Comunque vada, grazie Reggio!
Mi sembra doveroso iniziare così il nostro appuntamento del mercoledì.
Se il nostro basket non sarà costretto a leccarsi le ferite per l’ennesima stagione europea deludente, lo dovremo soltanto a Menetti e ai suoi ragazzi.
La Grissin Bon si è dimostrata squadra di spessore europeo duellando alla pari, talvolta primeggiando, contro competitor di ben altra caratura e budget.
Contro la Lokomotiv Kuban, però, il compito era oggettivamente improbo. Troppo forte, troppo profonda la squadra russa, grande favorita per la vittoria finale già ai nastri di partenza della stagione.
Ma non c’è tempo per piangersi addosso. Venerdì al Pala Bigi si riscende in campo in un catino infernale per rimandare il discorso a gara 3 e sperare.
Tutta l’Italia dei canestri deve essere fiera di questa squadra che ha dato tutto, pur senza Della Valle, il suo miglior giocatore ma con degli ottimi Chris Wright e Reynolds. L’auspicio è quello di rimettere in sesto la schiena dell’azzurro, determinante nelle alchimie offensive.
La cosa più bella è che, pur senza Della Valle, in campo ci sono tanti altri ragazzi italiani, chiamati a recitare un ruolo da attori protagonisti già al primo anno ai massimi livelli, provenendo dalla A2 (Candi, De Vico).
Quello in Eurocup è’ stato un percorso esaltante, difficile e foriero di un dispendio di energie notevole che ha presentato il conto in termine di infortuni (tanti, come da consuetudine negli ultimi anni) e di rendimento in campionato.
Se vogliamo, l’Europa per la Reggiana è stata un po’ la coperta di Linus in avvio di stagione, quando le cose in campionato andavano malissimo e Menetti si sarebbe voluto strappare anche i capelli che non ha, dopo 6 k.o. nelle prime sei di campionato.
Da allora, però, le felici campagne europee sono diventate la benzina per risalire la china anche in patria dove, adesso, la classifica dice 10 vinte 11 perse con la zona playoff distante due punti. Agganciarla non sarà semplice con le energie al lumicino visti gli contri di coppa contro Krasnodar e doppi confronti negativi, come quello con Trento, attualmente ottava, considerando, però, la gara che Reggio deve recuperare.
Ma, se tutto questo sarà servito per regalarsi una finale in Eurocup o, comunque, un’ avventura decisiva per innalzare il tasso di esperienza internazionale della Grissin Bon e renderci orgogliosi di questa squadra, ben venga. Motivo per cui possiamo serenamente affermare che Reggio Emilia, mai come quest’anno, è, ancor di più, Città del Tricolore.
E, chissà, che ci ricorderemo un po’ meno delle brutte figure in serie rimediate, oramai da anni, da Milano al piano di sopra e da Sassari, capace di farsi buttare fuori persino in Europe Cup, dilapidando il vantaggio di 17 punti messo insieme all’andata contro i modesti francesi di Le Portel. Confidiamo in Avellino e Reyer per prenderci almeno la quarta coppetta. Un titolo fa sempre brodo.
Pocanzi facevo riferimento alla volata playoff. Beh, è di gran lunga il piatto più gustoso ed imprevedibile che queste ultime 8 giornate di regular season possono offrirci.
Si, perché la vetta, salvo scossoni, se la giocheranno Milano e Venezia, presumibilmente nello scontro diretto del Taliercio.
Avellino continua a ricadere in amnesie preoccupanti che le impediscono di mettere in mostra tutto il suo reale potenziale che, lo ribadisco, è da scudetto. Sacripanti deve voltare rapidamente pagina dopo la sconfitta, brutta, sul parquet di una sempre più solida Varese, cercando di inserire, quanto più rapidamente possibile, nel motore Lawal, uno che nella postseason può far saltare il banco. Attenzione, intanto, alla partitissima contro l’Olimpia del prossimo weekend.
Un discorso simile vale per Brescia, ma le ambizioni di inizio stagione erano altre e la stagione può solo migliorare.
Ecco, dalla Leonessa in giù sarà gran bagarre per mettere al sicuro un posto tra le magnifiche 8 che si giocheranno il tricolore.
Al momento, quinta è la Virtus. La squadra di Ramagli, sulla carta, non dovrebbe rischiare il piazzamento playoff, semmai sarà solo una questione di spot in griglia e di tenuta fisica di una squadra, sin qui, rivelatasi fragile. Il calendario gioca, però, almeno apparentemente, a favore delle V nere che se la vedranno, di qui alla fine, con una sola squadra più avanti il classifica: Avellino.
Sassari, rappresenta un’incognita. La Dinamo è, per distacco, la squadra più isterica della serie A, capace di alternare partite spettacolari da oltre 100 punti (si vede l’ultima a Capo d’Orlando) a débâcle clamorose.

Achille Polonara (foto Stefano Gandini 2017)

Il continuo ottovolante non regala certezze a Pasquini, soprattutto perché il menu prevede tutte partite difficili: a partire da quelle in casa con Brindisi e Pesaro, invischiate nella lotta salvezza, fino agli scontri con Avellino (fuori) e Venezia (in casa) e alle gare spareggio con Brescia e Trento (alla penultima).
Torino sembrava potesse spiccare il volo dopo la conquista della Coppa Italia eppure, nelle ultime due settimane, la magia sembra essere in via di svanimento: il k.o. con Venezia ci può stare, quello senza appello di Cremona, no.
Galbiati deve serrare i ranghi già a partire da domenica prossima quando i suoi saranno di scena sul difficile palcoscenico di Cantù (distante solo due punti). Dopo di che arriveranno gli scontri diretti di fuoco contro Bologna e Trento (in casa), Reggio e Brescia (fuori) e, nel mezzo una trasferta a Milano. Di quelle in lotta, la Fiat ha il calendario di gran lunga peggiore. Occhio…
L’ultimo posto buono, al momento, lo occupa Trento.
Attenzione all’Aquila. Partita tra mille difficoltà, la squadra di Buscaglia, sta lentamente emergendo, fino a riprendersi un posto playoff, prima di fermare il cammino vincente sabato scorso, facendo, comunque, soffrire Milano.
La Dolomiti Energia, se sarà dentro, sarà la squadra che tutte vorranno evitare (si ricordi la fine che hanno fatto Sassari ed EA7 lo scorso anno). Il calendario propone in successione le ultime due della classe, Pesaro e Orlandina, poi Brindisi e Pistoia (quartultime), gli scontri diretti con Cremona, Torino e Sassari, prima della chiusura ad Avellino.
Dietro Trento, poi, è vera e propria zuffa.
Cantù, a pari punti con l’Aquila, se la vedrà subito nel faccia a faccia con la Fiat, poi andrà a Brescia e Bologna prima di accogliere Milano e vedersela con Reggio Emilia, per poi scollinare contro Pesaro, Capo d’Orlando e Brindisi.
L’incognita per Sodini e soci può essere la coperta corta ma questa Red October, quando sente aria d’imprese, sa esaltarsi.
Comunque vada, date le vicissitudini, sarà stata un’ottima stagione.
Discorso simile vale per Cremona, sorpresa di questo campionato.

Romeo Sacchetti (Foto R.Caruso 2017)

Coach Sacchetti è un vecchio marpione che sa come si fa. La squadra è plasmata a sua immagine e somiglianza e può contare su un solidissimo rendimento interno. La Vanoli sarà artefice del proprio destino negli scontri diretti contro Trento, Reggio Emilia, Brescia e Bologna. Un calendario equilibrato con sole due trasferte toste, a Reggio ed Avellino, che permette a Meo e compagni di poter sognare quello che sarebbe un piccolo miracolo.
Il cerchio si chiude con la Grissin Bon che, Europa a parte, avrà un compito arduo.
Tutto, o quasi, passa dai recuperi contro Brescia e Cremona ma, se si vorrà completare l’aggancio alla postseason, bisogna sognare anche uno scalpo ad una tra Milano (in trasferta) e Venezia (in casa). Passare a Varese, di questi tempi, non è facile per nessuno ma, tuttavia, Menetti può giocarsi il jolly degli autentici spareggi da disputare al pala Bigi con Torino e, all’ultima, contro la Virtus. Il tutto sta nella quantità di energie, fisiche e mentali, che l’Europa assorbirà.
Chiudendo il cerchio, difficile che Varese, seppur in rampa di lancio, riesca a rifarsi sotto. Ma chissà…
Tirando le somme, sono 7 squadre per 4 posti con una marea di scontri diretti da giocare. Ci sarà da spassarsela.
Altrettanto stuzzicante è la corsa salvezza.
Brindisi, dopo la vittoria interna contro Pesaro, e Pistoia hanno 4 punti di margine sulle ultime Capo d’Orlando e, appunto, Victoria Libertas.
Attenzione, però, al calendario dei pugliesi che incroceranno la strada con molte squadre in lotta per i playoff (Bologna, Sassari, Trento, Reggio, Cantù e Cremona). Stesso discorso anche per la The Flexx che se la vedrà con Venezia, Torino, Sassari, Trento, Bologna e Brescia e, nel mezzo, avrà la partita decisiva in trasferta contro Pesaro. Esposito, di certo, non può vivere sonni tranquilli.

Frank Vitucci (foto Alessia Bruchi 2014)

Vitucci, invece, la salvezza potrà metterla in ghiaccio nello scontro diretto del pala Pentassuglia contro un’Orlandina sempre più alla deriva.
Sindoni sta smanettando in continuazione sul mercato: la settimana scorsa ha mandato via Ihring e Wolciechowski (all’Anwil) e inserito Knox (bene al debutto), poi ha blindato Maynor (di nuovo deleterio nell’ennesima débâcle interna contro Sassari).
Troppe porte girevoli sono un inequivocabile sintomo di confusione che potrebbe far rima con retrocessione. Ma, sulle nostre colonne, abbiamo già versato parecchio inchiostro in merito.
Pesaro si aggrappa all’orgoglio e alla voglia di scamparla ancora. Ecco questo secondo fattore potrebbe essere determinante, con la squadra di Leka abituata a fare la guerriglia fino alla fine, oramai, da anni. A destare preoccupazioni, però, è un calendario tosto con le visite a Varese, Avellino, Milano e Sassari (all’ultima). Bisogna, così, cercare il bottino pieno in casa contro Trento, Pistoia, Cantù e Venezia: una strada tutta in salita.
Ci sarà da sbucciarsi le ginocchia per far si che un altro vessillo storico della nostra pallacanestro non venga ammainato.

 

Jacopo Romeo