Allan Ray (Foto Serra/Virtus Pallacanestro Bologna)

Allan Ray (Foto Serra/Virtus Pallacanestro Bologna)

Bologna – Alla Virtus serviva una vittoria per lasciare l’ultimo posto in classifica e i due punti sono arrivati. Oltre a quello, Bologna porta a casa molto poco e si può rammaricare per non aver ribaltato la differenza canestri per un soffio. Per larghi tratti l’Obiettivo Lavoro si è dimostrata la peggiore squadra della Serie A, succube di una Pesaro che non ha avuto nulla dal suo miglior giocatore, Austin Daye. Nell’ultimo quarto la Consulinvest è stata tradita dai suoi americani e ha completamente smarrito la via del canestro vanificando tutto quello di buono prodotto nei trenta minuti precedenti. L’unica altra nota positiva per la Virtus, oltre alla vittoria, è stata il ritorno in campo di Allan Ray. Il capitano bianconero non ha ancora una condizione atletica accettabile, ma la sua classe è apparsa evidente e il suo contributo sarà fondamentale, per la Virtus, per provare a conquistare la salvezza.

 Cronaca: la Virtus è consapevole dell’estrema importanza di questa partita e si fa schiacciare, fin dai primi minuti, dalla pressione di questo fondamentale match. Facce impaurite e tiri che faticano ad arrivare al ferro, ecco la Virtus del primo quarto. Pesaro è aggressiva, cerca di intercettare ogni passaggio e in attacco si affida al talento dei propri americani. La Consultinvest si guadagna subito un vantaggio in doppia cifra. La Virtus esprime la peggiore pallacanestro della Serie A e per alzare il proprio tasso tecnico Valli manda in campo, dopo mesi di assenza, Allan Ray. Il capitano bianconero dimostra subito la classe che lo contraddistingue segnando una tripla e regalando un cioccolatino per Fontecchio. La Virtus si lascia guidare dal suo leader, ritrova un po’ di coraggio e accorcia le distanze. Quando Ray torna ad accomodarsi in panchina, per l’Obiettivo Lavoro torna a farsi buio. Christon taglia costantemente in due la difesa felsinea che non riesce a contenere neppure il pick’n’roll di Lydeka. Pesaro spreca dalla lunetta e vanifica ogni suo tentativo di allungo. Peccato grave perché, con tre triple tricolori consecutive di Vitali, Mazzola e Fontecchio, Bologna mette, per la prima volta, il muso avanti nei minuti finali del primo tempo. 43 – 40 al ventesimo. Nel terzo quarto la difesa a zona 2-3 della Consultinvest manda in tilt l’attacco dei padroni di casa che ricominciano a perdere palloni a ripetizione. Pesaro torna in vantaggio nonostante un Daye assolutamente sottotono. Lydeka sovrasta Pittman che non riesce a difendere sul centro lituano. Valli riprova Allan Ray che commette presto il suo quarto fallo. Il coach virtussino, rischiando, decide di tenere in campo il capitano bianconero perché sa che non può fare a meno del suo talento, seppur non supportato da delle condizioni fisiche accettabili. Saltano i nervi a Daye e Lydeka che si fanno fischiare due falli tecnici. Ray punisce dalla lunetta prima di uscire per cinque falli quando mancano più di 10 minuti al termine della partita. Nell’ultima frazione di gioco si accende Odom che si carica la Virtus, orfana del proprio capitano, sulle spalle e la Virtus realizza il break decisivo conquistando il massimo vantaggio sul +11 (75 – 64). Cuccarolo gioca qualche minuto di buona intensità difensiva, mentre Christon si spegne lentamente. Pesaro smette di segnare, realizza solamente 4 punti in 6 minuti e si lascia sfuggire dalle mani un match comandato per tanti minuti. Negli ultimi minuti si gioca solo per la differenza canestri. Bologna prova a ribaltare il -5 della partita di andata e non ci riesce per le scelte sbagliate, in difesa e in attacco, di Hasbrouck. Finisce 79 – 74.

Pagelle:

Obiettivo Lavoro Bologna:

Dexter Pittman: trascina per il campo il suo corpaccione senza costrutto. Voto 5

Simone Fabiani: n.e.

Michele Vitali: solita grinta, ma poco altro. Voto 5,5

Gino Cuccarolo: finalmente qualche minuto di qualità in difesa. Prezioso nell’ultimo quarto. Voto 6,5

Abdul Gaddy: come al solito cresce con il passare dei minuti e alla fine risulta decisivo. Voto 7

Simone Fontecchio: qualche lampo che ha fatto ricordare il Fontecchio della passata stagione. Voto 6,5

Valerio Mazzola: Gomitate e anche 7 rimbalzi. Voto 7

Tommaso Oxilia: n.e.

Kenny Hasbrouck: tira male e ha sulla coscienza la sciagurata gestione dell’ultimo pallone della partita che ha impedito alla Virtus di provare a ribaltare la differenza canestri. Voto 5,5

Rod Odom: produce un secondo tempo di grande intensità. Il migliore insieme a Gaddy. Voto 7

Allan Ray: le condizioni fisiche sono ancora precarie, in difesa fatica a tenere il suo marcatore, ma rimane il giocatore più talentuoso della Virtus. Voto 6,5

Coach Giorgio Valli: vince la difesa puntando sulla difesa dopo un pessimo inizio. La strada verso la salvezza è ancora lunga e in salita. Voto 6

Daye Austin _(Foto R.Caruso 2015)

Daye Austin _(Foto R.Caruso 2015)

Consultinvest Pesaro:

Nicolò Basile: n.g.

Jevohn Shepherd: impalpabile. Voto 5

Giulio Gazzotti: prova a fare un dispetto alla squadra in cui è cresciuto. Non ci riesce. Voto 6

Trevor Lacey: alla fine segna i punti che consentono a Pesaro di mantenere la differenza canestri a proprio favore. Voto 6,5

Semaj Christon: Ottimo primo tempo, sparito nei secondi venti minuti. Voto 6.

Austin Daye: è la delusione del match. La stoppata che subisce da Cuccarolo è la fotografia della sua partita. Voto 4

Brandon Solazzi: n.e.

Francesco Candussi: n.g.

Tautvydas Lydeka: vince il confronto con Pittman. 14 punti e 7 rimbalzi. Solido e roccioso. Voto 6,5

Marco Ceron: troppo aggressivo. Voto 5,5

Coach Riccardo Paolini: difficile vincere in trasferta quando il tuo miglior giocatore non timbra il cartellino. Ha poche colpe. Voto 6