Pochi giorni fa si è conclusa una delle stagioni regolari più equilibrate di sempre. Il 4 maggio è stato uno dei giorni vissuti più intensamente dagli appassionati di basket: tutti, o almeno quasi tutti, i verdetti erano ancora da emanare. Con l’avvento dei playoff, la redazione di Dailybasket ha voluto assegnare premi per chi più si è distinto nella stagione regolare. Questa è solo la prima parte, la seconda verrà pubblicata nella giornata di domani. E voi, siete d’accordo?

Davide PASCOLO - foto Alessio Musolino 2015Best Italian Award: Davide Pascolo (Dolomiti Energia Trento)

Qualche anno fa era considerato un anatroccolo sgraziato, un giocatore che non avrebbe mai sfondato nella pallacanestro che conta. Invece Trento l’ha accolto fra le sue braccia e lo ha fatto lavorare per migliorarsi giorno dopo giorno. La scorsa stagione è esploso avanti al grande pubblico, ma come si suol dire, il secondo anno è più difficile perché tocca migliorarsi; e poi le attenzioni su di lui sarebbero state maggiori senza l’MVP dello scorso campionato Tony Mitchell. Ed invece il rendimento di Dada è rimasto invariato, rimanendo una delle pietre angolari della Dolomiti Energia, come testimonia l’inserimento nel miglior quintetto di EuroCup (Il primo azzurro in otto anni), e conquistandosi un posto nei 24 in lizza per il preolimpico. Dei risultati inaspettati per lui, che era conosciuto dagli addetti ai lavori in passato esclusivamente per il suo tiro fuori dall’ordinario; e oggi si trova ad essere una delle stelle del campionato. Uno spot per il lavoro in campo ed in palestra, uno spot per ciò che dovrebbe essere il nostro basket.

Coach of the year: Cesare Pancotto (Vanoli Cremona)Pancotto ss t cr

Non ce ne vogliano Menetti e Buscaglia, due allenatori strameritevoli del premio, ma ciò che ha fatto il decano degli allenatori di massima serie è sotto gli occhi di tutti. Cremona ad inizio anno era inserita nelle posizioni di media classifica, consona per le proprie possibilità: un buon mix fondato principalmente sull’asse Vitali-Cusin, degli americani di esperienza e alcuni ragazzi italiani veramente interessanti. C’erano i presupposti per far bene, ma nessuno si aspettava una stagione di questo gran livello. La Vanoli ha scritto la sua miglior stagione in Serie A, chiudendo con 19 vittorie ed il quarto posto in tasca facendo a meno per metà stagione di Luca Vitali; Tyrus McGee, a mani basse sesto uomo dell’anno, ha tolto tante castagne dal fuoco, ma tutta la panchina, composta da validi ragazzi italiani, ha saputo essere protagonista. E il merito è di un gran lavoratore, silenzioso ma concreto, come Pancotto.

Awudu Abass (Foto R.Caruso 2016)

Awudu Abass (Foto R.Caruso 2016)

Most Improved Player: Awudu Abass (Acqua Vitasnella Cantù)

La stagione di Cantù è stata disastrosa. Partiti con solo la salvezza in testa, l’avvento di Dmitrij Gerasimenko ha consegnato nuove liquidità ai brianzoli che hanno letteralmente stravolto tutto, da roster ad allenatore. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, con una salvezza striminzita conquistata con giocatori di prim’ordine come Ukic, Fesenko ed Hodge; l’unico motivo per cui i tifosi dell’Acqua Vitasnella potranno ricordare quest’annata è la definitiva esplosione del ragazzo nato da genitori africani ma lombardo fino al midollo. Abass, con l’aumento del suo impiego dai 18 minuti dello scorso anno ai 30 odierni, ha praticamente raddoppiato le sue cifre ritoccando in positivo le sue percentuali dal campo (13 punti di media con il 45% da 2 e il 35% da tre). E la sua crescita non pare ancora finita: a soli 23 anni Abi è consapevole dei lati da migliorare e di come farlo. Gerasimenko non vuole perdere il suo tesoro, per tenersi stretto il capitano sarà una lunga estate.

Defensive player of the year: Viktor Gaddefors (Pasta Reggia Caserta)

(Foto Gennaro Buco, Juvecaserta Basket Official)

(Foto Gennaro Buco, Juvecaserta Basket Official)

La Juvecaserta ha veleggiato per quasi due terzi di campionato a metà classifica, ma all’improvviso hanno iniziato ad affondare e a doversi guardare indietro, salvandosi solo all’ultima giornata con la vittoria su Trento, la seconda nelle ultime undici gare di campionato. Le rotazioni ridotte fino all’osso avranno contribuito, ma a dare una grande mazzata alle ambizioni della squadra di Dell’Agnello è stato l’infortunio dello svedese. Preso per far fronte all’infortunio di Downs, l’ala ex Bologna si è conquistato il posto in squadra con la sua poliedricità difensiva, potendo cambiare praticamente su ogni ruolo grazie alle sue leve lunghe ed atletiche allo stesso tempo. Non è un caso che con Viktor in campo la Pasta Reggia fosse la seconda miglior difesa del campionato (72,9 punti subiti in 19 partite); dopo che il ginocchio del ‘soldatino’ ha fatto crack, le prestazioni difensive sono calate drasticamente. Gli 82 punti subiti in media dalla Juve nelle ultime undici uscite la piazzano al penultimo posto difensivo nel periodo preso in esame, peggio di lei solo Sassari. Arrivò in Italia come il nuovo fenomeno dell’est Europa, con quest’annata potrebbe guadagnarsi la stima delle grandi squadre, che oltre ai grandi talenti hanno bisogno anche dei portatori d’acqua.

(QUI la seconda parte)