Dario Colombo

Dario Colombo

“Non si puo’ assistere a tristi pagine di cronaca giudiziaria riguardanti una delle società più gloriose del basket non ricevendo risposte di assunzione di responsabilità da parte di chi ha gestito il club”.

Le ‘tristi pagine’ riguardano una presunta frode fiscale di svariati milioni di euro; ‘una delle società più gloriose’ è la Mensa Sana Siena; ‘ chi ha gestito il club’ è Ferdinando Minucci.

Mittente:Gianni Petrucci, presidente federale. Una capretta legata al palo per far uscire la tigre allo scoperto? Un bengala lanciato nella notte (del basket) per vedere chi c’è davvero sul campo di battaglia? Chissà. Cresciuto nella frequentazione di Gianni Richelieu Letta, dal n.1 di via Vitorchiano è lecito aspettarsi di tutto quando si tratta di strategie politiche, anche se negli ultimi tempi qualche passo che il suo maestro non avrebbe mai mosso lui l’ha compiuto.

Ma non è questo il problema.

Così come non è il vero problema sapere se Minucci è davvero l’unico capro espiatorio di una vicenda forse più grande anche di lui, che come fine tessitore di trame non è messo malissimo in classifica.

In fondo, e fino a prove contrarie, ha tutto il diritto di essere considerato innocente.

Il problema vero è che ancora una volta il segnale d’allarme han dovuto suonarlo dall’esterno del fortino di via Aldo Moro, una fortezza Bastiani dove tutto sembra essersi fermato in attesa di un nemico che forse non arriverà mai o, forse, è già all’interno delle mura. Perché il messaggio di Petrucci – che la sorte della Mens Sana ce l’ha ben chiara in testa – non punta al Minucci dirigente di Siena, ma al Minucci presidente di Lega: e non ci vuole il codice Enigma per capirlo.

Certo, se è vero – com’è vero – che durante l’Assemblea per l’elezione di Minucci qualche illuminato ‘filosofo’ seduto al tavolo non ha trovato niente di meglio da dire che:”…se abbiamo eletto l’indagato Berlusconi per 20 anni allora non si vede perché non si possa eleggere anche Minucci”, allora è chiaro che stiamo perdendo tutti tempo: pensavamo di parlare agli umani, e non ci eravamo accorti che invece eravamo in mezzo ai T-Rex.

Non sappiamo se Minucci deciderà di dare risposte a Petrucci e, nel caso, che tenore avranno. La persona (non il personaggio, che è altra cosa) non è facile alle confidenze, né tantomeno ai colpi di testa. Sappiamo solo che, con o senza Minucci, quella attuale è una Lega da rifondare, nel management, nella filosofia, in tutto.

C’è un uomo alla cui abitazione, alle porte del Parco di Monza, tutto il mondo del basket ( e forse non solo di quello) dovrebbe bussare per chiedere di mettere il suo talento e la sua statura morale al servizio della causa: Stefano Domenicali. Basta che qualche ‘genio’ seduto allo stesso tavolo dei ‘filosofi’ non faccia come quel presidente di società che qualche anno fa, contattando l’allora amministratore delegato della Ferrero per sondarne la disponibilità, gli chiese di portare il curriculum. L’incontro non ci fu mai.