La Jugoslavia campione d'Europa nel '95. Alzò la coppa ma i croati (terzi) lasciarono il podio.

La Jugoslavia campione d’Europa nel ’95. Alzò la coppa ma i croati (terzi) lasciarono il podio.

DI SALVATORE OCCHIUTO

Il massacro di Srebrenica venne compiuto martedì 11 luglio 1995, ma in realtà la tensione nella zona era cominciata ad affiorare nella notte di martedì 4 luglio, data che celebrava oltreoceano la ricorrenza nazionale della più grande democrazia planetaria.

Solamente 48 ore prima, a poche migliaia di chilometri di distanza, erano riaffiorati i germi dell’odio etnico jugoslavo. Proprio ad Atene, la culla della democrazia. Domenica 2 luglio finale degli Europei di basket maschile. Vince da pronostico la Iugoslavia, denominazione ufficiale che dal 25 aprile 1992 comprendeva le restanti entità statuali della Federazione, ossia le Repubbliche di Serbia e Montenegro e le provincie autonome di Vojvodina e Kosovo.

Al termine segue da protocollo la cerimonia di premiazione. Sul podio salgono in rigoroso ordine di piazzamento Iugoslavia, Lituania, Croazia. Dopo il conferimento delle medaglie, è previsto l’esecuzione dell’inno nazionale della squadra vincitrice del torneo. Al momento dell’innesto musicale i giocatori croati abbandonano il podio e si dirigono verso gli spogliatoi.

Un incontrovertibile segnale della diffusione dell’odio etnico anche a livello sportivo. Un mese dopo, agosto 1995, la Croazia riesce a liberare dal dominio serbo tutto il suo territorio. Slavonia e Krajna sono riconquistate dalle truppe di Zagabria che avevano ricevuto sostegno logistico militare da parte degli Usa e della Germania. Una risposta allo storico sostegno della Russia alla Serbia, un legame nato addirittura durante le guerre balcaniche di inizio novecento contro l’allora Impero Ottomano. La comune radice, religione ortodossa e alfabeto cirillico, unisce Mosca a Belgrado.