DOLOMITI ENERGIA TRENTO – REYER VENEZIA 84-76 (25-20; 36-41; 62-57)

D. Nikolić e Silins (foto Pasquale Cotugno)

Dopo una gara di altissimo livello una superlativa Trento ha la meglio contro una mai doma Reyer Venezia, aggiudicandosi la finale scudetto per il secondo anno consecutivo. Per i padroni di casa prestazione superlativa in fase difensiva e grandissima attenzione sotto le plance, con i pick’n roll targati Forray-Hogue, con il talento cristallino di Shields e con un Silins mortifero da oltre l’arco in avvio di terzo quarto a farla da padrona.

Per gli ospiti invece, sanguinosissime le 6 palle perse da Austin Daye, di certo non nella sua migliore serata nonostante i 16 punti, con un super Johnson (17 punti) che però non riesce a capovolgere le sorti della contesa.

 

CRONACA

L’avvio di gara vede Venezia essere cinica dall’arco, con i padroni di casa che si affidano in fase offensiva ai collaudati pick’n roll centrali sull’asse Forray-Hogue. Venezia, dopo aver toccato i 4 punti di vantaggio (5-9) perde svariati palloni, consentendo ai padroni di casa di rientrare prepotentemente nella contesa e di chiudere la prima frazione in vantaggio di 5 lunghezze (25-20).

Watt stoppa Shields (foto Pasquale Cotugno)

La seconda frazione si apre con una Reyer prorompente, ai limiti della perfezione in fase difensiva e cinica quando ha la palla in mano: al 15′, grazie ad un parziale di 0-11, i lagunari toccano il loro massimo vantaggio (25-31). Gutierrez prova a dare il la alla rimonta dei trentini ma Watt tiene a galla i suoi, consentendo agli uomini di coach De Raffaele di giungere alla pausa lunga sul + 5 (36-41).

Alla ripresa delle ostilità Silins inizia il suo one man show, bombardando di fatto i lagunari da oltre l’arco. Trento è lesta ad approfittare di questa situazione e rimette la testa avanti, costringendo coach De Raffaele a chiamare un minuto di sospensione (51-47). Sosa con i tiri dalla lunga distanza e Biligha sotto le plance provano a colmare il gap ma un indemoniato Shavon Shields martella a più riprese la difesa veneta e, al trentesimo, si giunge sul risultato di 62-57 in favore dei padroni di casa.

Watt e Hogue (foto Pasquale Cotugno)

L’ultimo periodo vede Hogue padroneggiare indiscusso sotto le plance: dopo esser diventato un fattore a rimbalzo, è in grado di punire con estrema facilità la difesa orogranata. Johnson riesce ad estrarre qualche coniglio dal cilindro ma è troppo poco per impensierire la difesa dei padroni di casa, abilissima nel costringere i veneti a forzare tiri non costruiti da oltre l’arco. Nel finale di gara i trentini sono bravi a migliorare le loro percentuali in lunetta e, al quarantesimo, con una BLM Group Arena in festa, i padroni di casa conquistano la loro seconda finale scudetto consecutiva.

 

 

 

 

 


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