Cecilia Zandalasini (credit: Virtus Basket)

SEGAFREDO BOLOGNA – FAMILA SCHIO 94-80

BOLOGNA: Dojkic 21 (4/7, 2/5), Laksa 11 (2/4, 2/5), Zandalasini 23 (4/5, 4/11), Cinili (0/1, 0/1), Rupert 25 (4/5, 5/6), Andrè 11 (4/5), Pasa 2 (1/2), Barberis 1 (0/2), Del Pero. N.e.: Orsili. All. Ticchi.
SCHIO: Verona 6 (1/1, 1/1), Mabrey 30 (7/14, 5/12), Howard 7 (2/7, 1/7), Keys 14 (2/2, 1/1), Ndour 5 (2/6, 0/1), Sottana 10 (2/4, 2/6), Bestagno 5 (1/1, 1/2), Crippa 3 (0/1, 1/1), Zahui. N.e.: Penna. All.: Dikaioulakos.
ARBITRI: Caforio, Maschietto, Attard.
PARZIALI: 21-19, 52-36, 71-56.
NOTE – T2: B 19/31, S 17/36; T3: B 13/28, S 12/31; TL: B 17/25, S 10/14; R: B 34 (4 o, 9 Rupert, Andrè), S 36 (10 o., 11 Ndour); PR: B 1 (1 Dojkic), S 4 (2 Howard); PP: B 7, S 10. A: B 23 (8 Dojkic), S 15 (3 Mabrey, Verona); S: B 3 (1 Dojkic, Zandalasini, Andrè), S 0. Keys uscita per cinque falli al 38’24’’ (89-80).

BOLOGNA – C’è sempre una prima volta. Traduzione: la Famila non è più imbattibile. La striscia vincente di Schio si ferma a quota sedici, la Segafredo firma l’impresa giocando la migliore partita della stagione. Non poteva essere altrimenti: solo alzando l’asticella la Virtus avrebbe potuto avere la meglio sulle campionesse d’Italia in carica. E così è stato. Bologna, nonostante l’assenza di Parker e lo stato influenzale con il quale se la sono vista Laksa e Cinili, ha conquistato i due punti con autorità di fronte a 2.220 spettatori, dimostrando durezza mentale, solidità in difesa ed efficacia dall’altra parte del campo. Eppure è Schio a partire meglio, grazie soprattutto alle pericolosità perimetrale di Mabrey, che sembra in grado di segnare da ogni parte del campo. È una tripla della guardia arancione a far volare la Famila: al 6’ il tabellone indica un 8-16 preoccupante per un Ticchi che ha già sfruttato il suo primo minuto di sospensione. Eppure, da una possibile fuga delle venete si passa al dominio virtussino. Le felsinee prendono in mano il match sfruttando una Rupert devastante (20 punti messi in fila nel primo tempo con tanto di scout immacolato) e una difesa che riesce a fare la differenza con i continui raddoppi sulle lunghe avversarie. A un certo punto, Schio sembra voler rinunciare a difendere, Bologna la punisce minuto dopo minuto, Zandalasini è in crescita, idem Dojkic, mentre anche la panchina dice la sua, soprattutto in termini di intensità. Il primo tempo finisce con Dojkic che traduce in due punti un recupero difensivo: sembra la fotografia della serata. Si va al riposo sul 52-36, nessuno ci avrebbe scommesso un centesimo.
Il terzo parziale non dice nulla di nuovo: la Segafredo continua a comandare, la Famila non reagisce, Zandalasini, dai 6,75, insacca la bomba del 60-42 attorno al 24’. Nell’ultimo periodo il quintetto ospite tenta il tutto per tutto: il gioco si fa spigoloso, Mabrey è la sorvegliata speciale e anche se Rupert, al 32’, trova una tripla, quella del 76-61, che taglierebbe le gambe a chiunque, tranne a una Famila ancora in grado di rosicchiare punti. Keys, al 33’26’’, di nuovo dai 6,75, butta dentro il tiro del 77-69. Ticchi è costretto a chiamare time out, la risposta delle sue ragazze c’è e si vede. La Virtus resiste al ritorno di fiamma del quintetto allenato da coach Dikaioulakos trovando le soluzioni giuste al tiro e continuando a sputare sangue in difesa. E quando, dalla linea della carità, Rupert trova i due tiri liberi del 91-80 e, qualche secondo dopo, Zandalasini gonfia la retina veneta con una tripla, è finita davvero. Sì, la principale antagonista della Famila, è la Segafredo. Nessun dubbio al riguardo.