TORINO – Sono da poco passate le 15 del giorno della finale di Coppa Italia tra la Montepaschi Siena e la Bennet Cantù quando, come di consueto per questa manifestazione, a chiudere la quattro giorni di basket, tenutasi a Torino per il secondo anno consecutivo, LegaBasket e RCS organizzano la conferenza stampa di chiusura, utile a dare una visione generale di come sia andata la kermesse.

A parlare sono Valentino Renzi, presidente di lega e Lorenzo De Salvo, responsabile Business Development di RCS Sport.

Entrambi sono concordi sui buoni risultati dell’organizzazione delle Final Eight con De Salvo che prende la parola per primo e dichiara: “Abbiamo avuto dalle otto società partecipanti e dal pubblico un riscontro positivo e sono stati migliorati alcuni errori dello scorso anno. Dal punto di vista organizzativo tutto è andato bene”.

Non mancano però dei dati negativi.
“Abbiamo ottime sensazioni sulle presenze di oggi, sul venerdì abbiamo pagato l’assenza di una città vicina al territorio come Biella con circa 2500 spettatori in meno rispetto all’anno scorso. In più le finali sono coincise con le vacanze delle scuole per il carnevale con una probabile assenza di alcuni potenziali spettatori. La presenza importante su LA7, che ha dato numeri importanti, è fonte di un ulteriore possibile decremento degli spettatori a palazzo. La pallacanestro di oggi fa come media qualcosa meno di 4000 spettatori in campionato e noi siamo stati molto ambiziosi a portarlo in un palazzo da 13000 spettatori”.

Logica conseguenza di questa dichiarazione è la domanda sulla scelta, discussa, di passare da Sky, che garantiva una copertura totale del campionato, a LA7, che non fa certo del basket la sua punta di diamante del palinsesto e di come il basket non sia più un prodotto che venda come in passato.
Renzi ovviamente difende la sua scelta di passare al digitale terrestre: “Siamo stati diversi anni con Sky e questo è il primo anno con LA7 quindi la gente si deve anche abituare al nuovo canale. Per le Final Eight lo scorso anno la media delle sei partite, esclusa la finale, su Sky è stata di 16000 spettatori 76000 la finale. Noi a inizio stagione abbiamo fatto una scelta diversa e ora con LA7 abbiamo decuplicato gli ascolti, con 150.000 spettatori di media a partita”.

Le colpe quindi sono da suddividere su vari aspetti: il fatto che mancassero tifosi sul territorio, il carnevale, il momento economico difficile (come giustamente fatto notare da Renzi) e soprattutto la strutturazione delle Finali, che costringe a giocare due gare in giornate lavorative in orari d’ufficio. Proprio su quest’ultimo punto RCS precisa: “L’analisi che porteremo alla Lega è valutare se in futuro la formula delle Final Eight è la migliore per una società come la nostra che deve generare utili. Non so quale possa essere la formula migliore, ci stiamo riflettendo per ovviare il problema del giorno feriale”.

Lorenzo De Salvo

Logico quindi pensare a un ritorno ad una Final Four, come accadeva nel decennio 1990-2000 o comunque pensare di giocare le Finali in Palasport meno capienti del PalaIsozaki.
“Per quanto riguarda la formula conosciamo perfettamente le criticità espresse da De Salvo, possiamo discuterne con le societa e capire come risolverle. Per quanto concerne gli impianti siamo venuti qui perché ci pareva giusto dare due anni a Torino per dare continuità, scegliendo quindi il palazzetto più grande d’Italia. La scelta di Torino è anche per non dare a nessuno il vantaggio di giocare in casa, però esistono altre realtà che possono andare bene però ci sono i pro e i contro. A Forlì ad esempio hai la possibilità di fare il pienone, ma non puoi fare attività collaterali come qui. Ci possono essere realtà di vie di mezzo che potrebbero andar bene e penso che la via di mezzo sia la scelta migliore”.

Dichiarazione che pare un po’ una condanna per la città di Torino che vedrebbe così sparire nuovamente il basket di alto livello dopo aver perso le Final Four di Eurocup e la possibilità di ospitare le Final Four di Eurolega per motivi politici.
Renzi non conferma ma dà l’idea che il prossimo anno la Coppa Italia possa giocarsi altrove: “Di ufficiale non c’e niente, però a Torino non c’è un accordo pluriennale. Dopo due anni si può pensare di fare un discorso diverso per portare le finali in altre aree  e avvicinare altre realtà al basket. E’ forte la possibilità di andare via ma non è certo”. 

Marginali e confinati ad inizio conferenza stampa i riferimenti ad un basket italiano che è in netta difficoltà da qualche anno, con De Salvo che propone una riunione degli “Stati Generali” con tutti gli attori coinvolti seduti attorno a un tavolo a discutere su come si possa migliorare il prodotto e riportarlo ai fasti degli anni passati, con Renzi che si dice disponibile ma non pare entusiasta della soluzione.

Eppure, a quanto si può vedere dai numeri e dai risultati del basket italiano in Europa, sia come team che come Nazionale, l’Italia non ha mai vissuto un momento così difficile e così duraturo nel tempo e una soluzione più strutturata dovrebbe essere il primo dei temi da affrontare. Forse quindi non servirebbe solo pensare a come promuovere una competizione che dura 4 giorni e al come fare per aumentare il numero di spettatori per la Coppa Italia parlando di marketing e di efficienza della comunicazione dell’evento, ma bisognerebbe andare un po’ più a fondo nel problema e a come far rientrare sponsor importanti nella pallacanestro, anche in realtà come Torino, che avrebbe un bacino di utenza importante e voglia di basket, come testimoniano le 7500 presenze per la Finale e le 6700 presenze per le semifinali del sabato.

Sono quasi le 16, tra un’ora inizierà l’attesa finale che chiuderà questi quattro giorni di basket. Il sipario sulla pallacanestro a Torino, però, è appena stato calato con tre ore di anticipo.