(Qui per la prima parte)

Arriva la seconda parte dei Dailybasket Awards per premiare le migliori individualità del campionato di massima serie. Dopo aver scelto, nella scorsa puntata, il miglior italiano come ‘premio di spicco’, vi presentiamo chi per noi della redazione si è dimostrato il giocatore più performante di questa stagione.

Austin Daye (Foto R.Caruso 2015)

Austin Daye (Foto R.Caruso 2015)

MVP: Austin Daye

La Victoria Libertas ha applicato la teoria dei corsi e dei ricorsi storici del filosofo napoletano Giambattista Vico per trovare la salvezza e restare nella massima serie. A Pesaro è iniziata la seconda era, marchiata Daye. Dopo Darren, icona della pallacanestro della città marchigiana dal 1987 al 1992, dove con la casacca biancorossa ha vinto due scudetti, ora tocca al figlio Austin far gioire un popolo che nelle ultime stagioni aveva conosciuto solo sofferenze. Dal momento in cui è arrivato Austin Daye la stagione della formazione allenata da Paolini è svoltata: record di 2-7 fino alla nona giornata, poi l’arrivo dell’ala americana ha cambiato il volto e l’annata di Pesaro. Daye, classe ’88, ha un passato da girovago in Nba con una parentesi nel 2011 al Khimki e un titolo con i San Antonio Spurs nel 2014. In America non è riuscito a sfondare e allora ha scelto di ripercorrere le strade del padre per diventare un autentico protagonista in Italia. Il sangue non mente.

Best U21 Award: Diego Flaccadori (Dolomiti Energia Trento) 

Flaccadori Diego (Foto R.Caruso 2015)

Flaccadori Diego (Foto R.Caruso 2015)

L’aria salubre della montagna fa crescere bene. Ne sa qualcosa Flaccadori che sta facendo sbocciare il suo talento in Trentino. L’Aquila Trento è una società solida con un progetto tecnico ben definito e ben guidato da Maurizio Buscaglia, che sta svezzando Flaccadori stando attento a non bruciarlo. In campionato, in sedici minuti di gioco di media, l’azzurrino ha messo a referto 5,3 punti di media con il 36% da oltre l’arco. Flaccadori sogna in grande e si è dichiarato eleggibile per il Draft Nba 2016 che si svolgerà a giugno. Diego ha spiegato così questa scelta: “Per qualsiasi giocatore di basket pensare ad un futuro nella NBA rappresenta il sogno di una vita. Dichiararsi eleggibile per il draft è un primo passo per darsi una possibilità di viverlo, che io e la mia agenzia abbiamo deciso di compiere per iniziare un percorso che so essere molto lungo, e che mi richiederà tanto lavoro, tanto spirito di sacrificio, e grande attitudine al miglioramento”. La strada è lunga, ma la positiva stagione che ha prodotto finora fa intuire che c’è il talento necessario per provare a percorrerla.

Kirk Alex (foto R.Caruso 2016)

Kirk Alex (foto R.Caruso 2016)

Best Rookie Award: Alex Kirk (Giorgio Tesi Group Pistoia)

I toscani hanno appena chiuso la loro avventura in post season con un sonoro 3-0 contro Avellino, ma l’annata 2015/2016 verrà ricordata per molto tempo al PalaCarrara. Coach Esposito ha costruito una squadra a sua immagine e somiglianza, mettendo al primo posto la concretezza e la voglia di emergere, e per almeno 20 giornate ha messo paura alle grandi squadre italiane. Fra una nidiata interessante di americani come Preston Knowles e Wayne Blackshear, a far la parte della stella sin da ottobre è stato il lungo uscito dall’università del New Mexico. Era da tanto che non si vedeva in Italia un lungo così completo sotto il profilo offensivo; in trenta partite ha dimostrato di poter crivellare la retina sia fronte che spalle a canestro, dal pitturato e da dietro la linea da tre punti. Mentre sul lato atletico, che in tanti gli additavano come punto debole, ha fatto vedere di sapersi difendere. Tutti si aspettavano Dexter Pittman come dominatore d’area, a spazzar tutti è stato il rossiccio di Los Alamos.

Brent Petway in maglia Olympiakos. A Sassari nemmeno uno sprazzo del suo talento (foto www.euroleague.net)

Brent Petway in maglia Olympiakos. A Sassari nemmeno uno sprazzo del suo talento (foto www.euroleague.net)

BUST Award (Delusione): Brenton Petway (Banco Sardegna Sassari)

Se la stagione di Sassari è stata deludente e ricca di difficoltà gran parte del merito ce l’hanno quei giocatori che non sono stati in grado di rispettare le aspettative. In cima alla lista c’è Petway. L’ala della contea di Houston, reduce da due ottime stagioni in Grecia, con la canotta dell’Olympiacos, si è rivelato un corpo estraneo alla Dinamo fin dall’inizio del campionato. Le cifre lo condannano: 4 punti di media a partita tirando con poco meno del 30% da tre punti. Petway è abituato a simulare un arco dopo ogni tripla realizzata, ma in questa stagione le frecce in faretra sono state molto poche. L’ex Olympiacos è soprannominato Air Georgia per le sue doti atletiche. In questa stagione avrebbe dovuto regalare spettacolo ai tifosi di Sassari, che invece hanno dovuto ingoiare bocconi amari a causa del rendimento insufficiente di Petway.

(In collaborazione con Marco Bogoni)