Suzuka – Lewis Hamilton si aggiudica il Gran Premio del Giappone in una gara caratterizzata dalla grande quantità d’acqua in pista con numerosi interventi della Safety car.

Il risultato sportivo passa però in secondo piano di fonte al grave incidente che ha visto protagonista il pilota della Marussia Jules Bianchi al 43esimo giro: il giovane alfiere del Ferrari driver Academy è uscito in curva 8 andando a colpire violentemente la gru di soccorso impegnata a recuperare la Sauber di Sutil andata a muro durante il giro precedente.

Il pilota è stato trasportato in ambulanza in stato di incoscienza, al piccolo ospedale di Suzuka, a causa del denso traffico tra il circuito ed i maggiori centri medici di Osaka: non è chiaro se il trasporto su gomma sia stato preferito all’elicottero a causa delle critiche condizioni di Bianchi che ne impedivano il trasporto in volo o perché, causa maltempo, non c’erano le condizioni per volare.

Quest’ultima ipotesi apre il campo ad uno dei due grandi interrogativi che investono la FIA e le procedure di sicurezza messe in atto in occasione del Gp del Giappone: se, al momento dell’incidente di Bianchi, non c’erano le condizioni per far volare l’elicottero e trasportare il pilota ad Osaka, allora, da regolamento, la gara sarebbe dovuta essere interrotta a priori per mancanza di parametri minimi di sicurezza per gareggiare, quindi prima dell’incidente. Di fatto, fino a che non è stata fatta arrivare l’ambulanza nei pressi del luogo dell’incidente, la gara è andata avanti, seppur in regime di Safety car, entrata, ad ogni modo, in colpevole ritardo.

Questo pessimo tempismo porta al secondo grave interrogativo da rivolgere alla Federazione, sempre riguardante la sicurezza in pista: a partire dalle prove libere del venerdi, diversi piloti han commesso errori, finendo per parcheggiare la loro monoposto ai lati del tracciato, venendo recuperate, più o meno prontamente, dai mezzi di servizio in uso ai commissari.

Quel che lascia davvero perplessi è la mancanza della minima coerenza nella gestione di tali situazioni.

A volte, la direzione gara si è precipitata a bloccare la sessione con bandiera rossa (FP2, Ricciardo esce all’ultima curva) per permettere al trattore di recuperare la vettura e metterla in sicurezza, addirittura attraversando il circuito e spargendo ghiaia dappertutto; delle altre, si è provveduto ad entrare nella via di fuga con il mezzo, ritenendo sufficiente segnalare il generico pericolo con una semplice bandiera gialla (durante la Q2).

Questo, di fatto, è quel che è successo in occasione dell’incidente di Sutil alla curva Dunlop, dove i solerti commissari giapponesi si sono precipitati, in accordo con Charlie Whiting, direttore di gara, a recuperare la Sauber con un mezzo di servizio, facendolo entrare nella via di fuga senza alcun tipo di protezione tra quest’ultimo e le monoposto che sopraggiungevano ad alta velocità a pochi metri, né facendo uscire la Safety Car al fine di minimizzare ogni rischio. Una di queste, la Marussia n. 17 di Jules Bianchi, ha perso il controllo finendo, fatalmente, per urtare violentemente la parte posteriore del trattore adibito a mezzo di recupero. Solo a questo punto i commissari che hanno assistito al gravissimo incidente, hanno avvisato la direzione gara sulla necessità immediata di un’ambulanza per soccorrere il pilota, il tutto di fronte ad uno shockato Sutil che ha visto dal vivo la scena e che poi, incalzato dai media, si rifiuta di commentare l’evento chiedendo solo “rispetto per la vita di Jules”.

Notizie trapelate nel paddock, nei minuti successivi all’evento, parlano di un violento urto tra il casco del pilota e la parte posteriore del mezzo di soccorso, facendo tornare alla mente l’altro grave fatto che vide coinvolta Maria De Villota, sempre a bordo di una Marussia, in occasione di un test privato, quando la pilota perse l’occhio sx a causa dell’urto contro la sponda di un tir parcheggiato non in sicurezza.

Nella speranza che Bianchi possa non aver subito danni gravi da questo incidente, è impossibile non notare quanto sarebbe stato semplice far uscire la Safety Car e magari dare un contributo importante alla sicurezza in quel punto del tracciato, nel quale uomini e mezzi erano impegnati, senza alcuna protezione, a recuperare la Sauber a bordo pista.

Passando alla cronaca, grande prova di forza di Hamilton che si sbarazza del compagno di squadra Rosberg con un magistrale sorpasso all’esterno di curva 1, portando a compimento una serie di giri veloci che mettevano sempre piu pressione al compagno di squadra e portando a 10 le lunghezze di vantaggio proprio sul tedesco. Dietro di loro, danno spettacolo le RedBull che prima si sbarazzano delle Williams con sorpassi impossibili da parte del duo Vettel-Ricciardo, nonchè Button, che si avvantaggia di un’ottimo cambio di strategia da parte del muretto, per ritrovarsi per lungo tempo sul podio virtuale, cedendo solo negli ultimi giri alle vetture austriache. Ritiro per Alonso prima ancora del termine della neutralizzazione in partenza e solita gara anonima di Raikkonen, come troppe volte è successo in questa stagione, al pilota che avrebbe dovuto, insieme all’Asturiano, comporre il dream team Ferrari, ma che poi, dati alla mano, si è rivelato ai livelli del tanto bistrattato Massa.


Alessio De Marco - Avens-Images.com