L’ultima, ingloriosa pagina della storia della Juvecaserta è stata scritta nelle mura dello store di via Giotto, protetto da finanza, polizia e carabinieri per evitare  con una conferenza stampa del patron Raffaele Iavazzi agli organi di stampa. Il numero uno bianconero, alla presenza del suo avvocato Giuseppe Cicala, ha proseguito nella sua teoria della ‘pugnalata alle spalle’ di hitleriana memoria ai tempi del processo per il Putsch di Monaco (ci guardiamo bene da accostare i due personaggi, badate bene). Iavazzi ha sottolineato come si è ritrovato da solo negli ultimi quattro anni, e di aver errato ad aver iscritto la squadra questa stagione, spinto però da un’offerta, mai concretizzata, da parte del fantomatico consorzio che avrebbe dovuto versare 50mila euro di caparra per il 72% delle quote della squadra, ed ha voluto respingere le accuse di falso in bilancio dopo il blitz a Roma della Guardia di Finanza. Nel mentre ha espresso anche i suoi dubbi sulla bontà della scelta della Com.Te.C, più di natura politica che per problemi veri e propri. Sia lui che l’avvocato Cicala hanno menzionato di come molte squadre avevano una situazione debitoria molto più grave dei bianconeri ma salvate con un ‘occhio di riguardo’ da parte della FIP. Lo stesso occhio di riguardo che avrebbe avuto Cremona, territorio economicamente più florido. Ma i dubbi aumentano sempre di più quando si parla della famosa cartella esattoriale, di cui si è ottenuta la rateizzazione. Una strada, secondo Iavazzi, che avrebbe portato meno problemi sulle casse sue e della squadra, con la Com.Te.C che, quando ha avvertito dello scompenso a bilancio, non avrebbe spiegato in quale modo sarebbe dovuto avvenire il risanamento, ponendo la sua come una scelta imprenditoriale. Peccato che la annosa delibera 346 dell’11 aprile esprime, come abbiamo già scritto due giorni fa, in quale modo dover risolvere il problema, separando di netto gli enti previdenziali con il comma 7 e la Com.Te.C stessa con il comma 1 e ponendo dunque come obbligatori sia la rateizzazione della cartella esattoriale sia la ricapitalizzazione. Un ragionamento forse troppo macchinoso, ma scritto senza remore negli incartamenti, rendendo probabilmente inefficace la difesa dei legali bianconeri e confermando, in senso lato, quel che dicevamo nel precedente articolo.

Forse Iavazzi su qualcosa aveva ragione: che la FIP e la Lega erano stanche. Stanche non della Juvecaserta, ma della situazione sul filo del rasoio sulla quale verteva da almeno quattro anni. Non si può gridare al complotto, nonostante sia accettabile da un tifoso che vede il suo cuore spezzarsi: squadre con egual prestigio o addirittura superiore come Siena, Treviso, le due Bologna, sono cadute sotto gli incartamenti burocratici negli ultimi quindici anni. Se la Juve era da anni in una situazione precaria, come testimoniato anche dai costanti gridi di aiuto del patron, bisogna fare di tutto per non farsi trovare scoperti in qualunque campo, pena…quel che appunto sta vivendo Caserta. E che vivrà, come detto, per l’ultima volta. Perché, nonostante il ricorso al TAR, il patron ha annunciato che anche in caso di vittoria non vorrà continuare da solo, con l’attività bianconera che continuerà esclusivamente con le giovanili. Ad uscirne sconfitto, purtroppo, è tutto il movimento cestistico casertano, che perde in maniera ingloriosa il suo fiore all’occhiello e lascia in lacrime tutti gli appassionati.