serieAcalcioLogoCon la terza giornata, la Serie A riapre i battenti, rianimando milioni di tifosi orfani dei loro beniamini per gli ultimi quindici giorni. Tanti gli spunti che il nostro campionato offre: le squadre presentano un gioco ancora da perfezionare, alcune di esse sono in cerca di conferma dopo gli exploit iniziali, altre in attesa di un pronto riscatto.

Fiorentina-Genoa mette di fronte due squadre dal gioco vivace e prorompente, che hanno avuto però uno stop prima della sosta. Il riscatto passa dunque, per entrambe, dallo stadio Franchi. I rossoblù si sono rinnovati in gran parte, Gasperini deve ritrovare la quadratura del suo undici titolare. La qualità della rosa è elevatissima e, nonostante dei grossi problemi in fase difensiva, in costruzione e attacco il Grifone è già imprevedibile, una vera e propria mina vagante per la serie A. I viola sono bersaglio di critiche e polemiche da parte dei tifosi, ma società e spogliatoio appaiono uniti e coesi. In tale delicato momento, è l’uomo che non ti aspetti, un leader  giovane e silenzioso, Babacar, a prendersi la squadra sulle spalle e incornare un pallone da 3 punti.

Il Frosinone, a secco di punti, ospita i “vicini di casa” della Roma. Nel sabato pomeriggio ciociaro gli uomini di Stellone ben figurano, difendendosi in modo ordinato e ripartendo, affondando diverse volte i colpi contro una Roma, superiore qualitativamente anche se rimaneggiata rispetto alle ultime uscite. Garcia si è infatti concesso, causa l’indisponibilità di Pjanic e la prossima sfida contro il Barcellona, alcuni esperimenti, come l’attacco “pesante” con Totti-Dzeko (da rivedere l’intesa tra i due), assistiti da due ali veloci. La scelta paga: le mura difensive dei padroni di casa vengono perforate da Iago a fine primo tempo, per poi frantumarsi sul finale di gara dietro ad un’incursione di Iturbe, subentrato e motivato a conquistarsi dello spazio. Gli ospiti non possono che gioire dell’avvio di stagione e sperare in un finale migliore degli scorsi anni, ad maiora.

A Torino la più classica delle sfide, capolista contro fanalino di coda del cmapionato, un testa-coda senza possibilità di replica, un copione già scritto. Certo, parlando di Juventus-Chievo potrebbe sembrare una presentazione usuale, se non che sono i clivensi a presentarsi allo stadium a punteggio pieno contro i bianconeri vicecapioni d’Europa, ultimi a zero punti. Ciò che più sorprende è che l’atteggiamento dei gialloblù è proprio di una grande e porta all’immediato vantaggio, firmato da Hetemaj. Il Chiavo corre, la Juve appare sull gambe, senza idee. Certo, i nuovi sono tanti, siamo solo a Settembre, ma il campionato non aspetta nessuno. Nella ripresa i bianconeri crescono, per lo meno sul piano dell’intensità, riuscendo a colpire un palo con Pereyra, per poi strappare il gol del pareggio (dopo una rete annullata agli ospiti per una presunta spinta su Bonucci) grazie al rigore realizzato da Dybala e conquistato dal subentrante –e spumeggiante- Cuadrado. Il Chievo giocando con questa energia, si salverà senza patemi, i bianconeri devono necessariamente trovare il bandolo della matassa: martedì affronteranno il Manchester city senza ancora una vittoria in stagione –e senza Marchisio, vittima di noie muscolari.

Hellas Verona e Torino, avversarie alle 12.30 della domenica, sono ormai certezze della Serie A, giocando sempre intensamente e con grande agonismo. Il risultato delle due filosofie a confronto è un pirotecnico 2-2. L’immortale Toni realizza un rigore, generosamente concesso, che sblocca le marcature, dopo una serie di occasioni per i gialloblù; a lui risponde Baselli, a sorpresa goleador granata. Poi, due goal in due minuti con Juanito, autore di movimenti perfetti durante i 90 minuti, e Acquah, con un tiro, inelegante quanto efficace, al volo da fuori area.

Al Catellani di Empoli, viene ospitati Sarri, di casa in terra toscana, e il suo Napoli. I partenopei sono stati sottoposti ad una rivoluzione tattica ancora non digerita; i toscani invece, sotto la guida di Giampaolo, proseguono sul disegno tattico, ormai perfettamente articolato, progettato, ironia della sorte, dal tecnico oggi alle pendici del Vesuvio. La partita viene illuminata da due gioielli azzurri –sia nei rispettivi club, che in ottica nazionale- Saponara e Insigne, autori, oltre che di due reti splendide, di imbeccate condite di genialità. Botta e risposta tra padroni di casa ed ospiti che si ripete anche in seguito, con le reti di Pucciarelli, su assist del solito Saponara, e Allan, vero e proprio colpo di mercato dei campani. 2-2. Il bel gioco e il coraggio dell’Empoli vengono premiati dalla sorta al 95’, quando il palo ferma Calejon dalla prima rete stagionale.

In questo avvio di stagione, sono le cosiddette piccole a dare spettacolo. Sassuolo e Atalanta confermano il trend e regalano emozioni a profusione agli spettatori del Mapei Stadium. Infatti, dopo un rigore sbagliato da Sansone, Pinilla segna un gol splendido, a cui risponde Magnanelli, con una rete altrettanto bella. Il cileno non ci sta e realizza una doppietta, prima di farsi espellere a inizio secondo tempo, lasciando i suoi sul 2-2. Sul finire della prima frazione di gara, infatti, aveva siglato il suo capolavoro anche Floro Flores. Il secondo tempo evidenzia l’organizzazione del centrocampo neroverde, a confronto con la ferrea difesa dei bergamaschi, che però ripartono frequentemente e conquistano un rigore, sciaguratamente sciupato da Moralez. Si conclude la sfida con un giusto pareggio, che premia in parte entrambe le formazioni per lo spettacolo offerto.

Al Barbera, il Palermo si porta da subito all’arrembaggio della neopromossa Carpi. Promuovendo la corsa dei suoi interni di centrocampo, che deficita di qualità senza il suo faro Rigoni, i rosanero si portano sull’1-0 con Hiljemark, che premia la corsa di Quaison. È invece il difensore palermitano Vitiello, che malauguratamente premia l’impeto offensivo di Mbakogu, mettendo a referto un’autorete. La ripresa è segnata dai goal dei debuttanti: Borriello illude gli ospiti, segnando a pochi secondi dal suo ingresso in campo, mentre Djurgevic, subentrato a Gilardino, segna di testa il definitivo 2-2 –il quarto, su quattro, del pomeriggio. Il Palermo è arrembante con i suoi giovani, nonostante alcuni blackout difensivi da eliminare; il Carpi deve ancora scoprire i proprio limiti e le proprie ambizioni, intanto registra il primo punto in serie A della sua storia.

Eder e Soriano suonano blucerchiata contro i rossoblù del Bologna. Il 2-0 finale a favore della Sampdoria, però, non tiene conto dell’avvio importante e della buona prestazione, almeno per atteggiamento, degli ospiti, che colpisocno anche un palo, prima che i doriani possano risultare superiori alla distanza.

La Lazio ritrova la vittoria, sconfiggendo per 2-0 l’Udinese. Dopo un primo tempo di sterile dominio solo territoriale ed un giro di cambi fondamentale per rigenerare un attacco poco incisivo, i biancocelesti trovano la via del goal. Il bomber di giornata è Matri, acquistato in extremis a fine sessione e autore della doppietta che decide il match, prima su imbeccata di Felipe Anderson, poi del bianconero Konè. Reti che danno punti in classifica alla squadra e nelle gerarchie al centravanti lodigiano. I friulani, colti di sorpresa dagli improvvisi guizzi delle reti –e poco attenti in copertura- non sono riusciti a reagire con adeguata decisione.

Alle 20.45 era di scena a San Siro il derby della Madonnina, Inter-Milan,uno dei più sentiti degli ultimi anni. Le ambizioni delle milanesi, infatti, sono state ingigantite dalle faraoniche campagne acquisti; campagna di mercato che ha infiammato l’attenzione per la sfida diretta anche e in seguito ai reciproci dispetti arrecati l’un l’altra. Battute, sfottò e scherni si rivoltano quindi in campo, riflettendo la grande tensione che avvolge la sfida e che anche i protagonisti avvertono. La partita risulta infatti combattuta, quanto nervosa e bloccata, almeno fino alla sassata vincente di Guarin, eroe di giornata in casa neroazzurra. Balotelli, bersaglio di fischi ed applausi in pari misura, guida la riscossa rossonera che si arena contro il palo colpito dallo stesso attaccante. Bottino pieno nel derby e in classifica all’Inter, che si gode il momento e si coccola il suo condottiero, Mancini; sull’altra sponda del naviglio, Mihajlovic giura di aver rivisto la squadra che vuole e rassicura i tifosi, ovviamente delusi, sul futuro.

Matteo Origoni
@MatteOri5


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