rocchetti. Un po’ come dire Earvin Magic Johnson, Byron Scott, James Worthy, Ac Green, K.A. Jabbar, Kurt Rambis, Michael Cooper in campo e Pat Riley in panca, Jack Nicholson in prima fila…). Era un grande Eleni: polemico, corrosivo, tagliente come un coltello da sushi. Ma soprattutto intelligente, mai banale e mai scontato. Ecco, noi ‘hungry and foolish’ di DailyBasket- che viviamo nell’epoca del 2.0 e dell’impero del Web- abbiamo la folle idea, la presunzione e forse l’insana pazzia di voler ricreare quel clima. Perché, tra i tanti mali che l’affliggono, il basket non può morire di inedia, indifferenza e banalità. Che sono più mortali e deleteri persino del più risicato e magro dei budget. Speriamo di riuscirci, e speriamo di piacervi. Con una preghiera agli Dei del basket, perché dall’alto ci guardino e ci assistano. Perché corriamo il rischio del paragone con degli autentici fuoriclasse del giornalismo, sapendo di avere ancora lande sterminate da percorrere prima di arrivare a quei livelli.

F.P.

IL RISVEGLIO DELLA BELLA ADDORMENTATA
Che bello veder giocare Antonis Fotsis, specie quando il greco decide di entrare nella partita e nelle trame del match. I punti segnati domenica contro Caserta, i due assist a Chiotti e il basket totale sciorinati nel match d’esordio di Milano sembrano dirci che quest’anno, a differenza di quello scorso, nei momenti decisivi Fotsis sarà della partita, mettendo al servizio di Scariolo il suo grande talento. Evitando così di eclissarsi e di prendersi lunghe pause, in pieno stile  Don Abbondio.

L’URLO DELLA PROVINCIA
Bellissimo il colpo d’occhio del palazzetto di Reggio Emilia, stracolmo e ribollente di passione. Solo posti in piedi, nell’esordio contro Siena. Un ottimo antidoto al mal di basket che affligge molte città, ma che dimostra come in provincia si vivano ancora passioni vere, passioni forti. Anche se poi si perde. Consiglio agli amici reggiani: coccolatevi Greg ‘Taglialegna’ Brunner. Vi regalerà più soddisfazioni del previsto.

DATOME, NON  DI SOLI SOLDI..
Questa estate Gigi Datome è rimasto a Roma rinunciando ad ingaggi ben più cospicui, che avrebbe potuto ottenere altrove. Un bel gesto, davvero. Ripagato  dalla vittoria della Virtus, corsara in quel di Pesaro. Con tanto di prestazione ‘urlo’ del bravo Lorenzo D’Ercole. Un plauso a  Datome.

L’INVIDIA DEI NO LOGO ANTI ARMANI
Se lo dice un canturino oltranzista, fidatevi. Perché tante critiche, spesso ingenerose, ai tentativi di innovare l’offerta del prodotto basket della dirigenza milanese? Giorgio Armani è una risorsa enorme per il basket, potenzialmente utile a tutti, e non solo alla sua squadra. Tutto è criticabile (ci mancherebbe), ma non se sistematicamente e a priori. Milano sarà anche tanto Fashion e poco Devotion, ma diffondere l’amore del basket in una metropoli è molto difficile, quindi lasciamo lavorare chi di dovere. Poi, casomai, rispondiamo anche agli interrogativi di Matteo Refini

SALVATE IL SOLDATO JOHNSON DALL’IRA DELL’ARTIGLIO
In pre campionato, la coriacea Vanoli Cremona aveva steso il Cska e combattuto sino all’ultimo secondo contro Cantù. Nella prima giornata, in casa, viene stesa dalla Virtus anche in virtù della negativa prestazione del play tascabile Aaron Johnson, che chiude con -19 di plus minus e che immaginiamo si sia beccato le ire del suo bravo coach Artiglio Caja. Sarà il caso di correggere la rotta, Aaron. Cremona è pur sempre Lombardia, terra di panettone, e Natale non è così lontano…

QUELLI CHE ESULTANO PER L’EUROLEGA SENZA SKY
Pienamente legittimo chiedere la trasmissione del basket in chiaro, ma se Sky avesse ottenuto le partite di Eurolega del venerdì sera di Mps, Armani e Cantucky- lasciando ampi spazi a Sportitalia, Rai, La7 ed altri competitor- il movimento basket ci avrebbe guadagnato, e non poco. Poi, però, non lamentiamoci delle telecronache con riprese video di qualità inferiore al filmino della comunione di nostro cugino..

QUELLI CHE SBEFFEGGIANO CHEBOLLETTA
Nella vita ci occupiamo di comunicazione, perciò comprendiamo appieno le ironie sul nome del nuovo sponsor canturino. Ma i soloni dalla critica facile sanno forse elencare la sterminata serie di aziende disposte a investire nel basket? Attendiamo sereni, tanto siamo certi che non arriveranno tanto in fretta.

IL PAGELLONE DI BASKET CITY
9 ad Andrea Trinchieri
. C’è ancora qualcuno che pensa di sminuire i risultati del Gregg Popovich brianzolo? If you don’t play defense, we don’t play you. Casomai, visti i servigi resi in passato dal coach degli Spurs alla Cia, per Trinchieri si prospetta una collaborazione col Sisde, o di quel che resta.

(Foto di Savino Paolella 2012)

Basile alla prima di campionato in biancorosso (foto S. Paolella 2012)

8 a Gianluca Basile. Il canestro a fil di sirena, e tutto il resto, sono la prova inconfutabile della grandezza del giocatore di Milano. Delizioso..

2 ai detrattori milanesi di Basile. Che hanno spesso affollato il web, dimenticando che l’asso da Ruvo di Puglia non ha solo doti agonistiche, ma anche umane. I cori dell’aprile scorso del Forum gridano ancora vendetta. Basile uomo di M? Ma per favore, nascondetevi.

8 a Valter Scavolini e al suo amore per il basket. Il più amato da chi ama il basket, non solo a Pesaro. Premettiamo che di cucine e  mobili non capiamo un’acca…

7.5 a Matteo Refini del blog www.ioelolimpia.com, perché ha sfoderato un paio di inchieste da premio Pulitzer del cesto. Complimenti

7 a Daniel Hackett. Capace di mettere al servizio della squadra, anche se la palla non entra, tante assistenze e tanta generosità in difesa. Sempre più man of the team.

5 alle paure e ai fantasmi di Siena. Tanti, troppi in  questo avvio di stagione. Sono quelli che raffreddano la mano di Janning, che annebbiano le prestazioni di Kasun, che agevolano le individualità troppo esasperate del pur bravo Bobby Brown. Due indizi fanno una prova. Urge una scossa, siamo certi che a Siena si aspettino di più, anche nell’anno post rivoluzione.

4 a chi ha programmato– lo stesso giorno e la stessa ora- i due match d’esordio in Eurolega di Milano e Cantù. Siamo disponibili a rivedere il voto, in quanto CERTI che dalle parti dell’Eurolega rimedieranno all’errore. Peraltro già commesso, in altra occasione, lo scorso anno..

Alla prossima puntata, arrivederci dal pianeta di Basket City!

FABRIZIO PROVERA