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La corsa per il titolo si fa sempre più appassionante. E sempre più thrilling. Per rendere questo finale di Premier League ancora più appassionante servivano una vittoria dell’Arsenal contro il Leicester e una vittoria del Tottenham contro il Manchester City. Così è stato. Il nord di Londra a 2 punti dalla capolista, il nord di Londra che si avvicina a Leicester City nei minuti finali. Il calcio è fatto di attimi, minuti, secondi, momenti. A ricordarcelo è stata proprio la gara dell’Emirates, una partita al cardiopalmo a differenza di quella dell’Etihad, dove per un tempo hanno prevalso di molto i tatticismi. A ricordarcelo è stato soprattutto Danny Welbeck che non pestava il terreno di gioco da quasi 12 mesi e che ha deciso una delle partite più importanti della stagione a recupero scaduto (95’), per poi lanciarsi nella massa dei tifosi Gunners. Ranieri ha criticato l’autorizzazione dell’arbitro di battere la punizione oltre i minuti supplementari e le due ammonizioni che hanno portato all’espulsione di Simpson al 54’ per somma di ammonizioni, e se le critiche le porta uno come lui forse sono fondate. Ma il sogno continua per le Foxes che fino al 69’ erano in vantaggio grazie al rigore procurato e trasformato da Vardy (44’, 19° gol) e poi raggiunte dal subentrato Walcott (70’). Stavolta Wenger ha azzeccato i cambi alla grandissima. Da notare che 2 delle 3 sconfitte in campionato del Leicester sono arrivate contro l’Arsenal. Dato non indifferente perché significa che se le Foxes manterranno questa (quasi) imbattibilità contro tutte le altre, il titolo potrebbe davvero arrivare e il sogno tramutarsi in realtà.

Ma occhio, occhio al Tottenham. Vale anche per la Fiorentina che, sinceramente, rispetto alla scorsa edizione dell’Europa League quando incontrò proprio gli Spurs ai sedicesimi eliminandoli con merito, la vedo molto male. I londinesi quest’anno sono una armata eccezionale: solo 3 sconfitte come il Leicester, 5 vittorie consecutive, miglior difesa della Premier con 20 reti subite e terzo miglior attacco dietro il Leicester e il City che hanno fatto un gol in più. A proposito di City, la sconfitta contro il Tottenham pesa come un macigno. È la seconda sconfitta consecutiva tra le proprie mura contro una diretta concorrente al titolo. Peggio di così. E stavolta non è nemmeno bastato il ritorno in trincea di Kompany, anzi è proprio lui a mantenere in gioco Eriksen all’83’ sull’imbucata di Lamela che porta al definitivo 1-2 siglato dal danese. Prima, al 54’, aveva aperto le marcature Kane su un rigore generoso perché il cross di Rose colpisce prima l’anca e poi la mano di Sterling e, al 73’, aveva pareggiato Iheanacho con una bomba sotto la traversa. La buona o cattiva notizia per i Citizens è che tra una settimana potrà distrarsi con la Champions League e fare un passo verso i quarti di finale mai raggiunti, certo è che se arriverà un risultato negativo con l’abbordabile Dinamo Kiev potrebbe esser l’inizio di una crisi vera e propria.

Delude tantissimo il Manchester United. Sconfitta bruciante per 2-1 contro il Sunderland penultimo in classifica e soprattutto 2 soli tiri in porta verso la porta di Mannone. Conclusioni che arrivano solo nell’azione da gol quando il portiere dei Black Cats para un sinistro fulminante di Mata e Martial con lo scavetto pareggia in tap-in, rispondendo al tiro-cross su punizione di Khazri al 3’. Nella ripresa allo Stadium of Light emanano luce solamente i padroni di casa che bombardano la porta di uno strepitoso De Gea, tanto per cambiare, e trovano il gol vittoria all’82’ grazie alla zuccata di Koné. Chi sta avendo un andamento totalmente opposto ai Red Devils sono i Saints di Koeman che grazie alla vittoria di misura (69’ Long) contro lo Swansea di Guidolin, alla prima sconfitta in PL, agganciano il West Ham e si portano a -1 dai diavoli rossi stessi. Non una bella notizia per van Gaal & company perché il Southampton ha vinto 6 delle ultime 5 partite e se continuerà a cavalcare l’onda è facile che lo United perderà il 5° posto, l’ultimo che permette l’accesso a una competizione europea. Dicevamo del West Ham. Ecco, ai Red Devils va già bene che gli Hammers sul campo del Norwich, reduce da 5 sconfitte di fila, porti a casa solamente un punto, altrimenti sarebbe stato sorpasso. Addirittura i Canaries erano in vantaggio per 2-0 grazie al gran destro a giro di Brady (54’) e alla stoccata di Hoolahan (65’), ma tra il 74’ e il 77’ gli ospiti raggiungono il pari trascinati dal solito Dimitri Payet, autore di un gol e di un assist per il 2-2 finale di Noble.

Goleade per Liverpool e Chelsea, finalmente. I Reds disintegrano con 6 reti il povero Aston Villa, ormai destinato alla retrocessione in Championship. Si sente eccome la presenza in campo di Coutinho, Henderson e Sturridge. Questi 3 non giocavano assieme da una vita e al 16’ proprio un cross del Cou è perfetto per la testa di Sturridge che torna a segnare 141 giorni dopo l’ultima volta (era il girone d’andata e gli avversari erano proprio i Villans) e a ondeggiare a modo suo. Al 25’ Milner imita Khazri ed è 0-2. Nella ripresa il Liverpool dilaga: destro forte e preciso di Can (58’); Origi, in campo da 60”, cala il poker in contropiede (63’); Clyne fa cinquina (65’); Touré chiude il set di testa su un corner teso di Henderson. Un bel risultato prima del derby contro l’Everton. Un gol in meno per i Blues che al 16’ hanno già archiviato la pratica Newcastle grazie al trio Diego Costa-Pedro-Willian. Nella ripresa Pedro firma il poker (59’), Traoré il pokerissimo (83’) e Townsend con un sinistro potente sul primo palo il consolation gol e il primo centro con la maglia dei Magpies (90’). Il Chelsea è imbattuto da ben 10 gare e quindi anche nella gestione Hiddink. È già qualcosa.

Non si presenta bene al derby del Merseyside l’Everton, sconfitto per 1-0 dal WBA e Rondon a Goodison Park. Tanta sfortuna per i Toffees che colpiscono un palo con Barkley e si trovano di fronte un Foster strepitoso. Prima vittoria in trasferta del 2016 per lo Stoke City che torna a vincere dopo 4 zeri consecutivi e ne fa 3 nella tana del Bournemouth. Apre le danze un gran sinistro al volo del nuovo acquisto Imbula (9’), nella ripresa raddoppia Afellay (52’) e triplica Joselu (55’). Inutile il bellissimo gol di Ritchie (57’). Infine, successo esterno anche per il Watford che grazie a una doppietta di Deeney (16’ e 82’), salito a 9 centri in campionato, affonda un Crystal Palace sempre più in crisi. Per le Eagles provvisorio 1-1 di Adebayor (45’) che torna al gol In Premier League dopo 475 giorni.

Le partite: Sunderland-Manchester United 2-1, Bournemouth-Stoke City 1-3, Crystal Palace-Watford 1-2, Everton-West Bromwich Albion 0-1, Norwich City-West Ham 2-2, Swansea City-Southampton 0-1, Chelsea-Newcastle 5-1, Arsenal-Leicester City 2-1, Aston Villa-Liverpool 0-6, Manchester City-Tottenham 1-2

La classifica: Leicester City 53, Tottenham 51, Arsenal 51, Manchester City 47, Manchester United 41, Southampton 40, West Ham 40, Liverpool 38, Watford 36, Stoke City 36, Everton 35, Chelsea 33, Crystal Palace 32, West Bromwich Albion 32, Bournemouth 28, Swansea City 27, Norwich City 24, Newcastle 24, Sunderland 23, Aston Villa 16

Il prossimo turno: West Ham-Sunderland, Leicester City-Norwich City, Southampton-Chelsea, Stoke City-Aston Villa, Watford-Bournemouth, West Bromwich Albion-Crystal Palace, Liverpool-Everton, Newcastle-Manchester City, Manchester United-Arsenal, Tottenham-Swansea City

Emanuele Prina
@EmaTreno92


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