Ragazzi festanti al camp di Cutigliano

Ragazzi festanti in uno dei camp BGT

Chi si ferma, si sa, è perduto, e uno che di certo si è fermato raramente nella propria carriera, tra club, Nazionale e i primi progetti orientati alla carriera post-agonistica, è Gek Galanda. Il trentottenne udinese, fresco di promozione con la Giorgio Tesi Pistoia, anche quest’estate non si è adagiato sugli allori e, in attesa di definire la propria situazione con la società toscana (vedi sotto), ha partecipato in prima linea all’organizzazione dei camp e degli eventi della BGT Sport Company, di cui DailyBasket è media partner ufficiale.

Nel breve intervallo di riposo tra la fine di quest’avventura e l’inizio della nuova annata sportiva, è il momento di tirare le fila su presente, recente passato e prossimo futuro, esercizio non facile a cui Gek si è prestato per DailyBasket.

Innanzitutto, cosa fa Gek Galanda in queste torride giornate d’estate?

D’estate, generalmente, mi dedico relativamente alla pallacanestro. A dirla tutta, in questo momento sto finendo di ristrutturare una casa, ma sto aspettando di andare a rilassarmi in vacanza. Le mie estati, però, sono queste: finito il campionato mi dedico molto a iniziative come camp ed eventi perché durante l’anno, per come è strutturato il campionato, non è possibile dedicarsi molto ai tifosi, ai ragazzi, e trovo quindi corretto partecipare a iniziative che possono far dialogare, attraverso la pallacanestro, professionisti e non professionisti, tifosi e giocatori. Il connubio perfetto si concretizza nelle settimane di camp perché, quando i giocatori si mettono a disposizione dei piccoli e i piccoli che si mettono ad ascoltare i giocatori o gli allenatori che vengono a spiegare la pallacanestro con passione e voglia di divertirsi, è la cosa più bella che ci possa essere. Gli amanti di questo sport sono molti, quindi credo che seguire questa strada sia importante.

Galanda "marcato" da Alberto Martelossi in uno dei camp BGT

Galanda “marcato” da Alberto Martelossi

Quale bilancio puoi trarre dei camp BGT?

I numeri cominciano a diventare importanti (oltre 500 partecipanti ai camp, oltre 800 agli eventi promozionali, oltre 5000 spettatori al Torneo dei Rioni di Pistoia, ndr). Io ho acquisito una certa esperienza con il mio camp in Trentino, che è arrivato al settimo anno, ma noi di BGT abbiamo iniziato a lavorare insieme anche perché la pallacanestro è uno sport di squadra e abbiamo voluto darci questo aiuto reciproco. Lavorando insieme si può crescere insieme e molti hanno capito la qualità di ciò che facciamo e la passione che ci mettiamo. I numeri sono cresciuti esponenzialmente e questo ci convince di essere sulla strada giusta, il nostro marchio ormai corrisponde a una certa qualità e una certa organizzazione. A Pistoia il Torneo dei Rioni, da noi organizzato, viene portato a esempio non solo per la pallacanestro, ma anche per altri eventi organizzati in città, perché abbiamo lavorato con passione e professionalità affidandoci a persone che sanno fare il proprio lavoro. Questa è una grande soddisfazione, oltre al fatto che, quando vedi gli spalti che si riempiono e le iscrizioni che arrivano, capisci che stai investendo in qualcosa che dà un suo ritorno.

Quali sono stati gli aspetti più positivi e quali quelli da migliorare per i prossimi anni?

A livello organizzativo c’è sempre qualcosa da migliorare perché, soprattutto quando si parla di eventi in piazza o camp, c’è una struttura che si muove prontamente in caso di pioggia, infortuni, imprevisti e così via. Bisogna sempre navigare un po’ a vista ed essere preparati a tutte le evenienze, dalle più semplici alle più gravi, ma c’è un grande lavoro di organizzazione che va rivisto di volta in volta. Iniziando a conoscere meglio determinate località ci si può migliorare sotto molti aspetti ma, a prescindere dalle strutture organizzative, la maggior soddisfazione è stata il divertimento sia degli istruttori che dei bambini, che ha superato qualsiasi piccolo intoppo. Uno sfondo di divertimento e di passione è la chiave per fare ogni cosa al meglio, alla fine siamo su un campo con una palla da basket per divertirci, soprattutto in queste occasioni.

Galanda prossimo al rinnovo (Foto Martinelli 2013)

Galanda prossimo al rinnovo (Foto Martinelli 2013)

Passiamo al basket professionistico. Qual è la tua situazione e come giudichi quella della tua Pistoia, che per ora si è mossa soprattutto in uscita?

La mia situazione è in definizione: sto per prendere una decisione con la società, credo di rimanere ma non ne sono sicuro. A giorni ci saranno novità ufficiali. La situazione della squadra è in linea con il mercato, che mi sembra abbastanza fermo ad eccezione delle società che possono investire di più. A Pistoia ci sono alcuni nodi da sciogliere, legati soprattutto ai giocatori stranieri.

Il bomber Graves resterà in Toscana? (foto Martinelli 2013)

Il bomber Graves resterà in Toscana? (foto Martinelli 2013)

Antonio Graves su tutti…

Non soltanto, devono esserci anche dei movimenti in entrata. Con il salto di categoria e le nuove regole è necessario cambiare la struttura della squadra, purtroppo: sarebbe giusto poter conservare l’assetto di squadra che ha guadagnato la promozione, con due americani e un comunitario…

Ma le regole e il livello della Serie A, di fatto, impongono la presenza di almeno quattro o cinque americani.

Sì, questi sono i nodi principali. Credo che, una volta che la società inizierà a muoversi, si muoverà con decisione. Coach Moretti è andato in America a visionare giocatori, probabilmente non ha ingaggiato nessuno ma penso che stia studiando molto la situazione per farsi trovare pronto.

I tuoi ragionamenti sono nell’ottica dell’anno per anno, verificando ogni estate le tue condizioni fisiche e motivazionali, o pensi di poterti prendere impegni di più lungo termine?

La mia idea è di andare avanti anno per anno. Il mio ruolo, in Serie A, sarà di gestione dello spogliatoio e in campo ancor più tattico di quello che è sempre stato. Mi metto a completa disposizione della squadra. Ho trovato un ambiente serio, che ha voglia di lavorare, quindi voglio stare il più possibile vicino alla squadra. Per ora ancora come giocatore, poi si vedrà come si definirà il mio possibile aiuto.

In Serie A alcune squadre, come Venezia, Sassari e Milano, sono già molto attive. Indipendentemente dal potenziale ruolo di Pistoia, come ti sembrano i roster che si stanno formando?

La maggior parte delle società è ferma, ma chi ha i soldi per farlo si è mosso subito, accaparrandosi le prime scelte a seconda dei propri progetti. Le squadre di seconda fascia devono aspettare, perché a livello economico non possono competere per i giocatori che vorrebbero. È una situazione abbastanza normale, per fare una valutazione generale bisogna aspettare la conclusione del mercato. Molto spesso non contano tanto i singoli giocatori che compongono la squadra, altrimenti Milano in questi anni avrebbe vinto tutto, quanto il loro amalgama.

L'indimenticabile esultanza di Galanda ad Atene 2004

L’indimenticabile esultanza di Galanda ad Atene 2004

Parliamo della Nazionale: come vedi il gruppo che si appresta a disputare la Trentino Basket Cup e soprattutto gli Europei di Slovenia? Pensi che si possa riproporre lo spirito delle vostre trionfali spedizioni del 2003-2004 o quanto meno quello della scorsa estate, oppure pensi che, con le personalità forti che sono subentrate (Bargnani, Belinelli, Diener, Gentile…) sarà complicato?

Dipende molto dalla gestione del CT Pianigiani, nel quale ripongo grandissima fiducia e stima. L’Italia ha le potenzialità per diventare una delle squadre da battere. I ragazzi sono cresciuti colmando il gap generazionale che c’è stato negli anni scorsi, li ho visti lavorare e si impegnano moltissimo per diventare una squadra, cosa non facile per un gruppo che durante l’anno non ha la possibilità di allenarsi insieme. La cosa difficile, da una parte, è riuscire a creare un gruppo equilibrato, in cui ci sia una filosofia di gioco a cui tutti possano adattarsi nonostante le grandi differenze esistenti tra NBA e campionato italiano; dall’altra calibrare il gioco su un Europeo, quindi difesa forte, voglia di vincere e talento offensivo. Questa è la base su cui costruire con materiale validissimo, in attesa di sapere chi darà la disponibilità completa (Hackett è ancora in dubbio, ndr).

Dipenderà anche dalle condizioni fisiche in cui si presenterà la squadra.

Certo. Il campionato ha provato moltissimo alcuni giocatori, che spero siano riusciti a riposarsi e credo abbiano voglia di affermarsi. È vero che un Europeo è fatto sostanzialmente di partite secche, quindi bisogna trovarsi subito bene all’interno di un sistema complesso contro squadre forti e ben preparate, ma credo anche che quest’anno ci siano buone possibilità di tornare protagonisti fino in fondo.

Un auspicio che ogni cestofilo italiano certamente condivide, nella speranza che un giorno lo spirito della Nazionale di Galanda, quella che strappò un insperato bronzo europeo e un incredibile argento olimpico, pervada nuovamente gli Azzurri. Nel frattempo, a Gek va il miglior in bocca al lupo nostro e – ne siamo certi – di tutti gli appassionati che negli anni hanno ammirato le sue gesta sul parquet. E sperano di poterlo fare ancora a lungo.