Lo stendardo celebrativo della serata “Grazie Pino” ritrae Brumatti nel suo gesto più emblematico, quel tiro perfetto che lo ha reso celebre (foto Luca Montanari)

Emozioni e ricordi i veri protagonisti della serata, la gara è una vera amichevole

21 campionati in Serie A e 8.755 punti in carriera, 1 scudetto e 3 Coppe delle coppe conquistati nelle 251 presenze all’Olimpia Milano; 134 partite e oltre 1.500 punti con la Pallacanestro Reggiana; 102 presenze in Nazionale e 570 punti, tutto con quella indimenticabile maglia numero 6: la storia di Pino Brumatti si potrebbe raccontare facilmente attraverso numeri straordinari, ma l’unica cifra che serve è l’uno. Uno come unico, unico come era Pino, “una persona vera, un uomo sincero, appassionato e innamorato folle della pallacanestro come era Pino, un leader, uno che non aveva paura della responsabilità dell’ultimo tiro” (parole e musica di Lorenzo Dallari), lui primo fra tutti nel fondamentale principe del basket, il tiro, e circondato da mille amici e persone che gli volevano bene. Non mancava nessuno all’amichevole celebrativa “Grazie Pino” fra le due squadre simbolo della sua carriera assieme all’Auxilium Torino, ovvero la Pallacanestro Reggiana e l’Olimpia Milano, tenutasi questa sera al PalaBigi di via Guasco a Reggio Emilia: direttori sportivi, medici sociali, allenatori, compagni e tifosi, chiunque nelle città di Reggio Emilia e Milano abbia conosciuto questo friulano sincero e testardo che ora tira e segna nel paradiso dei canestri.

La speciale occasione motivo dell’incontro fa dimenticare alle due squadre che l’inizio del campionato è distante solo poche settimane e, penalizzata da un’atmosfera giustamente più nostalgica che agonistica, la partita scorre rapida e all’insegna dell’efficacia offensiva e del relax didensivo.

Jeremic e Fotsis sono i protagonisti dei primi minuti con facili appoggi e comodi alley-oop, concessi dalle difese quantomeno rilassate di questa sera, prima che la scena venga letteralmente rubata da Donell Taylor, realizzatore di ben 11 punti nel solo primo quarto con acute scelte offensive e morbidi tiri in sospensione. Al primo giro di cambi la Trenk è in vantaggio 15-6, poi Langford trova il varco giusto e conclude in volata mancina il primo canestro degli esterni dell’EA7, per replicare poco dopo con un pregevole arresto e tiro. Buono anche l’impatto di Slanina, autore di 6 punti nel solo primo quarto, e del sempre frizzante Giachetti, ma è ancora Taylor a concludere il primo quarto con un estensione in volo che porta il punteggio sul 28-16 di fine parziale.

Al rientro in campo i ritmi sono ancora moderati, così possono farsi notare i giovanissimi registi delle due squadre, Veccia e Bartoli, capaci di infilare tre triple totali, e Hendrix, capace di concludere la sua prima azione con una bella schiacciata bimane che scuote il canestro. Tra le fila reggiane Urbutis conferma le sue ottime doti di rimbalzista offensivo già mostrate nella gara contro Biella, disimpegnandosi bene sotto i tabelloni, mentre la tripla di Hairston, il jumper di Jeremic e i canestri di Silins e Antonutti mantengono il distacco sostanzialmente invariato. Non così le due triple in fila di Langford, che riavvicinano l’EA7 sul 43-36 a 3’07” all’intervallo. Cervi si svicola bene tra le maglie della difesa meneghina per trovare il canestro, ma il vero “highlight” della partita è il passaggio di Cook per un improbabile alley-oop di Bourousis che si insacca perfettamente nella retina tra gli echi di meraviglia del palazzo. Il rientro in campo di Taylor e Giachetti si nota grazie al giro e tiro del primo e alla tripla del secondo, ma è di nuovo Langford (23 punti alla fine) il principale artefice della rimonta milanese, perfezionata proprio a ridosso dell’intervallo con il pareggio a quota 48.

Un fotogramma storico delle gesta indimenticabili di Pino Brumatti, qui al tiro in maglia Cantine Riunite, proiettate per l’omaggio dell’intervallo (foto Luca Montanari)

Durante la pausa, l’omaggio a Pino Brumatti tramite le immagini storiche della guardia in maglia reggiana e milanese numero 6 e le parole dell’amico Lorenzo Dallari, voce di SkySport, nonché dei ringraziamenti di rito di Lidia, moglie di Pino, e del piccolo Stefano, nipote di Brumatti, che tra la sincera partecipazione degli oltre 1.000 presenti ricevono le maglie numero 6 delle mitiche Cantine Riunite e dell’Olimpia Milano.

Tornando al match, coach Scariolo e Menetti devono essersi fatti sentire negli spogliatoi per invitare i loro a un maggiore impegno, perché la gara riprende con un’intensità ben superiore a quella dei primi 20 minuti, seppur con le difese sempre abbastanza svagate. Hairston e Langford realizzano con precisione da cecchino per tenere avanti l’EA7, mentre la PR si affida alla solidità e alla grinta di Antonutti e Urbutis (16+8, altra ottima prova da parte del lituano aggregato alla Trenk, conferma in vista?) per mantenere l’equilibrio sul 60-64 a 3’11” dall’ultimo break. Slanina continua a trovare bene il canestro dalla distanza, ma a rispondergli è l’ingombrante potenza fisica di Bourousis, abile a concludere da sotto. Silins mostra lampi di talento tanto centellinati quanto illuminanti, con un paio di jumper sospesi in aria e realizzati con grande classe, e grazie alla concretezza di Urbutis e Jeremic la Trenkwalder si riporta in vantaggio con il punteggio di 73-68 con cui si entra negli ultimi dieci minuti.

Nell’ultimo quarto sale in cattedra Gianluca Basile, sempre amatissimo in via Guasco, grazie alla sua magistrale abilità al tiro, che lo rende probabilmente il miglior erede in attività di Pino Brumatti. Le percentuali scendono notevolmente, complice una maggior applicazione di entrambe le difese, vogliose di portare comunque a casa un risultato positivo, così i canestri di pura intensità di Urbutis valgono doppi. Taylor realizza da tre con l’aiuto del ferro, mentre Fotsis non ha bisogno di alcun ausilio per schiacciare imperiosamente il contropiede solitario dell’83-76 a 3’39” dal termine. Quando ormai la partita sembra scivolare verso la fine in un dilagare di palle perse e improbabili lanci stile NFL, Cook inventa il passaggio giusto per la schiacciata volante di Hairston (18) che risveglia il palazzo e accende gli ultimi due minuti (83-80). E’ vera gara: la Trenk rimette il naso avanti con la tripla di Slanina e il lay-up mancino di Taylor, i liberi di Langford riavvicinano l’EA7, ma ci pensa ancora l’MVP Taylor (26 punti) a chiudere la gara con il jumper a fil di sirena che fissa il 90-87 finale.

Tocca a coach Menetti chiosare la serata dal punto di vista emotivo ma anche tecnico.

“E’ stata una bellissima serata, con tanto pubblico anche oltre le aspettative, un bell’ambiente che ci ha dato la carica nei minuti finali per portare a casa il risultato. E’ stato bello, per me che ho cominciato a tifare le Cantine Riunite degli anni ’80 tra gli spalti della gradinata, poter ricordare Pino, un vero campione. Per quanto riguarda la partita, è stato un test valido contro una squadra con un talento immenso come l’EA7, dovevamo riscattarci dalla sconfitta di domenica contro Biella e l’abbiamo fatto, in più vincendo si impara a vincere…

Un motto, quest’ultimo, che sarebbe sicuramente piaciuto a Pino Brumatti, uno che ha vinto sul campo ma soprattutto nella vita…