Tanto profondo che a volte ci restituisce dai naufragi qualche relitto…

Brooks e Tyus (foto R. Caruso 2012)

Brooks e Tyus (foto R. Caruso 2012)

E venne la Coppa Italia. Finalmente. Non faremo certo pronostici, poiché come potrete più avanti constatare con i pronostici abbiamo il dente avvelenato, ma ce la guarderemo con molto interesse. Perché cade nella stagione in cui gli assetti tecnico-tattici delle squadre dovrebbero essere quelli (quasi) definitivi per la successiva volata scudetto. Ci gusteremo le squadre, ciascuna con le sue croci e le sue delizie, con le proprie speranze o sfortune. Come quelle di Cantù, che ha appena perso Markoishvili, inserito Mancinelli e contemporaneamente perso Tyus per una probabile mononucleosi, che sarebbe danno oltremodo grave perchè si proietterebbe nel futuro con un’assenza di almeno tre mesi. Cantù, che ci proverà comunque perché ha il suo bel tabù da sfatare, essendo la società italiana di basket che in assoluto ha vinto il maggior numero di Coppe europee, ma non ha mai vinto una Coppa Italia. E Milano, che se la gioca in casa e ci arriva lanciata in quarta, tante quante sono le sue ultime vittorie consecutive, incrociando forse il momento della risoluzione delle incertezze l’avvento dei giorni delle certezze. Ancora Varese e Sassari, protagoniste ormai consolidate ai vertici, gioventù amore e rabbia, due squadre di talento che nelle partite secche saranno scogli sui quali potrebbe infrangersi qualsiasi naviglio. E Siena? Che ha nel suo Dna l’istinto di non mollare mai niente d’importante, capace di rigenerarsi nel fuoco che divampa al Montepaschi, capace di resistere anche nell’alternanza delle battaglie di Eurolega, anche se dovesse mancare Tomas Ress (probabilmente anche Carraretto), un uomo che in questa stagione è andato ad occupare un ruolo strategico. E ancora Roma, che ha ritrovato l’antica Virtus e un nuovo Datome formato gigante, per finire all’entusiasmo, che potrebbe generare sorprese, di Brindisi e Reggio Emila, due neopromosse che (meritatamente) si sono insediate nell’Olimpo di mezza stagione.

Sarà bellissimo. Tutto a posto.

Adesso che si è anche risolto “quel pasticciaccio brutto” che andava diffondendosi con i reiterati divieti di trasferta alle tifoserie del basket (i canturitt i più penalizzati). E’ bastato l’intervento di Gianni Petrucci che insieme a Valentino Renzi (in un auspicabile esordio d’unità d’intenti tra Fip e Lega) ha incontrato il presidente dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, per azzerare il problema. E tutti a ringraziare Petrucci. Anche noi? Noi no. Perché? Perche siamo bastardi. E ci sarebbe tanto piaciuto lasciare l’Osservatorio a cuocere nel suo brodo, e vedere l’effetto che avrebbe potuto fare lasciare fuori i tifosi varesini, e quelli canturini e, magari, perché no? lasciare anche i tifosi milanesi fuori da casa propria… L’intervento, ma più che intervento vero e proprio è bastata la mossa, di Petrucci ha messo il tappo al pasticciaccio brutto, chiuso il problema, e lasciato noi fanatici seguaci della “scienza del perché” ancora una volta a bocca asciutta. Avremmo tanto voluto sapere il perché e a quali logiche si ispiravano i provvedimenti dell’Osservatorio… Se tanto facilmente sono stati abbandonati significa soltanto che di logica ne avevano poca e di buon senso ancor meno…

Mah…? Godiamoci la Coppa Italia.

Un luogo comune. Dicono tutti: gli arbitri di basket italiani sono i migliori d’Europa. Mica vero. Falso.

Clicca QUI per continuare a leggere l’articolo.