Pasta Reggia Caserta

Marco Giuri (Foto R.Caruso 2016)

Marco Giuri (Foto R.Caruso 2016)

Micah Downs 7: Grandi meriti della rimonta bianconera vanno a lui. Inizia zoppicante, ma minuto dopo minuto il suo peso specifico nella partita aumenta sempre di più, fino ad esplodere nel terzo parziale dove ne fa 13 dei suoi 21 punti finali. È un elemento imprescindibile e coach Dell’Agnello lo sa, facendolo respirare solo per un minuto in tutta la gara; proprio per questo forse si spegne nel finale, ma se si è avuto una partita equilibrata lo si deve al suo lavoro

Peyton Siva 4: Il playmaker bianconero stecca sonoramente il posticipo del lunedì. Non riesce mai a mettersi in ritmo, e quando ci prova fa perlopiù danni. La Juve aveva acquisito una certa sicurezza nell’ultimo parziale senza di lui, una sicurezza svanita quando è rientrato in campo prendendosi almeno tre tiri forzati oltremodo.

Dario Hunt 6,5: Nel primo tempo è l’unico fra i lunghi che riesce ad essere una costante minaccia nel pitturato veneziano. Si muove tanto contro un giocatore simile a lui come Owens e gli fa venire il mal di testa; nel finale avrebbe i liberi per il pari ma, si sa, non è uno specialista e purtroppo segna la parola fine sulla partita di Caserta.

Daniele Cinciarini 7: Dopo le ultime brutte partite, il Cincia torna ad essere un fattore in attacco. Nell’intervallo prende fiducia e inizia a mitragliare la retina prendendo esempio da Bramos e Goss. Uno dei migliori dei bianconeri, la vittoria non è arrivata ma il numero 10 è tornato ai livelli a cui aveva abituato nel girone d’andata.

Vincenzo Ventrone SV: Debuttare a 17 anni non è da tutti. Complimenti a lui e al suo impegno nelle giovanili casertane.

Andrea Ghiacci SV: Riesce a giocare solo un minuto, poi gli esce la spalla sinistra e riduce la coperta già corta di coach Dell’Agnello.

Marco Giuri 7: Il solito, grandissimo impegno. Sempre presente nei due lati del campo: con lui in regia l’attacco bianconero gira alla perfezione, mentre in difesa fa sempre il suo per recuperare palloni a più non posso. Nonostante abbia subito il break di 14-0 nel finale, il suo plus/minus è di 9 in 29 minuti. Per far capire il suo impatto sulla gara.

Linton Johnson 6,5: Non giocava una partita ufficiale dal dicembre 2014, quando venne messo fuori squadra e poi tagliato da Pistoia. Nel mentre si è allenato a Caserta, città natale della moglie, in qualunque palestra lo accogliesse, per potersi tenere in forma. E dopo un anno e tre mesi rientra in campo e ci mette voglia, atletismo ed anche un po’ di trash talking. Ovviamente manca il rito partita, ma può arrivare.

Uros Slokar 7: Inizia in sordina, un po’ troppo impreciso in un paio di tocchi, ma si butta a rimbalzo d’attacco come se fosse l’ultima cosa che fa nella sua vita. Nel secondo tempo sale di tono e sciorina un paio di movimenti da applausi. Coach Dell’Agnello lo panchina nel finale, e forse è l’errore che decide la gara.

Coach Sandro Dell’Agnello 5,5: Non si perde d’animo dopo l’inizio shock e continua con la sua zona matchup, ottenendo grandi risultati in 15 dei 20 minuti finali. Poi però l’incantesimo si scioglie nell’inserire in campo Peyton Siva, l’uomo di maggior talento. Tra tutti gli infortuni avuti sta facendo un miracolo a tenere unita questa squadra, ma c’è da fare un passo in avanti.

Reyer Venezia

Phil Goss 8: Dall’arrivo di De Raffaele è diventato il leader dell’attacco lagunare. Inizia fortissimo con tre triple a bersaglio, facendo stare sull’attenti tutta la difesa bianconera; per un po’ riesce ad essere tenuto a bada ma si riprende nel finale, segnando il canestro del sorpasso definitivo.

Michael Bramos 7,5: Nel primo tempo è una macchina. Ogni volta che riceve palla dall’arco sai già che finirà con un canestro; Caserta non riesce a trovare mai un modo per contenerlo. Alla distanza cala un po’ anche perché la Juve gli stringe addosso le maglie, ma il grosso del lavoro è del primo tempo.

Stefano Tonut SV

P. Goss ( Foto Alessandro Montanari 2016 )

P. Goss ( Foto Alessandro Montanari 2016 )

Jarrius Jackson 6,5: Per trentacinque minuti è pressocché nullo. Non riesce a farsi notare e ad emergere nelle rotazioni di De Raffaele; gli ultimi minuti sono a suo appannaggio e segna cinque punti che, di fatto, chiudono la gara.

Mike Green 7: La sua è una prova balistica da dimenticare, con 2/14 al tiro. Ma è sempre nel vivo della gara, smazzando assist a ripetizione e andando sempre a rimbalzo. Scrive una prova da quasi tripla doppia e segna anche la tripla del pari.

Michele Ruzzier 5,5: Non fa molto per farsi notare, se non quello di far respirare i suoi compagni.

Josh Owens 6: Non è molto cercato dai compagni di squadra e dunque fa fatica ad emergere. Però, con una squadra così sbilanciata verso l’esterno, fa il lavoro a lui assegnato con buona precisione.

Tomas Ress 5,5: Non è la sua serata: non riesce a lasciare una impronta veramente tangibile. Ci mette l’esperienza quando chiamato in causa, ma il ruolo di ala forte è quello che coach De Raffaele ruota più di tutti.

Ben Ortner 6,5: Il solito lavoro da parte dell’austriaco. Mette il suo corpaccione in qualunque posto può essere utile per la Reyer creando qualche grattacapo ad Hunt e Slokar, chiudendo con sette punti in undici minuti; dall’altra parte la sua energia è vitale per limitare i lunghi bianconeri.

Jeff Viggiano 6+ : Schierato perlopiù da 4 tattico, con il suo tiro da fuori allarga le maglie difensive della Juve. Mette due triple dagli angoli di vitale importanza, la sua poliedricità è un fattore importante per i lagunari.

Boris Savovic 5: Mai entrato in partita, il lungo serbo non riesce a rendersi pericoloso. Dall’avvento di De Raffaele ha perso minuti e importanza in campo, il coach livornese ha tentato di acquisire più quadratura utilizzando per più tempo i giocatori che hanno iniziato l’annata in laguna. Deve ritrovare la sua nicchia per poter essere utile alla causa.

Coach Walter De Raffaele 7: La faccia dei giocatori veneziani è quella giusta sin dall’inizio della gara. Imposta la gara assecondando la capacità di tirare da tre punti da parte dei suoi ragazzi, conquistando un vantaggio sostanzioso nel primo tempo; nel finale pesca dal mazzo la carta Jarrius Jackson che lo ripaga con i punti decisivi.