Szewczyk e Mazzon (foto Brandolini)

L’Eurolega lascia il segno. Delle tre italiane impegnate nella massima competizione continentale vince solo Milano, ma la 19^ giornata si chiude nel segno di Bologna e soprattutto Venezia. L’Umana di Mazzon infligge il 5° k.o. stagionale ai campioni d’Italia di Siena (che non arrivava a questo punto con così tante sconfitte dal 2005/06), vincendo una gara ben preparata e portata sapientemente sui propri binari contro una squadra arrivata un po’ scarica dalle fatiche europee, che ha impiegato sostanzialmente due quarti ad entrare in partita. Lo ha fatto ad inizio ripresa quando era già finita a -12 e lo ha fatto alla grande con un 3° quarto dei suoi (solo 6 punti subiti in 10’) ma Venezia è stata più continua, reattiva, determinata, forte anche mentalmente per riuscire a reggere l’urto di una rimonta che avrebbe fatto male a molti. Non all’Umana che, per usare le parole di Pianigiani, “per lunghi tratti è sembrata una squadra da Eurolega per intensità e fisicità” ed ha vinto con merito una partita tecnicamente non eccelsa (percentuali da strapparsi i capelli su entrambi i fronti: 38% Venezia, 36% Siena) ma notevole dal punto di vista dell’agonismo e della voglia di lottare. Ottimo impatto di Fantoni e Szewczyk nell’area pitturata: il polacco, che ha catturato il rimbalzo sull’ultimo libero sbagliato volutamente da Aradori, oltre ad essere un grande combattente sta continuando a tirare con percentuali clamorose (64.6% da due, 37% da tre). La conquista delle Final Eight è stata solo un primo riconoscimento per questa neopromossa atipica, che oltretutto sta riuscendo soprattutto con Meini, Rosselli e Bryan ad allungare le rotazioni e pare avere altri colpi in canna per il girone di ritorno: i playoff non sono un obiettivo fuori portata.

Chris Douglas-Roberts

FINALMENTE CDR – Una delle migliori partite bolognesi (la migliore in casa) di Chris Douglas-Roberts (in crescita: 17.3 punti, 75% da due, 55.6% da tre nelle ultime 3) consegna il 2° posto solitario alla Canadian Solar, che batte nettamente Avellino centrando la 9ª vittoria consecutiva sul proprio campo. Una partita che non ha praticamente mai avuto storia, vinta dall’ex Milwaukee, che ha fatto percorso netto al tiro (7/7) e si è spremuto in difesa rendendo vincente la scelta di Finelli di fargli oscurare la visione del campo e del canestro al piccolo Marques Green. Il folletto avellinese ha segnato sì 21 punti – molti però a partita finita – ma con 24 tiri ed ha servito solo 2 assist, un dato insolito per il miglior passatore del campionato con 6.6 di media. Ma che può anche essere spiegato con la serata totalmente da dimenticare della parte restante della pattuglia Usa di Vitucci: Dean, Johnson e Slay – disastrosi – insieme hanno prodotto la miseria di 19 punti con un terrificante 27.5% al tiro. Certe cifre aggiunte alle voci sui ritardi degli stipendi fanno purtroppo sorgere cattivi pensieri.

Antonis Fotsis

MILANO, PASSI AVANTI – L’Emporio Armani torna al successo dopo 4 sconfitte in campionato (6 contando anche l’Eurolega), lo fa contro una delle formazioni più in forma del momento, quella Scavolini che era l’unica imbattuta nelle cinque giornate precedenti (ma giunta al Forum arrivata senza panchina, complice l’infortunio di Cusin e la crisi di rendimento di Cavaliero, che nelle ultime 4 tira col 15% su azione…). Si sono visti passi avanti nella prova degli uomini di Scariolo, soprattutto in termini di tenuta mentale, per la capacità di risalire da un primo tempo negativo che aveva visto Pesaro anche a +11 con un grande ma troppo solo James White. Ma non si può ancora parlare di problemi risolti, né di totale riappacificazione col pubblico, che ha accompagnato con dei mormorii soprattutto la gara di Nicholas, però Milano può essere incoraggiata dalla caparbietà di Alessandro Gentile, da un Fotsis che sta crescendo più di altri verso un ruolo di primo piano all’interno del gruppo (19.3 punti di media nelle ultime 3 col 78% da due e il 60% da tre: numeri pazzeschi) e da un Rocca tornato protagonista anche grazie all’immediata intesa trovata con l’esordiente Bremer. Il giocatore, già allenato da Scariolo ai tempi di Malaga, è un play-guardia che non brilla per estrema lucidità nelle letture ma all’esordio ha subito lasciato un’impronta, ricordando ai tifosi italiani che già lo avevano visto a Biella che di certo è elemento a cui la personalità non fa difetto.

Quinton Hosley

L’ASCESA DI SASSARI – Vincere a Sassari è difficile per tutti. Se n’è accorta anche Cantù che, proseguendo la tendenza perdente nei turni che seguono l’Eurolega e confermando gli acclarati problemi in regia, è tornata a casa sconfitta dalla Sardegna, in una gara decisa nel finale quando sono saliti sulla scena Quinton Hosley e Travis Diener, rispettivamente 8 e 6 punti nell’ultimo quarto. L’ala americana di passaporto georgiano ha firmato il top stagionale con 22 punti, deve ancora migliorare la selezione dei tiri ma conferma di trovarsi a proprio agio sul parquet sassarese e di essere giocatore chiave per i risultati del Banco Sardegna: nelle vittorie segna 15.2 punti col 44% su azione, nelle sconfitte si ferma a 12.0 con un orribile 31.3%. Ma continua l’eccellente stagione di un Drake Diener al 7° ventello stagionale (16.0 di media, tirando col 58.6% da due e il 40.5% da tre), il 2° consecutivo, determinante nel tris di successi consecutivi di Sassari, tuttora aperto. La truppa di Sacchetti si conferma squadra adatta a giocare in casa (dove ha perso solo 2 volte), potendo contare anche su un fattore campo degno di essere chiamato tale, mentre in trasferta ha troppa facilità a disunirsi (subisce 9 punti in media più che sul parquet amico). Ma stavolta, anziché l’attacco, è stata determinante soprattutto l’intensità difensiva: è solo la quarta volta quest’anno che la formazione isolana, che si sta confermando con merito sui livelli inaspettatamente raggiunti già l’anno passato, ha tenuto gli avversari sotto i 70 punti. Però quando c’è riuscita (solamente in casa), ha sempre vinto.

Lino Lardo (foto Brandolini)

LARDO, BIELLA FATALE – Il k.o. sul campo dell’Angelico è costato la panchina a Lino Lardo, che con la sua Acea ha incassato la sconfitta numero 11 in 18 incontri. Una Roma troppo molle, già in difficoltà dopo pochi minuti contro una Biella non al massimo nelle ultime giornate, ha avuto solo una timida reazione nel finale con cui è riuscita a limitare i danni. Ma nel complesso ha offerto un’impressione piuttosto desolante. La dirigenza, per provare a dare la svolta ad una stagione deludente e che si chiuderà con l’uscita di scena del patron Toti, ha scelto di cambiare guida tecnica, promuovendo sul campo il vice Marco Calvani. Anche se non sembrano poi moltissime le colpe di Lardo, visto che molti dubbi erano già sorti sulla costruzione di questa squadra, all’apparenza mal assemblata e con caratteristiche poco compatibili con le idee tecniche dell’allenatore savonese. Qualche correttivo, anche di natura disciplinare, è stato fatto in corsa, ma l’atteso rinforzo dentro l’area ad esempio non è mai arrivato e gli infortuni – di Maestranzi e Datome soprattutto – che hanno a lungo accorciato una squadra già piuttosto corta non sono imputabili al tecnico, a cui comunque è costata molto cara una totale discontinuità di rendimento che solo in due occasioni aveva portato un paio di vittorie in fila mentre ora aveva portato la sconfitta in tre gare consecutive e sette delle ultime dieci.

Jerel McNeal

SALVEZZA, C’E’ FERMENTO – Rimane estremamente vivace e fonte di spunti interessanti anche la zona salvezza. Roma adesso è seriamente inguaiata, è stata anche raggiunta da Montegranaro, tornata al successo – nonostante un terribile 3° quarto da 7 punti segnati – contro Varese dopo le trasferte perdenti di Siena ed Avellino. La vittoria della Sutor – finalmente in una buona serata di McNeal (10 dei suoi 17 punti nell’ultimo periodo) – è arrivata sul filo dei nervi in una gara tecnicamente non indimenticabile, ma molto combattuta e decisa dalla differente precisione ai liberi, con gli errori gravissimi nel finale di Kangur e Weeden (in 2 gare: 7.0 punti col 17.6% al tiro…). Si ferma nuovamente Teramo che dopo i 4 successi con cui ha aperto il 2012 è arrivata alla seconda sconfitta in fila. Cortesia di una Benetton che, contro un Dee Brown a fasi alterne e il miglior Yaniv Green della stagione, è sempre rimasta in scia con la precisione ravvicinata e la superiorità fisica dentro l’area di Ortner e Goree (prezioso anche per la leadership), per poi sorpassare con la tripla allo scadere di Viggiano. E’ la terza vittoria (due in trasferta) nelle ultime 4 (in cui ha tirato in media col 54% da due) per la squadra di Djordjevic che prova con la caparbietà tipica del suo allenatore a tirarsi fuori dalle sabbie mobili. Casale, nonostante la serata negativa di Shakur (solo 6 punti: prima volta in singola cifra su 12 partite, non ne aveva mai segnati meno di 13), interrompe contro Cremona la serie negativa di 5 partite e per una volta riesce ad imporsi in un finale in volata: merito di una super-tripla di Janning e della giocata di Temple che prima scippa un Tabu sfortunato ma troppo avventato e poi si fa trovare sotto canestro a chiudere il contropiede col layup della vittoria allo scadere. Una caduta pericolosa per la Vanoli Braga, a cui non è bastata una delle migliori prove stagionali di Cinciarini, perché troppo poco è arrivato dagli americani, giovani, ondivaghi e poco affidabili (bocciato Roderick, chieste informazioni su Morris Finley). Curioso che la sfida tra Novipiù e Vanoli sia finita con lo stesso identico punteggio della gara di andata, ma allora vinse Cremona: gli scontri diretti tra le due squadre – ora appaiate all’ultimo posto – sono dunque in perfetta parità.


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