Stefano Gentile al tiro durante gli allenamenti (fonte FIP-pagina Facebook)

Era il 1981, tempo di un altro basket, ancora vicino agli albori, quando le partite erano spalmate ancora in due tempi da 20′ e la linea da tre punti ancora non esisteva. Bisogna fare marcia indietro fino a quell’anno per incrociare due fratelli nello stesso roster della Nazionale italiana. Gli almanacchi impolverati ricordano Franco e Dino Boselli, addirittura gemelli, all’Europeo in Cecoslovacchia. Un evento che si ripete a distanza di trentuno anni nell‘All Star Game di ieri sera, dove al 25′ in campo c’erano Alessandro e Stefano Gentile. Per alcuni minuti i due fratelli, sempre avversari, hanno giocato assieme in maglia azzurra nella sperimentale di Dalmonte, e i risultati si notano eccome: 18 per Ale, miglior realizzatore della serata con Nicolò Melli, 17 per Stefano, alla fine nominato MVP della manifestazione. Due fratelli per la prima volta nella stessa squadra, con un filo di emozione nelle loro voci nelle interviste post-partita, due carriere agli antipodi per la maniera in cui si sono evolute, più in discesa per uno e più tortuosa per l’altro, ma che hanno portato entrambe allo stesso risultato. Un mondo, quello della pallacanestro in cui sono entrambi entrati con i piedi di piombo, galeotti furono i tre anni di papà Nando al Panathinaikos.

In Grecia Stefano inizia con i primi palleggi con gli amici, appassionandosi al gioco e scegliendo di tornare a casa assieme al fratellino a Maddaloni, mentre “Nandokan” spende i suoi ultimi anni di carriera. Le strade dei fratelli si divideranno nel 2004, quando il maggiore passerà per la prima volta in maglia Juve mentre il classe ’92 proseguirà per altri lidi come Virtus Bologna e Benetton Treviso. Due anni tra giovanili e piccoli assaggi del basket dei grandi, assaggi troppo piccoli per poter migliorare le proprie capacità. Papà Nando decide di portarlo prima con sé ad Imola, l’Olimpia Milano drizza le orecchie e se lo accaparra alle soglie dei 18 anni. In una squadra come quella delle “scarpette rosse”, costruita su un Gallinari pronto a spiccare il volo per gli Stati Uniti, non è semplice trovare spazio, nemmeno se hai scritto Gentile scritto sulla maglia, se hai un corpo ancora da ragazzino. Stefano opta dunque per un doppio carpiato all’indietro: no, non cambia sport, scende in serie B1 dove inizia a formarsi, tecnicamente e soprattutto fisicamente, fra Ostuni e Trento (in Alto Adige c’è lo “zio” Enzino Esposito ad allenarlo),gli sforzi vengono premiati con un anno di “praticantato” come riserva di Kee-Kee Clark a Casale Monferrato nella stagione della promozione. I piemontesi lo confermano anche per il debutto nella massima serie sempre nel ruolo di back-up di Garrett Temple, raggiungendo così il “fratellino” che di piccolo ha ormai poco, visti i due metri per poco più di 100 chili e già due anni di esperienza in serie A nei quali ha capitalizzato tutto il suo talento ed è diventato uno dei giovani più interessanti del panorama italiano, nonchè futura polpa per la Nazionale di Pianigiani. Stefano, alla sua grande occasione, non vuole essere da meno: in maglia Novipiù nel periodo pre-Shakur dimostra il suo essere un giocatore di carattere e di impatto con la mano pronta quando la palla inizia a scottare.

Stefano ed Alessandro Gentile (fonte Juvecasertareport)

Stefano ed Alessandro Gentile (fonte Juvecasertareport)

Casale retrocede, ma non il giovane play che si guadagna la chiamata da Caserta dopo sei anni di lontananza. Ruolo iniziale, secondo playmaker alle spalle di Wise. Il resto è storia recente, con l’americano che fa i bagagli in breve tempo e il numero 22 bianconero si ritrova titolare, dopo qualche titubanza inizia ad ingranare e a sfoderare dei momenti di trance cestistica tipici della famiglia. La tripla con Cantù è emblematica, quel tiro ha causato un tuffo al cuore ai tifosi casertani con qualche anno in più non per la tecnica di rilascio del pallone, ma per la sfrontatezza, il coraggio con cui ha voluto prendere quel piazzato da quasi nove metri proprio di Nando. La chiamata in azzurro, seppur arrivata solo dopo l’infortunio di Chessa, è d’obbligo, e sul parquet del Lauretana Forum la fiducia viene ripagata sin dal primo istante. Una scalata inesorabile quella del 23enne, che sicuramente non vuole fermarsi qui e vorrà ripetere l’esperienza di giocare con il fratello Alessandro in azzurro, continuando prima ad infiammare il pubblico del Palamaggiò ed insistendo nel migliorarsi e nel lavorare sui propri errori, cosa che il ragazzo fa da sempre. Magari già ai Giochi del Mediterraneo di fine Giugno per affiatarsi per il futuro si potrebbe azzardare un esperimento del genere. Dalla partita di ieri sera però resta una certezza: nel sangue Gentile scorre sangue e pallacanestro ai massimi livelli, gli appassionati della palla a spicchi al sentire il solo cognome sono ormai portati a chiedersi: “Ma quale dei tre?“.