Sam-20Young-20131214233400469098-620x349Il secondo anno dell’era Molin comincia in maniera diametralmente opposta rispetto al primo. Il settembre 2013 attirò tante, tantissime critiche sul progetto della Juvecaserta: alla prima apparizione del roster bianconero al trofeo di Brindisi ogni giocatore andava per la propria strada, senza nemmeno prendere in considerazione il progetto di squadra. Dodici mesi dopo, con tanto lavoro sfociato nella qualificazione alla post season sfiorata, la Pasta Reggia si presenta al pubblico come una squadra solida, con i dettami del coach già impressi nella mente in chi è già stato parte del progetto e i nuovi arrivi già in fase di inserimento, oltre a qualche illustre seguace come Meo Sacchetti, curioso di vedere all’opera la squadra campana. A Trapani è stata, nonostante qualche momento in cui è venuta meno la concentrazione, una mattanza: attacco ben oliato e una difesa che quando vuole può fare la differenza. A ben figurare sin dalla prima palla a due è stato Sam Young; l’ex Memphis, Philadelphia e Indiana ha dimostrato il suo talento con un paio di accelerazioni spaventose, ponendosi subito come leader dei ragazzi in bianconero. Fin troppo irrisoria per gli avversari la sua capacità di arrivare al ferro e di segnare nei momenti importanti, il 29ennedi Washington è già in palla e vorrà spaccare in due il campionato. Ottimi segnali anche da Frank Gaines, attaccante intelligente che ha svariati modi per collezionare punti per sé e per la squadra; ciò che serviva alla Juve, lo scorso anno deficitaria in molte situazioni quando c’era bisogno di qualche “carica” dagli esterni. A fare loro compagnia nella lista dei più positivi a Trapani inseriamo Michele Vitali: gli sono bastati pochi minuti per tornare ad essere quel collante perfetto di cui Molin ha bisogno. L’esperienza estiva con la Nazionale lo ha reso più sicuro dei suoi mezzi, ed il ragazzo al secondo anno in bianconero sa che per prendersi un posto ai prossimi Europei dovrà continuare a migliorarsi, rendendosi sempre utile alla causa come fatto nella passata stagione e uno dei prospetti italiani più importanti in circolazione. Stessa età e città di provenienza, ma situazione opposta per Claudio Tommasini. Il playmaker è rientrato in competizione proprio nell’ultimo weekend dopo l’infortunio che lo ha costretto a saltare le ultime gare di campionato, presentandosi ai nastri di partenza tirato a lucido; la sua voglia di strafare lo ha però tradito, causandogli degli screzi con coach Molin nella finale contro la padrona di casa Trapani. Condizione ancora da mettere a punto, così come per Richard Howell: il centro ha ancora bisogno di rodaggio per poter essere un vero e proprio fattore, ma gli uomini di Terra di Lavoro hanno già fatto conoscenza con la sua capacità di andare a rimbalzo, veramente spiccata per un lungo di due metri scarsi. L’aver tenuto il nucleo dello scorso anno ha sicuramente aiutato nel processo di crescita, ma la Juve si mostra già avanti rispetto a qualche concorrente ed il pubblico sembra averlo capito, con gli abbonamenti saliti quasi a quota 1500: l’obiettivo è continuare questo percorso, per arrivare al punto più alto possibile.