VUELLE PESARO – ACQUA SAB BERNARDO CANTÙ 72-80 (22-20; 36-40; 59-55; 72-80)

Pesaro – Sembra non avere fine il momento negativo della Vuelle Pesaro, che una volta ancora in questa stagione dimostra i suoi limiti in termini di cinismo e di approccio mentale, sciogliendosi nel finale contro una Cantù più convinta e battagliera nei momenti caldi. Dopo un esordio di qualità, sembra essersi spento l’effetto Boniciolli e la truppa pesarese appare definitivamente ricaduta nei limiti che l’hanno caratterizzata da inizio stagione: nonostante un approccio positivo alla gara e un rientro dagli spogliatoi fatto di energia e intensità, i ragazzi di Boniciolli si sono sciolti nei momenti decisivi della partita, subendo la fisicità canturina e non riuscendo ad opporsi anche in termini di energia mentale alla maggiore qualità canturina, nei momenti decisivi della partita. Decisivo l’8-0 subito negli ultimi tre minuti di partita e altrettanto significativo il 3/19 da oltre l’arco anche a fronte di tiri ben costruiti. Cantù centra con autorità la settima vittoria in fila, mentre la Vuelle precipita di nuovo nel tunnel di sei sconfitte consecutive che si fa sempre più nero. Non basta la partita superba di Mockevicius (21 punti e 19 rimbalzi). Delude Lyons: la guardia americana arrivata per dare una svolta in termini di leadership è apparsa un pesce fuor d’acqua e incapace di dare quella svolta che serviva.

Cronaca – Pesaro inizia forte, muovendo la palla, cercando Mockevicius che sotto canestro e’ un fattore e producendo momenti di buona pallacanestro (9-5). Cantu’ non si scompone, regge l’urto dell’avvio biancorosso e torna dai propri punti di riferimento offensivi: Jefferson e Gaines. Entrambe le squadre trovano con facilità la via del canestro e la partita corre veloce, con l’Acqua San Bernardo che è più cinica, sfrutta qualche lacuna difensiva banale dei pesaresi e prende ritmo, centrando il primo sorpasso (17-18) e costringendo coach Boniciolli a fermare il gioco. Il time out ha il suo effetto perché Pesaro ritrova il filo del discorso, mentre Cantù si perde in forzature e isola la palla, rendendo il suo attacco faraginoso. Il buon momento pesarese tra fine primo periodo e inizio del secondo parte tutto dalla difesa: palle recuperate, contropiede, una squadra che lotta su ogni pallone e muove la palla in attacco. I biancorossi mettono a segno un parziale di 11-3 (28-21) che vale un primo cambio di inerzia, però illusorio. Comincia un momento particolare, palle perse da entrambe le parti e l’attacco che perde la fluidità del primo periodo. La partita si sporca e le seconde linee canturine hanno tutt’altro livello di talento: i canestri di Blakes e Carr e la fisicità di Stone fanno volare via Cantù sul 36-40.

Il rientro in campo è di nuovo, tutto biancorosso: difesa intensa, tutti i giocatori coinvolti in attacco e i ragazzi di Brienza travolti dalla forza dei padroni di casa. Pesaro riprende in mano per l’ennesima volta la partita con un parziale importante, di nuovo sembra esserci una sola squadra in campo e di nuovo Cantù riesce a sporcare la partita e a rimanere a contatto, evitando a Mccree e compagni di conquistarsi l’inerzia in maniera definitiva. I biancoblù rosicchiano e nella spazzatura si dimostrano una volta di troppo in più più esperti dei padroni di casa. L’ultimo quarto è quello decisivo. Pesaro lotta, stringe le maglie difensive ma Cantù ha sempre la freccia giusta da scoccare. Ad 1 minuto e 19 secondi dalla fine il punteggio dice 72-72. Sembra un finale tutto da vivere, ma la Vuelle si scioglie all’improvviso, con l’Acqua San Bernardo che invece è ben consapevole di dove andare: 2/2 di Gaines, un canestro e fallo dell’americano e il solito giocatore clutch Carr che segna nel traffico, in un amen. Pesaro crolla definitivamente. Finisce 72-80

Sala Stampa

Brienza: “Sono molto contento per la vittoria. Non era facile, sapevamo che avremmo trovato una Pesaro concentrata per fare risultato. Ci hanno messo tanta energia e per lunghi tratti abbiamo subito, salvo riuscire ad avere la meglio nel finale. Avevamo preparato la partita per limitare Blackmon e per questo voglio far i complimenti a La Torre perché ogni canestro Blackmon l’ha sudato. Pesaro ci ha tolto gioco interno, raddoppiano sistematicamente sul post-up e dopo una iniziale fatica siamo stati bravi a non intestardirci e trovare altre soluzioni. Abbiamo chiuso definitivamente il discorso salvezza e adesso dobbiamo essere pronti a lottare per il discorso playoff.”

Boniciolli: “Faccio un commento stringato a questa partita. Nonostante i canestri ingenui concessi nel finale, per quanto riguardo l’impegno non ho nulla da recriminare. Dobbiamo però fare una riflessione: nel momento in cui chiediamo uno sforzo difensivo e miglioriamo decisamente i nostri punti subiti, poi ci sono i nostri 5 esterni che tirano con 5/18 da tre punti anche dopo aver costruito buoni tiri, con quattro metri di spazio. C’è una concatenazione di lavoro fatto in palestra, risultati che non arrivano e pubblico che comincia a lamentarsi. La squadra ha provato a ridurre gli errori drammatici, non è crollata ma abbiamo dei limiti. Per stare al livello al quale siamo chiamati a stare, le risorse che spendiamo sono superiori rispetto a quelle che spendono gli altri. Questa squadra ha limiti strutturali importanti, due allenatori con passati, futuri e attitudini diversi non sono riusciti a cambiare le cose: la coperta è corta. Lyons? Era il miglior giocatore disponibile con i soldi che avevamo a disposizione. Ci serviva un piccolo e il rapporto tra danaro/giocatore era quello. Arriva da un mese di inattività completo ed è arrivato in ritardo causa febbre. Un giocatore di 30 anni necessità di 3 settimane di carico prima di intravedere la forma fisica. Zanotti? Hanno giocato con esterni piccoli e la sua posizione di ala piccola era difficilmente accoppiabile. Dopo un buon esordio, non ci ha dato chissà quale approccio, chissà che si arrabbi visto che è stato seduto.”