In questa rubrica cerchiamo di puntare l’obiettivo sul nostro amato sport. Talvolta lo puntiamo su aspetti tecnici e atletici, altre volte su argomenti più “leggeri”. Questa settimana parliamo di tatuaggi.
Il tatuaggio (dal polinesiano tatau) è una tecnica di decorazione (o di pittura) corporale dell’uomo. Tradizionalmente la decorazione è destinata a durare permanentemente. La tecnica consiste nell’incidere la pelle ritardandone la cicatrizzazione con sostanze particolari o eseguendo pitture con l’introduzione di sostanze coloranti nelle ferite.
Un tempo limitati a marcare detenuti o ad abbellire il corpo, oggi sono diffusi a qualunque livello e sovente rappresentano una sorta di carta d’identità dell’individuo.
Abbiamo notato che molti giocatori di basket hanno tatuaggi, più o meno estesi, e di varie fogge. Alcuni sono addirittura correlati con la pallacanestro.
Vediamone alcuni:
Il tatoo di Collins (Otto Caserta) ha chiari riferimenti alla sua vita personale e agli affetti.
Omar Cook (EA7 Milano) sul braccio sinistro cita “La mia vita è nelle sue mani, non riuscirei a fare nulla senza di lui”. La vita viene rappresentata come un pallone da basket.
Il lituano Kuzminskas (Zalgiris Kaunas) ha un tatoo che evidentemente gli ricorda i paesaggi dove è nato e cresciuto.
Lo statunitense Weems (Zalgiris Kaunas) ha invece entrambe le braccia ornate da tatuaggi tribali a destra e ornamentali a sinistra.
I tatuaggi tribali si sono affermati all’inizio degli anni ’90 e si basano sui tatuaggi tradizionali degli indigeni delle varie isole del pacifico (Samoa, Isole Marchesi, Hawaii), dei Dayak del Borneo dei Maori della Nuova Zelanda e dei Nativi Americani. Lo stile è caratterizzato da disegni astratti e disegni molto marcati, in genere riempiti di nero. Possono essere semplici decorazioni oppure disegni di animali. Il tatuaggio tribale rappresenta un segno di individualità al di fuori di tutti i ruoli imposti dalla società di oggi che tende invece ad annullare le differenze.
Anche in nostro giovane Hackett (Scavolini Pesaro) è un grande ammiratore dei tatuaggi:
Il suo compagno di Nazionale Alessandro Gentile (EA7 Milano) invece sembra non avere alcuna intenzione di farsi tatuare, almeno non nelle parti visibili…
Anche il polacco Szewczyk dell’Umana Venezia mostra un tatuaggio tribale, ma Fotsis non sembra avere intenzione di mostrare alcun tipo di ornamento.
Altri tatuaggi hanno temi religiosi o vocativi.
Originale questo tatuaggio di McNeal della Fabi Shoes Montegranaro: dedicato alla mamma, la frase recita “Un pezzo dell’amore di tutti. Mamma” L’amore rappresentato come un puzzle.
Spesso i tatoo sono parole o intere frasi propiziatorie o rievocative. Altre volte sono simboli. Micov ha unito il tutto…
E finiamo con una personalissima interpretazione della cartellonistica stradale: David Hawkins, fino all’anno scorso in forza a Milano, ha voluto precisare qual’è l’unica direzione verso cui può andare la palla!
Stay tuned, la prossima settimana punteremo gli obiettivi sui time-out. Buona luce a tutti i fotografi!
Testo di Savino Paolella - Foto di Savino Paolella e Roberto Caruso © 2012