Bruno Arrigoni

Nicolò De Ponti chiede: – Pensi che, riqualificandosi all’Eurolega, ci siano le disponibilità economiche per trattenere Shermadini e Perkins confermando l’ossatura della squadra di quest’anno? Ci sono Italiani che reputi interessanti nella costruzione della futura Cantù (in ottica “pensionamento” di Mazzarino, Basile e Marconato)? È cambiato, e se sì come, il tuo lavoro al cambiare degli allenatori di Cantù?

Bruno Arrigoni: Gentile Nicolò,

credo che confermare Shermadini sia uno degli obiettivi del nostro club a prescindere dall’Eurolega. Perkins non è ancora arrivato per cui ci penseremo in futuro. Credo inoltre che pensionare Mazzarino, Basile e Marconato sia oggi molto difficile però monitoriamo quotidianamente tutti i giocatori italiani emergenti. Essendo io allenatore non faccio fatica a mettermi in sintonia con gli allenatori che passano per Cantù.

Cesare Mandelli chiede: Qual è stato l’ “evento” che ti ha aperto le porte al mondo del basket? Prima di entrare in questo mondo quali erano i tuoi sogni per il tuo futuro? sei soddisfatto della tua carriera professionale ? ti aspettavi di piu o di meno?

BA: Caro Cesare,

ho sempre considerato la pallacanestro la mia vita e non ho mai avuto altro obiettivo che quello di allenare. Quando ho lasciato Varese nel 1976 con una mia scelta personale forse ho rovinato la mia carriera però ho scelto una strada e un percorso di vita. Per cui sono soddisfatto della mia carriera professionale anche se forse avrei preferito allenare.

Basile (foto R.Caruso)

Leonardo Risoli chiede: La scorsa estate, dopo la rinuncia a Mike Green, avete dichiarato che con quell’assetto avevate ottenuto il massimo possibile e per questo avevate scelto Lighty ed il doppio play italiano, ora a metà stagione avete preso Perkins e sconfessato quell’idea, come mai avete fatto questa retromarcia?

BA: Gentile Leonardo,

posso sbagliarmi, ma non credo che nessuno abbia mai dichiarato di aver raggiunto con quell’assetto il massimo possibile. Abbiamo cercato invece di colmare il gap sul perimetro tra noi e le squadre che ci stavano davanti, rinforzandoci con uno straniero in più tra gli esterni e il doppio play italiano. Abbiamo tentato di scalare la montagna aggirandola. Però un po’ Basile non si è trovato completamente a suo agio nel ruolo e un po’ Lighty è rimasto schiacciato dalla personalità dei giocatori che aveva attorno. A questo punto, grazie alla generosità della proprietà, ci siamo rimessi sul mercato e alla fine abbiamo trovato in Doron Pekins un giocatore che potrebbe darci un contributo importante. Senza dimenticare che abbiamo dovuto sostituire Scekic infortunato e abbiamo dovuto fare degli equilibrismi con i passaporti.