Luciano Tola, arbitro in attività e Presidente AIAP, con la maglietta della protesta (foto Paolella)

Richiamati all’ordine e ad un maggior ottimismo, la settimana scorsa dall’appello del “Papa bolognese”, abbiamo deciso di seguirne il consiglio. Il bicchiere lo vediamo “mezzo pieno”. Si, certo, però… Di tempeste in quel (mezzo) bicchier d’acqua ce ne sono anche troppe, e non possiamo far finta di non vedere e di essere proprio sani del tutto. In rapida sequenze, le recenti vicende. Un arbitro che caccia dal campo un tifoso (forse anche giusto, a rigor di regolamento, ma un pochino inconsueto), un altro (arbitro) beccato mentre fa acquisto di coca (e non Cola, saranno anche fatti suoi, ma solo un po’ sconveniente),  poi ancora i fischietti che inscenano la protesta delle magliette, indossandone “arbitrariamente” di tutti i colori. In 19 sono stati sospesi, per una settimana, ed ora che succederà nel turno pasquale? Saranno richiamati in servizio alcuni direttori  di gara pre-pensionati? Per finire col parapiglia di Roma, scatenato dal richiamo per un piede fuori dalla “riserva indiana”, il box riservato agli allenatori, che se uno è sereno e tranquillo puoi soltanto far finta di non vedere, a 26 secondi dal termine di un supplementare, con le squadre divise da due punti. Cosa pensiamo? Che le tensioni, le spaccature tra gli organismi della categoria arbitrale, stanno creando un clima di bufera che non giova di certo alla tranquillità e alla serenità che dovrebbero presiedere alla funzione arbitrale. Ma si sono accorti, anche loro, che non hanno mai sbagliato tanto come in questo scorcio stagionale?

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