(Foto Claudio Devizzi Grassi 2014)

(Foto Claudio Devizzi Grassi 2014)

Non c’è stato molto di stellare nella partita delle stelle. La domenica di Ancona non ha lasciato tante emozione ai tifosi accorsi al Palarossini per una giornata di divertimento e passione per la pallacanestro. La partita è andata invece come nessuno voleva augurarsi, con pochissimo spettacolo (il punteggio più basso della storia dell’All Star Game) e un’organizzazione rivedibile. Sono in pochi a poter sorridere per lo “show” di due giorni fa; e a poterlo fare è la città di Caserta. Alcuni dei migliori momenti della partita delle stelle sono arrivati proprio dalla città della Reggia. Cominciando dal fatto innegabile che tre giocatori (inizialmente quattro) hanno partecipato alla manifestazione da protagonisti, parliamo di Michele Vitali, Jeff Brooks e Chris Roberts.

Tiro da due di Vitali (Foto di Chiara Sandrolini 2014)

Tiro da due di Vitali (Foto di Chiara Sandrolini 2014)

VITALI L’ala classe ’91 ha forse bruciato le tappe: non lo si aspettava che potesse ricoprire fin da subito un ruolo importante in una squadra pretendente ai playoff. Entrando in campo da sesto uomo non risparmia mai una goccia di energia e difensivamente ha già capito quali mezzi utilizzare per diventare un fattore ai massimi livelli italiani. In attacco non si è voluto accontentare dello spot di tiratore scelto che sembrava essergli cucito addosso ad inizio anno ed ha compreso anche quali sono i momenti giusti per attaccare il canestro; certo, la sua percentuale dall’arco non grida al miracolo (28,2%) ma un attaccante a tutto tondo può rivelarsi utile in più modi. E lo stesso Michele sa che deve ancora migliorarsi.

ROBERTS La guardia texana ha vissuto una stagione travagliata per via di alcuni acciacchi che ne hanno minato la condizione fisica; ma quando è in giornata mette sotto gli occhi di tutti ogni tipo di numero per essere un vero e proprio crack. Conosciuto come saltatore pazzesco, e le prime due schiacciate dello Slam Dunk Contest lo dimostrano, il 23 fa vedere, in alcune situazioni, di essere capace di crearsi la linea di penetrazione anche dal palleggio lasciando tante persone a bocca aperta. Negli ultimi due mesi, dopo essere stato messo in discussioni in alcuni frangenti, ha acquisito un po’ più di continuità, almeno al Palamaggiò, mentre non riesce a cambiare passo, così come la stessa Juve, in trasferta. Una costante però c’è: l’egregio lavoro difensivo.

Roberts in palleggio (Foto di Chiara Sandrolini 2014)

Roberts in palleggio (Foto di Chiara Sandrolini 2014)

BROOKS Nell’ipotetica scaletta è lui quello che più impressiona. Al terzo anno in Italia è stato insignito del ruolo del leader dellasquadra, si sapeva che il 21 era il giocatore più attrezzato a livello tecnico ma, signori, questo qui quando si accende diventa una gioia per gli occhi. Sa segnare in più modi, predilige il pitturato ma se chiamato in causa da fuori sa come rispondere (17/39 dall’arco) migliorando nettamente in questo fondamentale,  da’ una enorme mano a rimbalzo e sa difendere discretamente su entrambe le posizioni di ala. Dopo la stagione che sta disputando sarà complicato vederlo con i colori bianconeri, non vi stupite se qualche squadra di alto lignaggio europeo lo volesse accogliere fra le sue braccia…

Tre giocatori, facciamo quattro comprendendo l’infortunato Tommasini, su nove facenti parte della rotazione di Lele Molin convocati all’All Star Game sono un risultato di tutto rispetto. Tutto questo non fa che evidenziare il lavoro fatto dalla società bianconera in questa stagione, con un roster dato da molti addetti ai lavori verso il fondo dello schieramento; invece sono stati pescati ragazzi con voglia di crescere e di far vedere all’Italia cestistica di che cosa sono capaci, sul modello dell’Angelico Biella di, guarda caso, Marco Atripaldi, che per un decennio ha regalato tante soddisfazioni alla società piemontese. Il GM ha proprio sottolineato oggi, durante la visita della squadra al Pastificio Pallante, casa della Pasta Reggia sponsor della Juve, che questo è un simbolo di vivacità e di volontà da parte della squadra e della città. Oltre ai nominati infatti anche gli altri americani come Cam&Ron Moore e Carleton Scott stanno dando sfoggio delle proprie abilità, loro che fino allo scorso anno navigavano nel campionato ucraino o austriaco; e la guida di Michelori, Mordente ed Easley (al terzo anno italiano)non ha potuto fare altro che bene alla loro crescita. Far bene anche per ricordare che Caserta è una città di basket; e in fondo tutta Terra di Lavoro un po’ ha goduto quando Stefano Gentile, nato a Caserta dal casertanissimo Nandokan, ha alzato per la seconda volta consecutiva il premio di MVP dell’All Star Game.