Nicolas Mazzarino (foto Roberto Caruso 2013)

Nicolas Mazzarino (foto Roberto Caruso 2013)

Purtroppo ci risiamo. A distanza di qualche mese dalla partenza di Manu Markoishvili il popolo canturino deve salutare un altro suo idolo: il capitano, il cardinale Mazzarino. Ma questa volta il sapore in bocca è malinconico, non v’è shock come capitò con Manu, v’è un senso di amarezza mista al dolce arrivederci ad una persona amata che continua il suo cammino dall’altra parte della Terra ma resterà per sempre parte di questa comunità.

Lo abbiamo scritto decine di volte: Nicolas Mazzarino emblema dell’uomo normale in grado di fare cose straordinarie su un campo da basket ed in un certo senso era vero, Nico è un uomo di una normalità strepitosa. Ma in realtà vi era un errore di base, dietro alla sua normalità vi erano delle caratteristiche speciali, che lo rendevano unico.  Una guardia tiratrice di 1.80 in serie A? Non scherziamo…  una persona normale non può giocare in quel ruolo, non può nemmeno calcare i campi della serie A. Mazzarino invece non piangeva dietro l’handicap fisico e sfondava le retine. Con il cervello sicuramente, selezionando solo tiri puliti ma anche con una caratteristica che non tutti hanno notato, qualcosa di unico che abbiamo visto in pochi giocatori: la testarda convinzione di non mollare mai ed una resistenza alla fatica da superuomo. Ci ricorda per molti versi Bobby Hurley. Ve lo ricordate? Il playmakerino della Duke doppiamente campione ncaa ad inizio anni ‘90, fisico apparentemente inesistente tanto che tutti gli atleti di colore avrebbero dovuto spazzarlo via e quella faccia scavata con gli occhi inquieti ed infossati perennemente insofferenti. Eppure Hurley non si fermava mai, correva, sudava, attaccava, ti stroncava col ritmo. Era un tiratore normale, un passatore efficace ma poco spettacolare, un palleggiatore esente da numeri da playground ma era un vincente, un guerriero. Il Mazza ha nel suo DNA questo spirito indomito, andando oltre i limiti evidenti, e la voglia di lottare, il movimento continuo sui blocchi alla continua ricerca di uno spazio.

Mazzarino marcato da Jones (Foto Alessio Brandolini 2013)

Mazzarino marcato da Jones (Foto Alessio Brandolini 2013)

Nico è un uomo serio, un’atleta irreprensibile. Nessuno lo ha mai visto in stato alcolico all’alba nelle vie di Cantù dopo una notte nei locali milanesi, lui si alzava al mattino per portare i suoi splendidi bimbi a scuola, poi andava a prendere il pane ed aveva una parola gentile e discreta con tutti prima di andare al lavoro, lottando sul parquet. Un grande capitano ma non di quelli vocali pronti ad intervenire in maniera appariscente ma un capitano dell’esempio. L’esempio che la gente laboriosa della Brianza ama: serietà e sudore. Non un agnellino, da piccoletto e con la chierica si sapeva far rispettare in campo e nello spogliatoio ma senza mai esagerare nelle movenze, nelle parole. Sudamericano atipico, serio ma non un gaucho triste, con l’amore per l’Heavy Metal e parliamo di roba seria Metallica, Pantera, Slayer mica Bon Jovi…

E come ogni grande uomo al suo fianco Magela, una grande donna. Per certi versi il suo opposto eppure sempre coerente con l’esempio del suo uomo. Gentile, frizzante, simpatica, con la fissa del Sud del mondo per la scaramanzia (capace di usare tutto un anno sempre con lo stesso maglione… anche quando le lamiere del Pianella si surriscaldavano) ma pure misurata e coi piedi per terra. Simpatica, aperta ma non sciocca. Magela capace di intessere con la società canturina un rapporto di amicizia esteso tanto che molti rimpiangeranno la sua assenza quanto quella del marito.

Ma con un errore di base, per quanto legato, e lo sarà per sempre, a Cantù Nico Mazzarino è uruguagio ed il suo futuro, lo ha detto molte volte, è laggiù. Nella sua terra ha radicato i suoi progetti ed in questo è stato sempre sincero anche quando in molti si aspettavano che non se ne sarebbe mai andato via come fece Bob Lienhard a suo tempo. No, la Celeste è la sua Patria ma Cantù e la sua gente è diventata la sua famiglia.

esto no es un adiós, nos vemos pronto, incluso si ustedes están en fin del mundo…