(foto: olimpiamilano.com)

(foto: olimpiamilano.com)

Un successo di critica e anche di pubblico, tanto, quello dell’EA7 Emporio Armani Milano dell’annata 2013/2014: non solo un intero girone imbattuta in campionato a +6 sulle inseguitrici, ma in aggiunta una qualificazione ai playoff di Eurolega ottenuta con 7 successi consecutivi prima dell’ininfluente sconfitta di Malaga. Un’Olimpia che non ha solo zittito i critici e accontentato gli amanti dell’essay cestistico continentale, ma che ha saputo anche essere un blockbuster al botteghino: 8400 spettatori di media in Eurolega e 7400 in campionato, conditi da 2 sold out consecutivi contro Barcellona e Cantù, dopo quello contro il Real (oltre a quello contro Malaga a Desio), che, insieme ai 2200 abbonati, hanno riempito in ogni ordine gli oltre 12000 posti del Forum.

Ma cosa c’è dietro questo eclatante risultato, oltre ad una squadra che sembra finalmente battere l’ora del proprio compimento sotto la guida di Luca Banchi da Grosseto? Su “La Gazzetta dello Sport” dello scorso 4 aprile, Luca Chiabotti, oltre ad elogiare il gioco e lo spirito ritrovato delle “scarpette rosse”, sottolineava come i risultati delle presenze al Forum fossero anche in parte da attribuire al fatto che “l’Eurolega ha imposto un programma NBA al club per vendere biglietti” (sic). A partire da questo spunto vale senz’altro la pena di capire cosa ci sia dietro la ola che ormai da settimane saluta gli avversari dell’EA7 sconfitti al Forum.

Tullio Marino, Ticketing Manager dell'EA7 Olimpia Milano (dall'account Twitter)

Tullio Marino, Ticketing Manager dell’EA7 Olimpia Milano (dall’account Twitter)

Per avere risposte siamo andati a chiedere lumi direttamente a chi da dietro le quinte ha orchestrato questo successo, ovvero al Ticketing Manager della società milanese, Tullio Marino. Brindisino, 27enne, laureato in Management alla “Bocconi” e lì specializzatosi poi come “Sport Manager”, è giunto nello staff dirigenziale dell’Olimpia Milano nella stagione 2012/2013 come assistente alla comunicazione e al marketing, prima di essere investito del ruolo cruciale di gestione delle campagne abbonamenti e biglietti della società più vincente d’Italia.

Con grande disponibilità Marino ci ha spiegato innanzitutto che non si può parlare di imposizione, quanto piuttosto della messa a disposizione da parte di Eurolega di un programma di addestramento specifico sul ticketing, che ha coinvolto club quali Barcelona, Malaga, Prokom, Panathinaikos, Milano, CKSA, EFES e Olympiacos e che si è svolto sia in sessioni di workshop a Barcellona nella sede di Eurolega, che in incontri individuali con i club per attagliare il programma sulle specificità di ogni società. Il senso del programma è coadiuvare quei club che nella stagione precedente abbiano faticato a rimanere sopra la soglia del 75% della capienza del loro impianto di spettatori paganti. Da ricordare, infatti, che uno dei requisiti per conservare la licenza A, è aver garantito nelle due stagioni precedenti l’80% di media di spettatori paganti.

Marshall Glickman, CEO della G2 SAS (foto: ojlife.com).

Marshall Glickman, CEO della G2 SAS (foto: ojlife.com).

Come ci chiarisce sempre Marino, questo programma non si può dire pedissequamente mutuato dal mondo NBA, pur se l’agenzia che cura il programma, la G2 Strategic Advisory Services, ha come CEO Marhall Glickman, già advisor di Jordi Bertomeu e in passato presidente della Oregon Arena Corporation e dei Portland Trail Blazers, e figlio di quel Harry Glickman (classe 1924) considerato il padre dello sport professionistico nel Beaver State.

In questo programma vengono soprattutto fornite, oltre che competenze specifiche del settore, anche spunti, eventualmente derivati da altri sport, che possano fornire ai Manager dei club di Eurolega suggerimenti o strumenti per migliorare la strategia di ticketing, adattandoli alla specificità e alla contingenza del mercato in cui si trova ad operare ciascuna società. Non tutte le idee risultano trasferibili da oltreoceano ed applicabili sul “vecchio continente”, ma certamente contribuiscono ad alimentare focus e impegno costante su una strategia di estensione e fidelizzazione che sta poi alla capacità dello staff dirigenziale saper declinare nel modo più efficace a partire dalla realtà in cui si trova ad operare il club. Frutto di questo supporto è stata, ad esempio, a Milano, la strategia di successo sugli abbonamenti, la cui campagna è stata anticipata rispetto al passato (ed anche quest’anno la campagna della stagione 2014/2015 è stata aperta il 6 aprile scorso), dando inoltre la possibilità ai tifosi, fin dall’inizio della stagione, di acquistare biglietti per qualsiasi gara interna di Milano (così è maturato già in novembre, ci svela Marino, il sold out contro Cantù del 6 aprile).

Il futuro del ticketing nel basket è ancora lontano però dal poter introdurre novità come il reselling (la possibilità di avere sconti per gli abbonati sulle gare che non seguono, ma i cui posti lasciati liberi possano essere rivenduti dalla società) in parte per problemi infrastrutturali e di fiscalità, ed in parte perché il seguito del movimento deve crescere ancora perché quello dei biglietti diventi un mercato della scarsità, specie in piazze così grandi, con così radicati competitor.

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I ragazzi al lancio di Olimpia@School con Angelo Gigli (foto: olimpiamilano.com).

Il futuro in ogni caso si costruisce oggi, puntando certamente sulle strategie, ma sopratutto sul far crescere la passione e gli appassionati attraverso lungimiranti sinergie col territorio. Per Olimpia Milano, accanto all’ormai consolidato Armani Junior Program ha, infatti, perfezionato una affiliazione con 74 società di basket giovanile che hanno potuto assistere alle partite interne dell’Armani fruendo di condizioni agevolate. Tullio Marino ha invece sviluppato il progetto Olimpia@school, portato poi avanti con Paolo Monguzzi e Marco Esposito, organizzando un torneo tra 8 licei milanesi, i cui vincitori sono stati premiati durante il match di Eurolega contro il Fenerbahce, a cui i giovani giocatori hanno assistito come ospiti, portando però un indotto di 3000 spettatori paganti, di cui 1900 dalla sola squadra poi risultata vincitrice. Questa iniziativa lascia pensare come a Milano si stia sapientemente pensando a costruire sul lungo termine una fan base che niente come i tanto attesi successi di oggi potrà tenere più vicina ai colori milanesi anche domani.