Ryan Arcidiacono (Villanova) AP Photo

Luglio è solitamente un mese di passione per i tifosi della Juvecaserta. Da anni l’estate a Terra di Lavoro viene scandita dalle notizie frammentate sulla situazione societaria, con un Raffaele Iavazzi sballottato fra misteriosi acquirenti della società e la voglia di mandare avanti il sodalizio bianconero nonostante le poche disponibilità. In tre giorni invece la situazione in casa Juve si è capovolta regalando il sorriso a tutto l’ambiente. Si è cominciato con la risoluzione del caso Palamaggiò, che verrà gestito per due anni con opzione per un altro biennio da ‘Caserta città del Basket’, società dello stesso imprenditore, assieme alla Lpt Eventi ed al Consorzio Laboratorio per Caserta. Ieri mattina è stato invece ufficializzato Piero Bucchi come nuovo allenatore dei bianconeri: coach di navigata esperienza in massima serie, l’ex Brindisi e Pesaro verrà presentato sabato mattina allo Store di via Giotto ma si è già detto pronto alla nuova avventura. Quest’oggi invece la dirigenza ha esploso il botto finale, firmando il primo pezzo della Juve che verrà: Ryan Arcidiacono, l’eroe della Villanova campione NCAA lo scorso anno.

Nato a Philadelphia il 26 marzo 1994, il playmaker ha passato l’ultimo anno in D-League  con gli Austin Spurs, squadra satellite di San Antonio che lo tesserò dopo la sua mancata chiamata al draft, con cui ha collezionato numeri non proprio esaltanti: 6,5 punti, 3,8 assist, 50,7% da 2, 42,1% da 3, 81,44% ai liberi in 27 minuti di impiego. Per quale motivo però si festeggia un giocatore con un fatturato offensivo così basso? Semplice. Arcidiacono è un giocatore solido, che al suo arrivo all’università della Pennsylvania si è imposto subito come titolare agli ordini di coach Jay Wright, uno che nei suoi sedici anni nell’ateneo ha avuto a che fare con esterni di tutto rispetto come Kyle Lowry, Randy Foye, e, controllando vecchie conoscenze del nostro campionato, Scottie Reynolds ed Allan Ray. È raro che un freshmen riesca ad imporsi subito nelle gerarchie di squadra, ma Ryan lo ha fatto, grazie alla sua capacità di essere un floor general di tutto rispetto, una vera e propria estensione in campo del suo allenatore. I suoi numeri in campo nella sua carriera universitaria sono andati in costante crescita, passando dal 34% al 44% totale al tiro e dal 32% al 39% da tre punti, con una selezione di conclusione via via migliorata; basti pensare che nel suo anno nella lega di sviluppo americana tirava meno di cinque volte a gara con quelle statistiche. Arcidiacono può difatti vantare una buona meccanica di tiro, forse un filo lenta ma molto pulita, ed un fisico perfetto per ricoprire il ruolo in Europa (1.91×88 chilogrammi), riuscendo ad attaccare il ferro in maniera intelligente. Le sue qualità si esprimono meglio quando si tratta di creare gioco: fra università e D-League, a parte il suo anno da freshmen, ha sempre offerto un ottimo rapporto fra assist e palle perse, sfiorando le due assistenze e mezzo per ogni turnover da lui compiuto. In molti hanno ancora negli occhi il suo incredibile torneo NCAA nel 2016, quando in sei gare totalizzò una media di quasi 16 punti con il 65,9% da due, il 61,5% da tre punti e un incredibile 17/18 ai liberi, ma forse a descriverlo meglio è l’ultimo tiro di quel torneo, quello con cui Kris Jenkins portò il titolo agli Wildcats.

Ryan Arcidiacono (Villanova) AP Photo

Molto probabilmente Wright aveva designato a lui il tiro decisivo, ma Arcidiacono, valutando la situazione, ha preferito mettere in ritmo il compagno, con una conclusione più aperta, per il bene della squadra. Una giocata bella per la sua semplicità e lucidità: solo giocatori dotati di alto quoziente intellettivo per il gioco riescono a trovare una soluzione così facile in un momento così concitato, con North Carolina che era riuscita a rimontare e sembrava tutto apparecchiato per i supplementari. Uno stesso QI che può essere utilizzato anche in difesa, dove non eccelle ma non si comporta da ‘telepass umano’. Arcidiacono arriva con lo status di USA; si parla da due anni del passaporto italiano, dalle sue partite con la Nazionale sperimentale, e lo scorso anno si prospettava anche una chiamata per il Preolimpico, ma le pratiche burocratiche hanno rallentato il tutto. Felicissimo il presidente Iavazzi: “Era un mio piccolo, personale sogno portare Arcidiacono in bianconero. Ci avevo già provato lo scorso anno, ma senza successo. Adesso si è palesata l’opportunità di tesserarlo per i nostri colori e non ci ho pensato un solo attimo, decidendo di fare e farmi un regalo, portando una stella del basket a Caserta (…). Sono certo che la sua presenza in maglia bianconera può costituire la base della squadra che abbiamo intenzione di costruire. Un bel colpo per la Juve, che si assicura il nativo di Philadelphia con origini siciliane con un contratto biennale. Palamaggiò, Bucchi, Arcidiacono: i primi tre mattoni  derivanti probabilmente dall’aiuto economico di Vigorito, che permettono a Caserta di programmare con serenità.