Calvani e i giovani di Basketball For Africa

Calvani e i giovani di Basketball For Africa

Un riposo dal gusto dolceamaro quello che sta vivendo in queste settimane Marco Calvani. L’allenatore romano, dopo il brusco divorzio con la Virtus Roma che ha condotto nella stagione scorsa ad un’insperata finale scudetto è oggi ad Amandola, piccolo paesino ai piedi dell’Appennino in provincia di Fermo, per la giornata inaugurale di “Basketball For Africa”, torneo di 4vs4 il cui ricavato sarà interamente devoluto in beneficienza.

Il coach è arrivato in mattinata al campetto di piazza Alta, dove ha trascorso la mattinata seguendo le attività della ventina di giovanissimi tra i 5 ed i 15 anni del camp collegato al torneo. Nel pomeriggio, l’incontro in Comune con il sindaco e le massime autorità cittadine per poi, intorno alle 20, alzare la palla a due del match inaugurale del torneo.

Gentile e disponibile come sempre, coach Calvani ha parlato di tutto, dalla situazione della Virtus Roma alla Nazionale, passando per lo stato di salute del basket italiano e molto altro.

Coach, com’è arrivato ad Amandola?

Semplicemente, Michele (Valleriani, organizzatore di “Basketballo For Africa”) mi ha contattato via Facebook e visto che ero libero da impegni ho pensato fosse una bella cosa presenziare ad un’iniziativa di questo spessore. Logisticamente non è stato facilissimo, ma ci adattiamo!

Reduce dalla fine burrascosa del rapporto con Roma, quali sono le sue attività in questo periodo?

Sono stato per cinque giorni in Spagna ad un clinic internazionale al quale ho partecipato come relatore. Poi seguo tutte le attività di basket giocato di questo periodo, in primis quelle della Nazionale Under 20 in tv, ma soprattutto ne approfitto per sistemare ed analizzare il lavoro della stagione appena conclusa per farne tesoro in vista del futuro. Insomma, qualsiasi cosa possa essere utile per l’avvenire.

Calvani parla ai ragazzi di Amandola

Calvani parla ai ragazzi di Amandola

Quindi possibilità di approdare su qualche panchina, al momento, non ce ne sono.

Purtroppo no, anche perché quando Roma mi ha fatto sapere che non ero confermato eravamo già al 3 luglio. In serie A era rimasta da sistemarsi solo Caserta, che stava però già andando su Molin. All’estero c’era ancora qualcosa, ma, come normale che fosse, c’erano tanti allenatori per poche piazze libere. Da questo punto di vista, non sono stato certo facilitato dalla Virtus. Purtroppo sono cose che capitano, anche se sarebbe stato meglio non capitassero, specie dopo la stagione che abbiamo fatto. Ci poteva essere un’attenzione diversa nei miei confronti, che però non c’è stata

Per l’appunto: cosa è successo veramente tra lei e la società?

Sono rimasto molto sorpreso leggendo le dichiarazioni del general manager (Calvani non nomina direttamente Alberani, ndr) che diceva che con me c’erano state difficoltà sin dall’inizio della stagione. Onestamente io questa cosa non l’ho vissuta, anche perché se ci fossero state difficoltà a livello societario e tra staff tecnico e dirigenza, per quanto si vuole essere attenti, la cosa arriva di riflesso alla squadra. Probabilmente le ragioni erano ben altre, ma ormai non ha più senso parlarne. Ricorderò sempre i risultati ottenuti sul campo, contano quelli, conta essere tornati alla Final Eight di Coppa Italia dopo tre anni ed in finale scudetto dopo cinque spendendo cifre irrisorie rispetto a quanto il presidente Toti era abituato a spendere negli anni precedenti.

Intanto però Roma sta allestendo la squadra per la prossima stagione con Dalmonte in panchina. Come giudica le prime mosse fatte sul mercato?

Finora un ottimo lavoro. Della conferma di Taylor avevamo parlato già durante l’anno, gli avevamo chiesto di restare, anche per Goss la conferma era dovuta visto che, a parte quello che ha fatto vedere sul campo, è un ragazzo che è molto attaccato alla maglia. Hosley è sicuramente un signor giocatore, non sarà ovviamente Datome perché ha caratteristiche e qualità diverse ma è un giocatore estremamente interessante, l’avrei scelto anch’io se fossi stato allenatore.

Buone mosse, anche perché il mercato, in generale, ristagna.

L’esperienza insegna che più si aspetta più i prezzi calano. In un momento di contrazione economica credo sia anche giusto non fare follie, aspettare. È un normale processo nel quale forse i colpi migliori arriveranno alla fine. Per scegliere bene ci vogliono pazienza ed idee chiare

Domanda scontata: Datome riuscirà ad imporsi in NBA?

Farà assolutamente bene, ne sono convinto. È un giocatore che ha una grande attitudine al lavoro, una mentalità super. Me lo ricordo ancora al suo primo anno da professionista, a Scafati, e nell’ultimo della sua carriera europea, la crescita è stata esponenziale proprio per questa sua attitudine. Ha delle caratteristiche tecniche ben definite ma anche l’umiltà di lavorare su quelli che sa essere i propri limiti ma la scelta che ha fatto credo sia stata la più giusta, si merita questa opportunità.

Marco Calvani (Foto Alessio Brandolini 2013)

Marco Calvani (Foto Alessio Brandolini 2013)

Ampliando il discorso al campionato italiano, a che livello lo vede?

Insieme alla Liga Acb, la Serie A è quanto di meglio c’è in Europa. In Turchia e Grecia non si va oltre le prime 4-5 squadre, la Francia è inferiore, l’Est europeo resta più che altro una fucina di talenti come è sempre stato nel post-Petrovic. Il nostro livello medio resta comunque molto buono, anche in un momento di estrema ristrettezza economica nel quale molti giocatori, infatti, finiscono per optare per l’Estremo Oriente: Cina, Qatar, Emirati Arabi, realtà in crescita e con tanti soldi. A livello tecnico, però, un rookie americano punta prima ai campionati italiano e spagnolo.

Capitolo Nazionale. L’Under 20 ieri si è laureata campione d’Europa, a due anni dall’argento di Bilbao 2011. I nostri giovani crescono e si impongono. È automatico che facciano bene anche in Nazionale maggiore?

Automatico sicuramente no. L’Under 20 è l’ultimo step del percorso giovanile, punto di raccordo con la Nazionale A. Sicuramente, lo staff guidato da Pino Sacripanti ha fatto un ottimo lavoro, la strada da seguire è quella tracciata, ma non è detto che i risultati arrivati a livello giovanile siano bissabili a livello senior.

È però lecito aspettarsi un’Italia che torni a duellare ad alto livello. Come vede l’Italia agli Europei di Slovenia?

Peccato per l’assenza pesantissima di Gallinari, un giocatore insostituibile per questa squadra. Speriamo che la crescita di Datome e la maggiore consapevolezza dei propri mezzi degli altri possano essere elementi di spinta per fare qualcosa in più.