Richard Howell ai tempi di NC State; troppo soft nella sfida con Brindisi

Richard Howell ai tempi di NC State; troppo soft nella sfida con Brindisi

Una stagione che era partita sotto altri auspici; un settembre composto quasi esclusivamente da vittorie ottenute anche in maniera convincente, con i pezzi del puzzle che parevano incastrarsi in maniera perfetta, con il culmine raggiunto con la vittoria del Trofeo Irtet avanti al proprio pubblico. Da lì le cose hanno subito un netto calo, gli infortuni hanno penalizzato la preparazione della Pasta Reggia Caserta, che dopo i primi ottanta minuti di campionato stagna in fondo alla classifica ancora a secco. Solo sfortuna per i bianconeri? Sarebbe riduttivo, nelle due gare disputate gli uomini di Molin hanno comunque messo a nudo delle difficoltà che potrebbero far parte della costituzione della squadra. Un Sam Young devastante ma ancora poco incline al gioco di sistema, Frank Gaines talentuoso ma ancora in fase di rodaggio, attacchi in alcuni casi completamente anarchici; sicuramente gli infortuni hanno rovinato i piani della dirigenza, con la squadra incapace di lavorare a ranghi completi nelle settimane decisive, finalizzate per una buona partenza in campionato. Il GM Atripaldi è al lavoro sotto traccia per acquistare un degno sostituto di Michele Vitali, colui che doveva essere lo “scudo” di Gaines nelle prime stagionali potrà tornare sul parquet solo a dicembre inoltrato: la prima opzione potrebbe essere Matteo Formenti, libero dopo tre anni a Brindisi; potrebbero invece prendere quota le azioni di Michele Antonutti, fresco di rescissione del contratto con Reggio Emilia ma promesso sposo a Forlì. Le prestazioni sul campo non sono però tra le migliori per la Juve, roster che ha segnato di meno in questo avvio di stagione con 65,5 punti di media capace di avere percentuali migliori da tre che da due (un buon 39,5% penalizzato dal 39,4% dentro l’area).  Una difficoltà oggettiva nel pitturato che si nota anche da altri numeri: terzultimi a rimbalzo con 32 carambole catturate a gara e primi per stoppate ricevute, ben cinque e mezzo per allacciata di scarpe. A queste cifre ha sicuramente “contribuito” Richard Howell, armato di giustificazione per febbre contro Roma ma abulico e troppo morbido nella sfida al Palamaggiò con Brindisi nella quale Mays e James lo hanno, a turno, arginato in maniera agevole. Proprio su di lui ha puntato il dito Marco Atripaldi, menzionando di come il numero 0 si sia allenato in maniera soft durante la settimana; ma nella pallacanestro le colpe non sono mai di un solo giocatore, come sottolineato dallo stesso GM che ha spinto la squadra a fare di più, azione sicuramente nelle sue corde. E’ Lele Molin che deve riequilibrare il tutto e ricordare ai ragazzi in bianconero che per togliersi soddisfazioni nel campionato italiano bisogna essere prima di tutto operai, con tanta sostanza e meno facilonerie, con solo il risultato finale ad avere vera importanza e non la prestazione individuale. Pochi convenevoli per potersi rialzare, contano grinta e rabbia: questi gli ingredienti fondamentali per far bene a Bologna, contro una Virtus anch’essa ferma al palo e avversario contro il quale si è già chiamati ad un deciso cambio di rotta.