Nel primo derby assoluto in un girone di Europe Cup la Dinamo Sassari sciupa un vantaggio che tocca 23 punti nel terzo quarto, e gli uomini di Attilio Caja trovano una vittoria insperata (87-90). Decisivo Thomas Scrubb (19), disastroso ancora una volta Petteway (3/11 al tiro). Di seguito la cronaca e le reazioni.

(Nicola Accardo, a Sassari) – In un PalaSerradimigni gremito di bambini Sassari e Varese si affrontavano per primo il vero test di livello della FIBA Europe Cup, per quanto entrambe avessero perso una volta in Ungheria nel turno precedente (lombardi a Fehervar, sardi in casa dello Szolnoki). Una trasferta che valeva finalmente la pena sostenere, anche se in questo caso si restava in Italia. Ne è valsa soprattutto la pena per Varese, che dopo esser stata sommersa da Bamforth e compagni è riemersa fino a passare in vantaggio nell’unico momento che contava: i secondi finali.

Varese festeggia il successo a Sassari

La partita

Varese lancia subito il neo-acquisto Jean Salumu, miglior giocatore del campionato belga nella scorsa stagione, Sassari parte con Spissu in quintetto base e in panchina Petteway, sempre più pecora nera da ritrovare. Lo spettacolo è godibile fin dai primi minuti: linee di passaggio pulite, molta corsa e pioggia di triple su entrambi i lati. Sassari parte forte a rimbalzo (21-11 dopo 10’) ma Varese tira meglio dall’arco, dopo 5’ è perfetta parità: 10-10. Come in campionato (vittoria sofferta di Sassari alla prima giornata) il penetra e scarica di Avramovic una spina nel fianco dei sardi, e a beneficiarne sono soprattutto Archie (13 a fine partita) e Natali (10). L’equilibrio viene rotto dalle triple di Spissu e Dyshawn Pierre, migliore tra i sardi nella prima metà di gare con 13 punti in 15’. E’ lui a fissare il 50-39 poco prima dell’intervallo.

Nel terzo quarto Varese torna più volte a -16 grazie a Moore (14 in 32′) per poi farsi ricacciare indietro, ma conclude il terzo quarto a-14 (77-63) con un parziale di 8-0, grazie a un antisportivo di Gentile su Avramovic e un buzzer beater di Tambone.

La follia di Cooley e i disastri di Petteway

L’ultimo quarto inizia con un tecnico a Cooley, Scrubb fa -6 (77-71) , poi una tripla da 8 metri di Smith sembra ridare respiro ai sardi, finché non si scatena la follia di Cooley, capace di aggiungere al tecnico un antisportivo che vuole dire espulsione. Varese torna a -6 (80-74) a 5’ dal termine, Petteway continua a sparacchiare e Varese ne approffitta. Esposito richiama Polonara e Spissu, ma è il solito Bamforth a ridare una parvenza di tranquillità: 84-76. Avramovic spinge i suoi a -4 con due azioni consecutive e la solita palla persa di Petteway. Smith fa 87-80 a 2’ dalla sirena, Archie trova un gioco da tre punti, Scrubb porta i suoi a -1 quando manca un solo giro di lancette. Varese ci crede di più, ruba palla sulla rimessa e trova persino un auto-canestro di Polonara: è il sorpasso, 87-88, che lascia tutti increduli. Moore fa 0/2 dalla lunetta, ma Bamforth si fa rubare palla nell’azione decisiva: finisce 87-90.

Attilio Caja a fine gara

“Sassari ha giocato con un’altra percentuale da tre punti e dominando a rimbalzo. Ma siamo rimasti concentrati e ci abbiamo creduto fino alla fine, difendendo molto forte. Sono felice per l’esordio di Salumu, per l’apporto di Natali e di Iannuzzi. Non era la partita decisiva per vincere il girone, queste gare europee per me sono soprattutto un’occasione per far fare esperienza ai ragazzi.”

Le parole di Jaime Smith (Sassari)

“Non capisco cosa sia successo, ma abbiamo lasciato che succedesse. Il coach ci ha detto semplicemente che dobbiamo migliorare, che è il momento di stare uniti perché dobbiamo rispondere come gruppo”.

Esposito sulla fiducia a Petteway: “Non si può andare avanti in eterno”

“E’ stata una delle nostre migliori performance per 25-26 minuti. Poi è successo l’inspiegabile. Varese ha giocato più duro in difesa, noi siamo stati egoisti. Ho detto ai ragazzi che noi siamo e possiamo essere la squadra dei primi 25′. Dobbiamo ora reagire da squadra per superare le situazioni difficili, qualsiasi sia la ragione.”

Cosa è successo? “Non c’è una spiegazione precisa dal punto di vista tecnico. Quando arrivano i momenti di difficoltà, invece di reagire nella maniera giusta, la squadra tende ad intristirsi e a sfaldarsi. Quando abbiamo provato a reagire abbiamo forzato e abbiamo messo energia ma con la tecnica sbagliata. A volte basta rallentare il ritmo e andare dal giocatore. Ci lavoreremo nel post-partita. Quello che è successo con l’espulsione Jack Cooley ci ha spiazzato. Così come non possiamo essere frustrati quando l’avversario trova canestri difficili”.

C’è un problema di gruppo? “Stanno bene assieme, nessuno rema contro, ma nei momenti di difficoltà sono psicologicamente deboli”.

Petteway? “La sua prestazione è stata mediocre, ma nessun altro dei singoli ha avuto la reazione di cui avevamo bisogno. Con lui non possiamo andare in eterno ad aspettarlo. Se non c’è una reazione dovremo valutare l’inserimento di qualche giocatore che può dare sicurezza dal punto di vista del talento e della solidità mentale”.