ORGANIZZAZIONE IMPECCABILE, CONTORNO DI ALTO LIVELLO

(Foto Savino PAOLELLA 2015)

Le cheerleaders dei Celtics (Foto Savino PAOLELLA 2015)

MILANO – Gli NBA Global Games sono sempre un’eccellente occasione per attirare pubblico, confrontarsi con il livello proposto nella Lega e fare qualche passo avanti verso quella che è, molto probabilmente, la migliore organizzazione sportiva al mondo. Tutti sapevano che la partita, in sé, non avrebbe regalato spunti utili per realizzare un’analisi, ma sarebbe sbagliato soffermarsi qui e parlare di quello che è stato squisitamente il contorno. Non mancavano quelle che nella NBA vengono chiamate “le celebrities a bordo campo”: diversi i giocatori dell’AC Milan (Poli, Bonaventura, Luiz Adriano e Dejan Stankovic, dirigente dell’Inter) oltre all’ex capitano Paolo Maldini, con la signora Adriana, e a Kevin-Prince Boateng in compagnia di Melissa Satta. Presenti anche Alice Sabatini, la nuova Miss Italia con passato da cestista, e Selvaggia Lucarelli, blogger e conduttrice radiofonica. Bella ed emozionante la stretta di mano tra Sandro Gamba e David Stern, entrambi membri della Hall of Fame.

(Foto Savino PAOLELLA 2015)

Simon contro Smart (Foto Savino PAOLELLA 2015)

Lo spettacolo prima del match e durante le pause è stato, ovviamente, di alto livello. In pieno stile NBA, l’intrattenimento è stato in grado di coinvolgere i quasi 11400 spettatori presenti, vantando una squadra di cheerleader, le mascotte dei Celtics e i collaboratori che hanno provveduto al lancio dei gadgets sugli spalti. In mezzo al campo è stato reso onore a due leggende della Lega come Brian Shaw e Rick Fox, anche loro posizionati in prima fila durante tutta la partita.
Parquet, canestri e arbitri sono stati “portati” dagli Stati Uniti per dare un tocco significativo all’evento e renderlo il più possibile un prodotto NBA a tutti gli effetti.

COS’È SUCCESSO SUL PARQUET E COSA SUCCEDERÀ POI

Match che sulla carta non ha nessun valore, ma che può regalare alcuni spunti utili per cominciare la stagione al meglio. Due squadre diverse, due campionati diversi, due preparazioni diverse. Boston ha cominciato da poco il percorso che la porterà ad affrontare la regular season che avrà inizio tra meno di tre settimane e le gambe dei biancoverdi non sono ancora pesanti, come conseguenza della preparazione. Al contrario, i giocatori di Milano sono sembrati visibilmente stanchi e in difficoltà, dopo una settimana caratterizzata da eventi, partite oltreoceano e jet lag. La domanda a cui tutti volevano che gli addetti ai lavori di Boston rispondessero era una ed una sola: Gentile è pronto per l’NBA? La risposta è arrivata, in parte sul campo e in parte ai microfoni. Fisicità difficile da contenere anche per i Celtics, sicurezza dei propri mezzi visibile a chilometri di distanza e capacità di attaccare il canestro come pochissimi. In NBA si stanno accorgendo di quanto il numero 5 milanese e altri prospetti europei potrebbero calcare i parquet dall’altra parte dell’oceano con risultati a dir poco incoraggianti. Sembra quasi evidente che questo sarà l’ultimo anno in Europa per il ragazzo del 1992 e ci sono tutte le premesse per una grande stagione, oltre che per una grande collaborazione con coach Repesa, sembrato già molto esigente con tutti dal precampionato.

(Foto Savino PAOLELLA 2015)

Jamel McLean al tiro, uno dei più positivi in campo (Foto Savino PAOLELLA 2015)

Oltre a Gentile, una buona condizione fisica e tattica è stata mostrata da Jamel McLean, autentico valore aggiunto per Milano. Più in difficoltà Hummel e Simon, il quale non sembra essersi totalmente ripreso dall’infortunio che gli ha rovinato l’europeo. Anche Cinciarini è sembrato affaticato ed è comprensibile visto l’europeo e la tournée tra Chicago e New York, mentre sono sembrati più che positivi sia Macvan che Jenkins, mostrando grande equilibrio sia in attacco che in difesa. Il 2.17 Barac ha mostrato una buona presenza vicino a canestro, ma deve acquisire ancora la giusta confidenza col canestro e la cattiveria necessaria per dominare nel pitturato. Il trio Lawal-Cerella-Lafayette da valutare meglio nelle prossime uscite stagionali, dato che sono sembrati quelli più in difficoltà nelle rotazioni di coach Jasmin Repesa.
La squadra di coach Stevens, invece, ha saputo dimostrare di avere una grande compattezza, quasi inaspettata. Vero è anche che il banco di prova per eccellenza sarà la regular season, dove i primi avversari da incontrare saranno i Philadelphia 76ers, non esattamente una franchigia di primo livello.

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Gentile contro Crowder, duello molto fisico tra i due (Foto Savino PAOLELLA 2015)

Si è visto un David Lee volenteroso nel tornare in forma fisica adatta agli standard NBA, con lo scopo di rappresentare un elemento di riferimento per Boston. Non si è potuto non notare la grande condizione di Isaiah Thomas, autentico mattatore della gara e, probabilmente, della stagione dei Celtics; classe, velocità di gambe e decisionale, esplosività, tiro da fuori, penetrazioni al ferro e chi più ne ha più ne metta. La difesa e il tiro da fuori di Bradley, la crescita di Smart, la prestanza fisica di Crowder, l’ampliamento della armi difensive ed offensive del duo Zeller/Olynyk, l’efficienza vicino a canestro di Sullinger nonostante la forma fisica ampiamente da rivedere, le nuove esperienze per Johnson e Jerebko. Last but not least, i tre rookies a disposizione di Brad Stevens: R.J. Hunter, Terry Rozier e Jordan Mickey. Hunter ha una tecnica ed un rilascio che ricordano molto Steph Curry (anche le percentuali sembrano confortanti), Rozier è dotato di grande esplosività e buonsenso, mentre Mickey sembra poter sfruttare la sua grande concretezza sia vicino a canestro che dalla media distanza. Sarà, senza dubbio, un’annata interessante per la franchigia del Massachusetts e per il suo allenatore, quel Brad Stevens arrivato in NBA solo nel 2013 e che, a 38 anni, potrebbe già dimostrare di avere tutte le carte in regola per entrare nell’élite dei grandi allenatori della Lega.