Amedeo Della Valle (Foto R.Caruso 2017)

Le prime sei giornate di campionato sono già andate agli archivi e la classifica ci ha regalato già numerosi punti di discussione. La Germani Basket Brescia è sorprendentemente al primo posto a punteggio pieno, frutto del duro lavoro di coach Andrea Diana, finalizzato all’unità di gruppo già vista lo scorso anno con buoni risultati e, con la conferma del nucleo portante dell’ultima stagione, sublimato ancor di più. Nell’ultima gara la società cara a Graziella Bragaglio ha messo ko un’altra sorpresa del nostro campionato, ma in negativo: alzi la mano chi si aspettava la Grissin Bon Reggio Emilia ancora ferma al palo dopo le prime sei palle a due stagionali. Tutti noi abbiamo ancora negli occhi le due finali consecutive della truppa guidata da Max Menetti, con Sassari e Milano che hanno dovuto dare più del 100% per poter cucirsi il tricolore sul petto. Ma adesso, a distanza di poco più di un anno, i biancorossi sono mestamente ultimi in classifica.

Non è un segreto che il progetto stia subendo un brusco ridimensionamento. Il presidente Stefano Landi, socio unico e proprietario al 100% del capitale sociale, sta facendo numerosi sforzi per garantire un radioso futuro alla Grissin Bon, ma bisogna ricordare come a fine 2016 il passivo societario fosse di un milione e settecentomila euro, totalmente ripianati dalle tasche del patron. Proprio per questo negli ultimi mesi ha ribadito più volte la volontà di trovare degli imprenditori che possano aiutarlo economicamente, finora senza fortuna. Intanto il campionato va avanti e per questa stagione si è voluto costruire un roster basato perlopiù sugli italiani, con degli stranieri magari meno onerosi della media ma capaci di adattarsi al contesto (Non come succede a Cantù, dove al 7 novembre è appena stato dichiarato che mancano più di due milioni per concludere il campionato, ma questa è un’altra storia…). Le cose però non stanno funzionando al meglio, visti i risultati: penultimo attacco con nemmeno 72 punti di media, dodicesima difesa sfiorando gli 82 punti presi, ultima a rimbalzo senza raggiungere quota 30, ultima al tiro da tre punti con il 25% scarso.

Gli addii di Aradori, De Nicolao e Kaukenas la scorsa estate hanno rappresentato la coda della chiusura del ciclo delle due finali scudetto consecutive, e, per motivi già citati, si è preferito puntare sulla linea verde: di fianco ai confermati Della Valle e Cervi il nucleo italiano, segreto dei tanti successi in passato, si è rimpolpato con Niccolò De Vico, Leonardo Candi ed il figliol prodigo Federico Mussini. Se i primi due stanno pagando lo scotto del debutto in massima serie, ci si aspettava qualcosa di più dall’ex St.John’s, parso finora meno ‘irriverente’ rispetto al suo debutto. Di fianco a lui una truppa di stranieri, con Julian Wright e Jalen Reynolds in testa, parsa ancora troppo altalenante. Gli infortuni, tutti gravi, patiti da inizio anno (in successione Vene, Cervi e Nevels) possono essere una parziale scusante, ma gli interrogativi rimangono.

Per tamponare la Grissin Bon ha intrapreso la strada del mercato, con Chris Wright che si installerà in cabina di regia. L’ex Pesaro, Varese e Torino è abituato alle sabbie mobili della bassa classifica e a ricoprire il ruolo di addetto alla regia e realizzatore allo stesso tempo. In questo modo si potrà togliere un po’ di peso dalle spalle di Amedeo Della Valle e soprattutto di Federico Mussini, parso ancora poco adeguato allo spot di playmaker titolare; il numero 4 potrebbe così partire dalla panchina, con la licenza di produrre punti facili.

Con zero punti nelle prime sei giornate, l’obiettivo della Grissin Bon diventa unicamente quello della permanenza in A. Lo dicono le statistiche; analizzando gli ultimi 43 campionati, partendo dunque dalla stagione 1974/75, ben 25 squadre si sono ritrovate ancora al palo dopo 240 minuti giocati. La percentuale di salvezza? Solo del 20%, con solo cinque squadre, di cui quattro dal 2000 al 2010, che sono riuscite ad uscire dalle sabbie mobili della bassa classifica. I tifosi biancorossi possono però cautamente sorridere: la prima squadra ad essere riuscita nell’impresa è proprio Reggio Emilia, che nel 1993/94 riuscì a conservare il suo posto in massima serie tramite i play out, salvo poi incappare nella stessa partenza l’anno successivo, culminato con la retrocessione.