(Foto di Savino Paolella © 2012)

In questa rubrica cerchiamo di puntare l’obiettivo sul nostro amato sport. Talvolta lo puntiamo su aspetti tecnici e atletici, altre volte su argomenti più “leggeri”. Questa settimana parliamo di tatuaggi.

Il tatuaggio (dal polinesiano tatau) è una tecnica di decorazione (o di pittura) corporale dell’uomo. Tradizionalmente la decorazione è destinata a durare permanentemente. La tecnica consiste nell’incidere la pelle ritardandone la cicatrizzazione con sostanze particolari o eseguendo pitture con l’introduzione di sostanze coloranti nelle ferite.

Un tempo limitati a marcare detenuti o ad abbellire il corpo, oggi sono diffusi a qualunque livello e sovente rappresentano una sorta di carta d’identità dell’individuo.

Abbiamo notato che molti giocatori di basket hanno tatuaggi, più o meno estesi, e di varie fogge. Alcuni sono addirittura correlati con la pallacanestro.

Vediamone alcuni:

Coleman di Biella mostra un bel tatoo correlato al suo sport (Foto Roberto Caruso © 2012)
 (Foto di Savino Paolella © 2012)
Collins di Caserta ha un tatuaggio votivo (Foto di Savino Paolella © 2012)

Il tatoo di Collins (Otto Caserta) ha chiari riferimenti alla sua vita personale e agli affetti.

Omar Cook (EA7 Milano) sul braccio sinistro cita “La mia vita è nelle sue mani, non riuscirei a fare nulla senza di lui”. La vita viene rappresentata come un pallone da basket.

 (Foto di Savino Paolella © 2012)
Il tatoo sul braccio sinistro di Cook dell’EA7 MIlano (Foto di Savino Paolella © 2012)

Il lituano Kuzminskas (Zalgiris Kaunas) ha un tatoo che evidentemente gli ricorda i paesaggi dove è nato e cresciuto.

Il lituano Kuzminskas (Zalgiris Kaunas) – Foto di Roberto Caruso © 2012

Lo statunitense Weems (Zalgiris Kaunas) ha invece entrambe le braccia ornate da tatuaggi tribali a destra e ornamentali a sinistra.

Weems (Zalgiris Kaunas) – Foto Roberto Caruso © 2012

I tatuaggi tribali si sono affermati all’inizio degli anni ’90 e si basano sui tatuaggi tradizionali degli indigeni delle varie isole del pacifico (Samoa, Isole Marchesi, Hawaii), dei Dayak del Borneo dei Maori della Nuova Zelanda e dei Nativi Americani. Lo stile è caratterizzato da disegni astratti e disegni molto marcati, in genere riempiti di nero. Possono essere semplici decorazioni oppure disegni di animali. Il tatuaggio tribale rappresenta un segno di individualità al di fuori di tutti i ruoli imposti dalla società di oggi che tende invece ad annullare le differenze.

Anche in nostro giovane Hackett (Scavolini Pesaro) è un grande ammiratore dei tatuaggi:

 (Foto di Savino Paolella © 2012)
Hackett (Scavolini Pesaro) coi suoi tatoo tribali (Foto di Savino Paolella © 2012)

Il suo compagno di Nazionale Alessandro Gentile (EA7 Milano) invece sembra non avere alcuna intenzione di farsi tatuare, almeno non nelle parti visibili…

 (Foto di Savino Paolella © 2012)
Gentile e Hackett (Foto di Savino Paolella © 2012)

Anche il polacco Szewczyk dell’Umana Venezia mostra un tatuaggio tribale, ma Fotsis non sembra avere intenzione di mostrare alcun tipo di ornamento.

 (Foto di Savino Paolella © 2012)
Tatoo tribale di Szewczyk (Foto di Savino Paolella © 2012)

Altri tatuaggi hanno temi religiosi o vocativi.

Tatoo religioso di Bowers (Umana Venezia) – Foto Roberto Caruso © 2012
 (Foto di Savino Paolella © 2012)
Bowers dell’Umana Venezia (Foto di Savino Paolella © 2012)

Originale questo tatuaggio di McNeal della Fabi Shoes Montegranaro: dedicato alla mamma, la frase recita “Un pezzo dell’amore di tutti. Mamma” L’amore rappresentato come un puzzle.

 (Foto di Savino Paolella © 2012)
Tatuaggio “puzzle” di McNeal di Montegranaro (Foto di Savino Paolella © 2012)
Tatoo “lettering” quello di Micov (Bennet Cantù) – Foto Roberto Caruso © 2012

Spesso i tatoo sono parole o intere frasi propiziatorie o rievocative. Altre volte sono simboli. Micov ha unito il tutto…

E finiamo con una personalissima interpretazione della cartellonistica stradale: David Hawkins, fino all’anno scorso in forza a Milano, ha voluto precisare qual’è l’unica direzione verso cui può andare la palla!

 (Foto di Savino Paolella © 2012)
Hawkins indica la direzione (Foto di Savino Paolella © 2012)
One way di David Hawkins (Foto Roberto Caruso © 2012)

Stay tuned, la prossima settimana punteremo gli obiettivi sui time-out. Buona luce a tutti i fotografi!


Testo di Savino Paolella - Foto di Savino Paolella e Roberto Caruso © 2012